Francesco Guadagnuolo. La Crocifissione
Dal 16 Aprile 2017 al 18 Aprile 2017
Ardea | Roma
Luogo: Centro di Cultura Domus Danae
Indirizzo: via Pratica di Mare 9
Per i grandi eventi artistici presso il Centro di Cultura Domus Danae ad Ardea (via Pratica di Mare, 9) è stato presentato un dipinto storico di Francesco Guadagnuolo la “Crocifissione”, una grande tela di tre metri per due del 1987. In occasione della S. Pasqua 2017 si è voluto dare l’opportunità alla città tanto cara a Giacomo Manzù di osservare questo capolavoro di pittura prima di essere esposto a Berlino e che si potrà ammirare sino a martedì 18 aprile 2017.
La composizione è resa con grande potenza espressiva; una parte dei personaggi converge verso la figura centrale del Cristo, altri sembrano separarsi sotto il fardello dei loro peccati. Dalle movenze delle braccia e delle mani viene espresso il dolore della madre e della Maddalena. Vicino a loro altri personaggi sofferenti mentre i carnefici svoltano lo sguardo in altra parte, ma hanno ancora un’aria ostile che mostra il loro disinteresse alla scena. La parte inferiore dell’opera è di colore scuro per simboleggiare il male, quella parte viene contrastata dalla luminosità del volto di Cristo. Alcuni individui presenti sulla tela effondono energia liberatrice e forza vitale. La drammaticità espressa dal dipinto sta a dimostrare che la fiducia è un pregio tutto da guadagnarsi. Quest’opera è altamente significativa poiché costituisce un autentico messaggio che l’artista ha espresso sul dramma svoltosi 2000 anni fa, può essere interpretato in chiave filosofica poiché esprime l’esistenza umana nel bene e nel male. L’artista ha posto il peccato come male del mondo, unico conforto la figura del Cristo che rivela serenità e rinascita. In questo suo olio il M° Guadagnuolo ha voluto porre in evidenza l’angoscioso tormento delle figure presenti sulla tela.
Mario Lupini ha messo a confronto quest’opera con la “Crocifissione” di Renato Guttuso del 1940-41 che denuncia la tragedia della seconda Guerra mondiale; cosi Guttuso scriveva: «Questo è tempo di guerra e di massacri: Albissinia, gas, forche, decapitazioni, Spagna, altrove. Voglio dipingere questo supplizio di Cristo come una scena d’oggi». Se la Crocifissione di Guttuso vive il dramma della guerra, la Crocifissione di Guadagnuolo vive l’epoca del terrorismo. L’opera di Guadagnuolo viene mostrata per la prima volta nel febbraio del 1988 presso l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani a Roma e in quell’occasione è stata per l’apporto originale del tema sacro, per alcuni critici una sicura scoperta, diventando argomento di rimando della Crocifissione del dopo Guttuso. Quest’opera va di là della storia ed espone le cronache della vita, dove gli uomini stanno subendo insieme alla grande sofferenza. In basso a sinistra delle mani misericordiose coprono un bambino morto mentre sulla destra, in primo piano, campeggia un volto giovane sfregiato dalla morte che l’artista ci dice che oggi potrebbe essere il volto di Giulio Regeni torturato e ammazzato. In basso al centro un neonato con il suo gemito è il futuro del mondo e speranza dell’umanità.
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