Genesi: i miti della storia
Enzo Fiore Archivio - Marilyn, 2008 Tecnica mista (resina, foglie, rame, radici…) su tela 210 x 160 cm
Dal 30 Marzo 2012 al 27 Maggio 2012
Roma
Luogo: Complesso del Vittoriano
Indirizzo: via San Pietro in Carcere
Orari: da lun. a giov. 9.30-19.30; da ven. a dom. 9.30-20.30
Curatori: Achille Bonito Oliva
Enti promotori:
- Ministero per i Beni e le Attività Culturali
- Assessorato alla Cultura
- Arte e Sport
- Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 6780664
E-Mail info: museo.vittoriano1@tiscali.it
La mostra “Enzo Fiore. Genesi: i miti della storia”, ospitata al Complesso del Vittoriano dal 30 marzo al 27 maggio 2012, vuole offrire una panoramica sull’intera opera dell’artista attraverso oltre 70 ritratti di personaggi celebri dell’arte – da Giacometti, a Modigliani, Picasso, Dalì, Warhol, Basquiat, Bacon, Kiefer, Hirst -, della musica – dalla Callas, a Morrison, Bob Marley, Hendrix, Miles Davis, Lennon, Jackson -, del cinema – da James Dean a Marilyn, Paul Newman, Liz Taylor, Marlene Dietrich, Greta Garbo -, e 5 sculture; tutte le opere sono realizzate con una tecnica che si avvale di muschio, foglie, radici, terra, pietre, resina e cemento, combinando insieme forme sospese tra realtà e fantasia.
“Enzo Fiore è un artista che ha posto la sua esistenza sotto il segno di una manualità vorticosa e costante, al servizio di una pittura che non ha mai rinunciato ad avere un suo peso specifico. Un peso grave regge la sua pittura, fatta di spessori e pennellate dense, di colori cupi e di materie forti. Egli cerca di costruire un mondo tattile dell’immaginario, dove le figure acquistano una tridimensionalità fatta interamente di pittura, carne e pelle incorporate dentro l’alveo del quadro.” (Achille Bonito Oliva).
La mostra, che si avvale del Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lazio – Assessorato alla Cultura, Arte e Sport -, di Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico -, della Provincia di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali -, è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando in collaborazione con la Galleria d’Arte Contini, Cortina – Venezia, è a cura di Achille Bonito Oliva e sarà inaugurata giovedì 29 marzo alle ore 18.30 presso il Complesso del Vittoriano.
Enzo Fiore nasce a Milano il 13 luglio 1968. Dopo aver frequentato il liceo artistico di Milano, nel 1991 si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, sotto la guida del maestro Luciano Fabro. Negli anni successivi si dedica al restauro di dipinti antichi e alla realizzazione di allestimenti scenografici. Nel 1996 inizia la collaborazione con la Galleria Fabbrica Eos di Milano. Nel 2006 conosce il gallerista Stefano Contini e inizia una collaborazione con le gallerie d’arte Contini a Venezia e a Cortina d’Ampezzo. Vive e lavora a Milano.
La mostra
“Il pianeta pittorico di Fiore è suscitato dall’irruzione di un fantastico che cambia non certamente definizione alla natura ma ne tramuta la pelle e il peso in immagini che trasecolano fuori dai rigidi rimandi al trompe l’oeil e alla verosimiglianza. La pittura diventa il punto di una nuova partenza, l’origine di un’altra origine dell’uomo o donna del ritratto, tutte figure di personaggi celebri dell’arte e della musica: sono i ritratti dei miti nella storia, le icone del nostro tempo.” Le parole stesse di Achille Bonito Oliva spiegano il titolo della mostra.
E sempre Achille Bonito Oliva afferma: “Un clima eroico regge le sue immagini, immerse nell’alveo di una tempesta e di una temperatura che solo le immagini forti possono reggere. Il passaggio sulla superficie del quadro, dentro la soglia della pittura, segna anche la nascita a nuova vita o perlomeno a nuova condizione. Ora, non esistono piccole sensazioni, sentimenti tenui e delicati, ma una temperie che forgia ogni elemento e lo sposta verso un nuovo clima, fortemente determinato e marcato. Enzo Fiore tempera la vibratilità del Novecento attraverso il recupero di uno spirito espressionista e nordico, modifica il clima mediterraneo e solare mediante un bagno dentro le acque sulfuree e gelate di una temperatura che spinge verso l’assoluto, allontanando l’immagine dal clima relativo dello stato d’animo e dell’intimismo. Se il Novecento cerca l’approdo verso i lidi di una linea circoscritta all’ambito italiano, Fiore apre il suo stile verso un’espressività incisiva e definitoria. Egli introduce nella sua pittura lo stato di una nuova necessità guidata dall’urgenza di una definizione filosofica del suo mondo. Il Novecento, invece, nella sua grande distensione stilistica, ha sempre cercato nell’arte il riparo da ogni urgenza dilagante e frantumante. Fiore accetta l’ineluttabilità del frammento, l’impossibilità di un’espressione di superficie per cercare una pittura in cui spessore della materia e forza del segno diano anche il segno filosofico delle immagini con una tecnica che comprende resina, terra, foglie, radici ecc.”
Nelle opere di Fiore, infatti, il legame con la natura è fortissimo. È da essa che, fin dagli esordi nel 1997, l’artista attinge per plasmare i suoi lavori. Egli si avvale infatti di materiali organici, quali muschio, arbusti, interiora di animali, radici, terra, pietre, ma anche resina e cemento che diventano gli strumenti per la creazione delle sue opere. Fiore dimostra uno straordinario potere di suggestione, ed attraverso l’utilizzo impercettibilmente strutturato di materiali organici, peculiarità della sua ricerca artistica, sembra volerci condurre con mano ferma e delicata all’interno di una leggenda, di una dimensione mitologica alla quale lo spettatore è invitato a partecipare.
Dal 2008 utilizza anche vari insetti nella composizione delle sue opere. Le sue ultime creazioni si contraddistinguono per un forte e irruente colore di sfondo che alleggerisce visibilmente l’atmosfera delle tele, esorcizzando il tema della morte e della decomposizione. La materia inanimata e decomposta prende nuova vita e diventa un’altra espressione di carne e corpo.
“Enzo Fiore è un artista che ha posto la sua esistenza sotto il segno di una manualità vorticosa e costante, al servizio di una pittura che non ha mai rinunciato ad avere un suo peso specifico. Un peso grave regge la sua pittura, fatta di spessori e pennellate dense, di colori cupi e di materie forti. Egli cerca di costruire un mondo tattile dell’immaginario, dove le figure acquistano una tridimensionalità fatta interamente di pittura, carne e pelle incorporate dentro l’alveo del quadro.” (Achille Bonito Oliva).
La mostra, che si avvale del Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lazio – Assessorato alla Cultura, Arte e Sport -, di Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico -, della Provincia di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali -, è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando in collaborazione con la Galleria d’Arte Contini, Cortina – Venezia, è a cura di Achille Bonito Oliva e sarà inaugurata giovedì 29 marzo alle ore 18.30 presso il Complesso del Vittoriano.
Enzo Fiore nasce a Milano il 13 luglio 1968. Dopo aver frequentato il liceo artistico di Milano, nel 1991 si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, sotto la guida del maestro Luciano Fabro. Negli anni successivi si dedica al restauro di dipinti antichi e alla realizzazione di allestimenti scenografici. Nel 1996 inizia la collaborazione con la Galleria Fabbrica Eos di Milano. Nel 2006 conosce il gallerista Stefano Contini e inizia una collaborazione con le gallerie d’arte Contini a Venezia e a Cortina d’Ampezzo. Vive e lavora a Milano.
La mostra
“Il pianeta pittorico di Fiore è suscitato dall’irruzione di un fantastico che cambia non certamente definizione alla natura ma ne tramuta la pelle e il peso in immagini che trasecolano fuori dai rigidi rimandi al trompe l’oeil e alla verosimiglianza. La pittura diventa il punto di una nuova partenza, l’origine di un’altra origine dell’uomo o donna del ritratto, tutte figure di personaggi celebri dell’arte e della musica: sono i ritratti dei miti nella storia, le icone del nostro tempo.” Le parole stesse di Achille Bonito Oliva spiegano il titolo della mostra.
E sempre Achille Bonito Oliva afferma: “Un clima eroico regge le sue immagini, immerse nell’alveo di una tempesta e di una temperatura che solo le immagini forti possono reggere. Il passaggio sulla superficie del quadro, dentro la soglia della pittura, segna anche la nascita a nuova vita o perlomeno a nuova condizione. Ora, non esistono piccole sensazioni, sentimenti tenui e delicati, ma una temperie che forgia ogni elemento e lo sposta verso un nuovo clima, fortemente determinato e marcato. Enzo Fiore tempera la vibratilità del Novecento attraverso il recupero di uno spirito espressionista e nordico, modifica il clima mediterraneo e solare mediante un bagno dentro le acque sulfuree e gelate di una temperatura che spinge verso l’assoluto, allontanando l’immagine dal clima relativo dello stato d’animo e dell’intimismo. Se il Novecento cerca l’approdo verso i lidi di una linea circoscritta all’ambito italiano, Fiore apre il suo stile verso un’espressività incisiva e definitoria. Egli introduce nella sua pittura lo stato di una nuova necessità guidata dall’urgenza di una definizione filosofica del suo mondo. Il Novecento, invece, nella sua grande distensione stilistica, ha sempre cercato nell’arte il riparo da ogni urgenza dilagante e frantumante. Fiore accetta l’ineluttabilità del frammento, l’impossibilità di un’espressione di superficie per cercare una pittura in cui spessore della materia e forza del segno diano anche il segno filosofico delle immagini con una tecnica che comprende resina, terra, foglie, radici ecc.”
Nelle opere di Fiore, infatti, il legame con la natura è fortissimo. È da essa che, fin dagli esordi nel 1997, l’artista attinge per plasmare i suoi lavori. Egli si avvale infatti di materiali organici, quali muschio, arbusti, interiora di animali, radici, terra, pietre, ma anche resina e cemento che diventano gli strumenti per la creazione delle sue opere. Fiore dimostra uno straordinario potere di suggestione, ed attraverso l’utilizzo impercettibilmente strutturato di materiali organici, peculiarità della sua ricerca artistica, sembra volerci condurre con mano ferma e delicata all’interno di una leggenda, di una dimensione mitologica alla quale lo spettatore è invitato a partecipare.
Dal 2008 utilizza anche vari insetti nella composizione delle sue opere. Le sue ultime creazioni si contraddistinguono per un forte e irruente colore di sfondo che alleggerisce visibilmente l’atmosfera delle tele, esorcizzando il tema della morte e della decomposizione. La materia inanimata e decomposta prende nuova vita e diventa un’altra espressione di carne e corpo.
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