Katharina Hinsberg. Spatien
Dal 19 Gennaio 2015 al 21 Marzo 2015
Roma
Luogo: Galleria Marie-Laure Fleisch
Indirizzo: via di Pallacorda 15
Orari: da lunedì a venerdì 14-20; sabato 16-20; domenica su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 06 68891936
E-Mail info: info@galleriamlf.com
Sito ufficiale: http://www.galleriamlf.com
La Galleria Marie-Laure Fleisch inaugura il suo nuovo spazio in Via di Pallacorda con la mostra Spatien, prima personale in Italia dell’artista tedesca Katharina Hinsberg. La nuova sede della galleria, i cui ambienti sono stati riorganizzati dallo studio Lazzarini Pickering Architetti, si situa nel rione Campo Marzio all’interno di quelle che una volta corrispondevano alle antiche scuderie di Palazzo Cardelli. Commissionato nel Cinquecento dall’umanista Jacopo Cardelli per ospitare la domus magna dell’omonima famiglia, i lavori di restauro e decorazione dei fabbricati furono affidati all’architetto Francesco da Volterra e completati poi da Gaspare Guerra, con ulteriori ampliamenti realizzati nell’Ottocento.
La ricerca artistica di Katharina si configura come una riflessione sull’atto del disegnare, inteso nella sua accezione originaria. Medium espressivo privilegiato è la carta e punto di partenza è la linea. Sin dagli studi a Monaco e Dresda infatti, l’artista si è concentrata sulla sperimentazione delle possibilità artistiche della linea, che da segno grafico si espande liberandosi progressivamente dal vincolo del supporto cartaceo fino ad attivare un dialogo con l’architettura.
Per la mostra d’inaugurazione Katharina Hinsberg presenta un gruppo di lavori su carta e una installazione site-specific.
In alcune opere in mostra Katharina traccia a mano libera con la matita delle linee rosse, in parte poi ritagliate, realizzando un disegno astratto che contrasta la geometria della griglia del foglio. In altre opere invece la carta, trattata come materia scultorea, viene punteggiata, incisa e bucata, prendendo vita come forma plastica a se stante.
La grande installazione, Spatien, realizzata appositamente per la nuova sede, dà il titolo alla mostra. Il termine, a cui non corrisponde in italiano una traduzione univoca, indica in genere degli intermezzi di spazio. A comporla sono proprio dei filiformi “intervalli” spaziali di carta velina rosso-arancio, meticolosamente ritagliati e poi appesi al soffitto uno ad uno.
L’opera, presentata per la prima volta in Germania nel 2010 al Kunstverein di Würzburg e ancora nel 2011 al Museum DKM di Duisburg, si trasforma di volta in volta ad ogni nuovo allestimento ed è concepita ad hoc per il luogo dove viene presentata. Una pioggia di colore pervade lo spazio, pur senza precluderlo allo sguardo, riempie visivamente il volume ma al contempo rompe i suoi limiti superando la costrizione del muro e propagandosi dal pavimento al soffitto senza soluzione di continuità.
Tra le linee, la cui distribuzione e posizione è decisa in fieri dall’artista durante l’allestimento, si incontrano a terra caotici grovigli in cui i fili si condensano in mucchietti, e si snoda un passaggio che il visitatore è invitato ad attraversare: seguendo il percorso pensato dall’artista, il pubblico entra nell’opera e si confronta con una nuova percezione spaziale che mette in discussione i consueti punti di riferimento.
Il disegno, a cui Katharina si accosta con un approccio sistematico, diventa un mezzo di esplorazione concettuale. Guidata da razionalità e intuizione, l’artista ne sviluppa le qualità trasformative realizzando una mappatura fragile e mutevole dello spazio e analizzando le nozioni di confine e tensione tra i generi artistici: la linea del disegno infatti si materializza divenendo forma scultorea e proiettandosi sul piano tridimensionale, sino a svilupparsi in vere e proprie installazioni, che tuttavia conservano il senso grafico originario.
La ricerca artistica di Katharina si configura come una riflessione sull’atto del disegnare, inteso nella sua accezione originaria. Medium espressivo privilegiato è la carta e punto di partenza è la linea. Sin dagli studi a Monaco e Dresda infatti, l’artista si è concentrata sulla sperimentazione delle possibilità artistiche della linea, che da segno grafico si espande liberandosi progressivamente dal vincolo del supporto cartaceo fino ad attivare un dialogo con l’architettura.
Per la mostra d’inaugurazione Katharina Hinsberg presenta un gruppo di lavori su carta e una installazione site-specific.
In alcune opere in mostra Katharina traccia a mano libera con la matita delle linee rosse, in parte poi ritagliate, realizzando un disegno astratto che contrasta la geometria della griglia del foglio. In altre opere invece la carta, trattata come materia scultorea, viene punteggiata, incisa e bucata, prendendo vita come forma plastica a se stante.
La grande installazione, Spatien, realizzata appositamente per la nuova sede, dà il titolo alla mostra. Il termine, a cui non corrisponde in italiano una traduzione univoca, indica in genere degli intermezzi di spazio. A comporla sono proprio dei filiformi “intervalli” spaziali di carta velina rosso-arancio, meticolosamente ritagliati e poi appesi al soffitto uno ad uno.
L’opera, presentata per la prima volta in Germania nel 2010 al Kunstverein di Würzburg e ancora nel 2011 al Museum DKM di Duisburg, si trasforma di volta in volta ad ogni nuovo allestimento ed è concepita ad hoc per il luogo dove viene presentata. Una pioggia di colore pervade lo spazio, pur senza precluderlo allo sguardo, riempie visivamente il volume ma al contempo rompe i suoi limiti superando la costrizione del muro e propagandosi dal pavimento al soffitto senza soluzione di continuità.
Tra le linee, la cui distribuzione e posizione è decisa in fieri dall’artista durante l’allestimento, si incontrano a terra caotici grovigli in cui i fili si condensano in mucchietti, e si snoda un passaggio che il visitatore è invitato ad attraversare: seguendo il percorso pensato dall’artista, il pubblico entra nell’opera e si confronta con una nuova percezione spaziale che mette in discussione i consueti punti di riferimento.
Il disegno, a cui Katharina si accosta con un approccio sistematico, diventa un mezzo di esplorazione concettuale. Guidata da razionalità e intuizione, l’artista ne sviluppa le qualità trasformative realizzando una mappatura fragile e mutevole dello spazio e analizzando le nozioni di confine e tensione tra i generi artistici: la linea del disegno infatti si materializza divenendo forma scultorea e proiettandosi sul piano tridimensionale, sino a svilupparsi in vere e proprie installazioni, che tuttavia conservano il senso grafico originario.
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