Latinamente
Dal 06 Ottobre 2012 al 02 Novembre 2012
Roma
Luogo: The Office - contemporary art
Indirizzo: via Ostilia 31
Orari: da lunedi a venerdì 10-14/ 15-18.30; sabato su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 06 39750964
E-Mail info: info@theofficeart.it
Sito ufficiale: http://www.amaci.org/gdc/ottava-edizione/latinamente-arte-contemporanea-latinoamericana
L’arte contemporanea del Sudamerica ha avuto negli ultimi anni un grande sviluppo. Oltre al macro-continente brasiliano, molti degli altri paesi latini hanno visto fiorire accademie, musei e ambienti di ricerca al livello dei paesi leader del mercato dell’arte. Questa mostra, promossa dalla galleria Primo Piano LivinGallery di Lecce, e curata da Dores Sacquegna, è una lente di ingrandimento sul panorama dell’arte di oggi del Venezuela ed è parte di un progetto itinerante che ha avuto altre tappe a Lecce, Bari e Napoli e che ha come obiettivo far conoscere al pubblico italiano questo mondo affascinante in bilico tra il linguaggio della modernità e i legami con la tradizione.
Poche volte i luoghi dell’arte Italiani si sono occupati del Venezuela. Eppure il legame tra l’Italia e questo paese è sempre stato molto stretto, grazie alla forte immigrazione che a più riprese c’è stata verso quelle terre. La situazione politica incerta ha certamente reso più difficile l’emergere di scuole artistiche in grado di imporsi sulla scena internazionale, ma tra queste si ricorda la fondazione del Círculo de Bellas Artes, in cui operarono scrittori, poeti e pittori di avanguardia, che segna il momento di rottura con l'accademismo; la scuola ispirata al Bauhaus di E. Monsanto, con una ricerca che sfociò verso le più avanzate correnti artistiche venezuelane, vicine all'astrattismo; il gruppo dei “Dissidenti” di cui fecero parte, tra gli altri, Alejandro Otero, Pascual Navarro, Luis Guevara Moreno. Nella seconda metà del Novecento la Fondazione del Taller Libre de Arte, cui aderirono tra gli altri Oswaldo Vigas, Omar Carreño, mentre gli anni Sessanta furono dominati da artisti dell'arte cinetica tra cui C. Cruz Diez e J. Soto. Tra i nomi emersi dal 1970 in poi si citano Carlos Zerpa, Henry Bermúdez, Rolando Peña, José Campos Biscardi, Francisco Hung, Corina Briceño, Margot Römer e Ana María Mazzei, Bartus Bartolomes, Josè Coronel, artisti il cui lavoro progressivamente acquista riconoscimenti a livello internazionale.
Nonostante le difficoltà degli ultimi anni, il fermento creativo e la voglia di dare voce alla propria identità ha fatto emergere nuovi nomi di singolare unicità. La mostra presenta 9 artisti che sperimentano forme e generi molto diversi fra loro. Nomi più conosciuti come Bartus Bartolomes noto per il suo proclama sul "Transposizionismo" centrato sulle nuove iconografie e simbolismi dell’ "arte visiva" contemporanea. Le sue opere (pittura, disegno, caricatura, fotografia, design e poesia) si ispirano a sincretismi, ibridazioni e codici segreti, espressi con i linguaggi della contemporaneità. Ricardo B. Sanchez, architetto e fotografo, che opera sui concetti di identità e di emigrazione, Josè Coronel, anche disegnatore e grafico, esegue grandi murales e ha avuto importanti retrospettive, tra cui la recente inaugurata il 26 agosto al Museo para la Cultura de Valencia/Carabobo ed ancora in corso. I suoi lavori (tra scultura e pittura) giocano con la luce in labirintici incastri di colore e trasparenze. Domingo De Lucia artista minimalista e presidente della Fundación ArtQuímia ed Atenea a Caracas. Dal 1997 è membro del “Grupo Provisional” una associazione di artisti che operano nel campo dell’arte e della cultura. Tra i “giovani” figurano Astolfo Funes, le sue opere sono in prestigiose collezioni internazionali private e pubbliche. Opera con la pittura, con un segno graffiante e tipico latino; la fotografa Paola Puppio Zingg con il suo realismo magico in chiave contemporanea, l’artista Katiuska Gonzales, Sandra Garcia Pardo, Ytaelena Lopez che lavorano anche con video ed installazione.
Tra nuova figurazione, linguaggi sperimentali o astrazione elementi comuni sono sempre un’attenta osservazione della società in evoluzione del loro continente e una esplosione di vita che rendono la mostra un’esperienza dei sensi.
Poche volte i luoghi dell’arte Italiani si sono occupati del Venezuela. Eppure il legame tra l’Italia e questo paese è sempre stato molto stretto, grazie alla forte immigrazione che a più riprese c’è stata verso quelle terre. La situazione politica incerta ha certamente reso più difficile l’emergere di scuole artistiche in grado di imporsi sulla scena internazionale, ma tra queste si ricorda la fondazione del Círculo de Bellas Artes, in cui operarono scrittori, poeti e pittori di avanguardia, che segna il momento di rottura con l'accademismo; la scuola ispirata al Bauhaus di E. Monsanto, con una ricerca che sfociò verso le più avanzate correnti artistiche venezuelane, vicine all'astrattismo; il gruppo dei “Dissidenti” di cui fecero parte, tra gli altri, Alejandro Otero, Pascual Navarro, Luis Guevara Moreno. Nella seconda metà del Novecento la Fondazione del Taller Libre de Arte, cui aderirono tra gli altri Oswaldo Vigas, Omar Carreño, mentre gli anni Sessanta furono dominati da artisti dell'arte cinetica tra cui C. Cruz Diez e J. Soto. Tra i nomi emersi dal 1970 in poi si citano Carlos Zerpa, Henry Bermúdez, Rolando Peña, José Campos Biscardi, Francisco Hung, Corina Briceño, Margot Römer e Ana María Mazzei, Bartus Bartolomes, Josè Coronel, artisti il cui lavoro progressivamente acquista riconoscimenti a livello internazionale.
Nonostante le difficoltà degli ultimi anni, il fermento creativo e la voglia di dare voce alla propria identità ha fatto emergere nuovi nomi di singolare unicità. La mostra presenta 9 artisti che sperimentano forme e generi molto diversi fra loro. Nomi più conosciuti come Bartus Bartolomes noto per il suo proclama sul "Transposizionismo" centrato sulle nuove iconografie e simbolismi dell’ "arte visiva" contemporanea. Le sue opere (pittura, disegno, caricatura, fotografia, design e poesia) si ispirano a sincretismi, ibridazioni e codici segreti, espressi con i linguaggi della contemporaneità. Ricardo B. Sanchez, architetto e fotografo, che opera sui concetti di identità e di emigrazione, Josè Coronel, anche disegnatore e grafico, esegue grandi murales e ha avuto importanti retrospettive, tra cui la recente inaugurata il 26 agosto al Museo para la Cultura de Valencia/Carabobo ed ancora in corso. I suoi lavori (tra scultura e pittura) giocano con la luce in labirintici incastri di colore e trasparenze. Domingo De Lucia artista minimalista e presidente della Fundación ArtQuímia ed Atenea a Caracas. Dal 1997 è membro del “Grupo Provisional” una associazione di artisti che operano nel campo dell’arte e della cultura. Tra i “giovani” figurano Astolfo Funes, le sue opere sono in prestigiose collezioni internazionali private e pubbliche. Opera con la pittura, con un segno graffiante e tipico latino; la fotografa Paola Puppio Zingg con il suo realismo magico in chiave contemporanea, l’artista Katiuska Gonzales, Sandra Garcia Pardo, Ytaelena Lopez che lavorano anche con video ed installazione.
Tra nuova figurazione, linguaggi sperimentali o astrazione elementi comuni sono sempre un’attenta osservazione della società in evoluzione del loro continente e una esplosione di vita che rendono la mostra un’esperienza dei sensi.
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