Lina Passalacqua. Le quattro stagioni
Dal 19 Aprile 2013 al 18 Maggio 2013
Roma
Luogo: Complesso del Vittoriano
Indirizzo: via San Pietro in Carcere
Orari: tutti i giorni 9.30-19.30
Curatori: Maria Teresa Benedetti
Enti promotori:
- Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Arte e Sport
- Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 6780664/ 06 3225380
E-Mail info: p.saba@comunicareorganizzando.it
Sito ufficiale: http://www.linapassalacqua.com
La mostra “Le quattro stagioni” di Lina Passalacqua, ospitata al Complesso del Vittoriano dal 19 aprile al 18 maggio 2013, vuole far conoscere l’universo pittorico dell’artista attraverso una quarantina di oli su tela dedicati alle quattro stagioni che raccoglie opere scelte degli ultimi tre anni, più un gran numero di bozzetti eseguiti mediante il ricorso al collage. Le stagioni diventano il simbolo della vita stessa che si identifica nei diversi momenti, solari, e infuocati, algidi e grigi, per poi, improvvisamente giungere al punto fatale, ove tutto termina perché tutto ricominci. “Dopo avere dipinto la serie degli elementi cosmici - acqua, aria, terra, fuoco- Lina affronta il ciclo delle stagioni, cogliendo originali relazioni di forme e colori, alimentate da una concezione dinamica del reale, che ne interpreta le infinite metamorfosi. La vita della natura diviene occasione per rintracciarne i segreti, coglierne l’essenza, sublimarne le apparenze, con piena consapevolezza della sua ricchezza, dei suoi perenni contrasti. Guidata da una sensitività storicamente “ moderna”, l’artista adotta con piglio virile, pur senza trascurare accenti di sottile poesia, toni diretti, che sconvolgono i linguaggi tipici dell’arcadia, eliminano ogni indulgenza a una statica poeticità, enucleano forti elementi di novità, innescati su una robusta attitudine creativa.” (M. T. Benedetti).
La mostra, che si avvale del Patrocinio della Regione Lazio – Assessorato alla Cultura, Arte e Sport - e di Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico -, ed è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando, è a cura di Maria Teresa Benedetti e sarà inaugurata giovedì 18 aprile alle ore 18.30 presso il Complesso del Vittoriano.
Lina Passalacqua nasce nel 1933 a Sant’Eufemia D’Aspromonte (Reggio Calabria) e manifesta sin da piccola una spiccata vocazione artistica contrastata dai familiari. Terminati gli studi rifiuta un impiego, lascia Genova e la famiglia e si dedica per alcuni anni al teatro lavorando come protagonista con notissimi attori. Nel 1960, a Roma, frequenta lo studio del pittore e incisore Carlo Alberto Petrucci, accademico di San Luca, personalità determinante per la sua formazione professionale. Dal 1963 si dedica completamente alla pittura, all’inizio come ritrattista, pubblicando per diversi anni ritratti di scrittori. Negli anni settanta, attenta alle sperimentazioni tipiche di quegli anni, si cimenta con il riporto fotografico, nell’urgenza di afferrare la cronaca del periodo e farla assurgere alle dimensioni della storia. Nasce la poetica del Flash, dell’istante. Negli anni ’80, la frammentazione cubista e il dinamismo delle fasce lineari di Balla acquistano stabilmente nei suoi quadri un proprio spazio. Nel corso della sua attività, ha esposto in circa 45 mostre personali e ha partecipato ad oltre 80 collettive in Italia e all’estero, esponendo in numerosi spazi museali .Nel 2008 viene inserita dal comitato del Dipartimento di Pittura e Scultura del MoMA e del Guggenheim Museum di New York, nel programma internazionale “Artists’Viewing Program”per facilitare lo scambio tra curatori e artisti a livello mondiale. Tra i numerosi premi e riconoscimenti ricevuti, va ricordata la medaglia del Presidente della Repubblica, per il Neofuturismo. Titolare fino al 1996 della Cattedra di Discipline Pittoriche al 1° Liceo Artistico Ripetta a Roma, festeggia quest’anno i suoi 50 anni di pittura.
La mostra
Tema della mostra sono le Quattro Stagioni che rivivono nella rivisitazione e ricreazione di forme dinamiche di palese impianto futurista.
“L’eredità futurista si ritrova nell’energia plastica, nel fluire dinamico del segno, nell’eliminazione di strutture rigidamente prospettiche, nel tendere della visione all’infinito, nel premere di forze che sembrano volere uscire dal dipinto. L’adesione a un astrattismo di matrice lirica si manifesta nel senso di libertà del ductus pittorico, nell’individuazione di una capacità espressiva che superi ogni suggestione naturalistica, nell’importanza attribuita allo spessore di un colore compatto e squillante, che riflette una risonanza interiore. L’occhio indaga sui particolari, accenna attraverso la forma a voli dell’anima, resi attraverso la musicalità dei movimenti del pennello. Attraverso un affinarsi della sensibilità, emerge la capacità di rendere plastico, concreto, ciò che sarebbe potuto apparire incorporeo, in plasmabile, irrappresentabile. Suggestioni musicali, insieme agli echi delle voci dei poeti, sono sicuramente elementi di stimolo nell’ impresa di rendere visivo il segreto profumo del mondo.” Così scrive Maria Teresa Benedetti.
In mostra, della Primavera gli Anemoni, le Fresie, il Sogno, il Risveglio; dell’Estate i Girasoli, il Tramonto, il Cielo infuocato, i Colori dell’Estate; dell’Autunno la Magia d’Autunno, i Petali di rosa, le Larve, il Profumo della Terra; dell’Inverno la Bufera, La voce del vento, il Silenzio,i Riflessi di ghiaccio. In una sintesi geometrica che ricorda a tratti Depero.
“Una complessa registrazione penetra fino alle fibre più segrete del creato: il senso panico del rinascere della vita dall’imo pulsa nella Primavera, il canto alto e fondo, vibrante di colori accesi racconta l’Estate, il baluginio segreto di una bellezza raccolta testimonia l’Autunno, la sinfonia dei bianchi abbaglianti ritma nell’Inverno una successione di immagini, che trasmettono una profonda, seppure controllata emozione.” (M.T. Benedetti).
La mostra, che si avvale del Patrocinio della Regione Lazio – Assessorato alla Cultura, Arte e Sport - e di Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico -, ed è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando, è a cura di Maria Teresa Benedetti e sarà inaugurata giovedì 18 aprile alle ore 18.30 presso il Complesso del Vittoriano.
Lina Passalacqua nasce nel 1933 a Sant’Eufemia D’Aspromonte (Reggio Calabria) e manifesta sin da piccola una spiccata vocazione artistica contrastata dai familiari. Terminati gli studi rifiuta un impiego, lascia Genova e la famiglia e si dedica per alcuni anni al teatro lavorando come protagonista con notissimi attori. Nel 1960, a Roma, frequenta lo studio del pittore e incisore Carlo Alberto Petrucci, accademico di San Luca, personalità determinante per la sua formazione professionale. Dal 1963 si dedica completamente alla pittura, all’inizio come ritrattista, pubblicando per diversi anni ritratti di scrittori. Negli anni settanta, attenta alle sperimentazioni tipiche di quegli anni, si cimenta con il riporto fotografico, nell’urgenza di afferrare la cronaca del periodo e farla assurgere alle dimensioni della storia. Nasce la poetica del Flash, dell’istante. Negli anni ’80, la frammentazione cubista e il dinamismo delle fasce lineari di Balla acquistano stabilmente nei suoi quadri un proprio spazio. Nel corso della sua attività, ha esposto in circa 45 mostre personali e ha partecipato ad oltre 80 collettive in Italia e all’estero, esponendo in numerosi spazi museali .Nel 2008 viene inserita dal comitato del Dipartimento di Pittura e Scultura del MoMA e del Guggenheim Museum di New York, nel programma internazionale “Artists’Viewing Program”per facilitare lo scambio tra curatori e artisti a livello mondiale. Tra i numerosi premi e riconoscimenti ricevuti, va ricordata la medaglia del Presidente della Repubblica, per il Neofuturismo. Titolare fino al 1996 della Cattedra di Discipline Pittoriche al 1° Liceo Artistico Ripetta a Roma, festeggia quest’anno i suoi 50 anni di pittura.
La mostra
Tema della mostra sono le Quattro Stagioni che rivivono nella rivisitazione e ricreazione di forme dinamiche di palese impianto futurista.
“L’eredità futurista si ritrova nell’energia plastica, nel fluire dinamico del segno, nell’eliminazione di strutture rigidamente prospettiche, nel tendere della visione all’infinito, nel premere di forze che sembrano volere uscire dal dipinto. L’adesione a un astrattismo di matrice lirica si manifesta nel senso di libertà del ductus pittorico, nell’individuazione di una capacità espressiva che superi ogni suggestione naturalistica, nell’importanza attribuita allo spessore di un colore compatto e squillante, che riflette una risonanza interiore. L’occhio indaga sui particolari, accenna attraverso la forma a voli dell’anima, resi attraverso la musicalità dei movimenti del pennello. Attraverso un affinarsi della sensibilità, emerge la capacità di rendere plastico, concreto, ciò che sarebbe potuto apparire incorporeo, in plasmabile, irrappresentabile. Suggestioni musicali, insieme agli echi delle voci dei poeti, sono sicuramente elementi di stimolo nell’ impresa di rendere visivo il segreto profumo del mondo.” Così scrive Maria Teresa Benedetti.
In mostra, della Primavera gli Anemoni, le Fresie, il Sogno, il Risveglio; dell’Estate i Girasoli, il Tramonto, il Cielo infuocato, i Colori dell’Estate; dell’Autunno la Magia d’Autunno, i Petali di rosa, le Larve, il Profumo della Terra; dell’Inverno la Bufera, La voce del vento, il Silenzio,i Riflessi di ghiaccio. In una sintesi geometrica che ricorda a tratti Depero.
“Una complessa registrazione penetra fino alle fibre più segrete del creato: il senso panico del rinascere della vita dall’imo pulsa nella Primavera, il canto alto e fondo, vibrante di colori accesi racconta l’Estate, il baluginio segreto di una bellezza raccolta testimonia l’Autunno, la sinfonia dei bianchi abbaglianti ritma nell’Inverno una successione di immagini, che trasmettono una profonda, seppure controllata emozione.” (M.T. Benedetti).
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