Lubka Cibulovà. Le Donne e il Cielo
Dal 22 Ottobre 2015 al 20 Novembre 2015
Roma
Luogo: Galleria Anteprima d’Arte Contemporanea
Indirizzo: piazza Mazzini 27
Curatori: Claudio Vagnoni, Paolo Coteni
Enti promotori:
- Galleria Anteprima d’Arte Contemporanea
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 37500282
E-Mail info: info@anteprimadartecontemporanea.it
Sito ufficiale: http://www.anteprimadartecontemporanea.it
Il giorno 22 Ottobre 2015 alle ore 19.00 negli spazi della Galleria Anteprima D’Arte Contemporanea si inaugura la mostra personale di Lubka Cibulovà “Le Donne e il Cielo”, a cura di Claudio Vagnoni e Paolo Coteni.
“Esponente di una nuova generazione di donne artiste. Guardando le opere di Lubka Cibulovà, è come passare attraverso un album d’illustrazioni, o come se si guardasse un paesaggio in movimento. Si dovrebbe trarre l’impressione che la sua formazione artistica non è una progressione lineare e cumulativa di tecniche conoscitive. Il suo patrimonio è piuttosto una raccolta di abiti concettuali, di modelli comportamentali, di condotte operative che sorgono dalla forma della sua vita e sono la sua espressione.
Fare arte per Lubka significa rendere oggettiva la sua esperienza del mondo, trasformando la successione di singoli momenti in qualcosa di visivo, testuale o musicale. L’arte per lei è una sorta di commento alla sua vita. Lubka Cibulovà ha il suo studio di Roma come un negozio di un rigattiere. Da sempre raccoglie cose di ogni tipo e provenienza, da gingilli a ninnoli, coprendo l’intero universo della sua immaginativa. ll numero e la varietà degli oggetti adoperati nelle sue opere intendono sottolineare come la sua storia non può essere che frammentaria. Sebbene molti linguaggi consentano di mescolare sistemi di segni eterogenei, questo porta inevitabilmente a diagnosticare una profonda crisi della pittura.
Diversamente da quella di tanti suoi colleghi, la pittura di Lubka, a dispetto della complessità strutturale, non presenta alcun tipo di analisi sulla natura di questa crisi. La sua forza, infatti, è l’ambiguità. Ampie parti delle tele rimangono spesso vuote, mentre negli altri punti la figurazione abbonda. I richiami all’arte astratta, il problema del rapporto figura sfondo, i pattern sono combinati con elementi di carattere narrativo.
I lavori più recenti presentano un carattere interdisciplinare, fanno dialogare tra loro mezzi artistici diversi, quali la pittura, la fotografia, il disegno e piccoli oggetti quotidiani. Inoltre, l’artista infrange tabù e clichè con spirito ironico e un certo gusto kitsch. Tutti questi fattori compongono un eclettico universo visivo, una sorta di collage ornamentale esumato da stili perduti e obsoleti.” (Claudio Vagnoni)
“Esponente di una nuova generazione di donne artiste. Guardando le opere di Lubka Cibulovà, è come passare attraverso un album d’illustrazioni, o come se si guardasse un paesaggio in movimento. Si dovrebbe trarre l’impressione che la sua formazione artistica non è una progressione lineare e cumulativa di tecniche conoscitive. Il suo patrimonio è piuttosto una raccolta di abiti concettuali, di modelli comportamentali, di condotte operative che sorgono dalla forma della sua vita e sono la sua espressione.
Fare arte per Lubka significa rendere oggettiva la sua esperienza del mondo, trasformando la successione di singoli momenti in qualcosa di visivo, testuale o musicale. L’arte per lei è una sorta di commento alla sua vita. Lubka Cibulovà ha il suo studio di Roma come un negozio di un rigattiere. Da sempre raccoglie cose di ogni tipo e provenienza, da gingilli a ninnoli, coprendo l’intero universo della sua immaginativa. ll numero e la varietà degli oggetti adoperati nelle sue opere intendono sottolineare come la sua storia non può essere che frammentaria. Sebbene molti linguaggi consentano di mescolare sistemi di segni eterogenei, questo porta inevitabilmente a diagnosticare una profonda crisi della pittura.
Diversamente da quella di tanti suoi colleghi, la pittura di Lubka, a dispetto della complessità strutturale, non presenta alcun tipo di analisi sulla natura di questa crisi. La sua forza, infatti, è l’ambiguità. Ampie parti delle tele rimangono spesso vuote, mentre negli altri punti la figurazione abbonda. I richiami all’arte astratta, il problema del rapporto figura sfondo, i pattern sono combinati con elementi di carattere narrativo.
I lavori più recenti presentano un carattere interdisciplinare, fanno dialogare tra loro mezzi artistici diversi, quali la pittura, la fotografia, il disegno e piccoli oggetti quotidiani. Inoltre, l’artista infrange tabù e clichè con spirito ironico e un certo gusto kitsch. Tutti questi fattori compongono un eclettico universo visivo, una sorta di collage ornamentale esumato da stili perduti e obsoleti.” (Claudio Vagnoni)
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