Marco Biondi. Riunioni intime

Marco Biondi. Riunioni intime, Galleria Artisti ai Banchi, Roma

 

Dal 28 Marzo 2014 al 07 Aprile 2014

Roma

Luogo: Galleria Artisti ai Banchi

Indirizzo: via dei Banchi Nuovi 21/c

Orari: da martedì a sabato 11-19

Telefono per informazioni: +39 346 7614334

E-Mail info: lenasalv@gmail.com

Sito ufficiale: http://www.marcobiondi.it


L’amore per gli animali, in questo caso creature familiari, salvate una ad una dalle umane crudeltà, è il motivo centrale di Riunioni intime, la magnifica serie fotografica di Marco Biondi in mostra dal 28 marzo al 7 aprile presso Artisti ai Banchi, lo spazio espositivo recentemente inaugurato da Lena Salvatori. Pecore, buoi, cavalli, capre diventano testimoni di un mondo arcaico e silenzioso, denso di simboli, suggestioni, infinite vibrazioni che si trasmettono infine come fluido linguaggio emotivo. Gli animali sono ritratti in solitudine, in un istante perfetto e conchiuso delle loro vite, che Biondi ferma nel tempo con padronanza assoluta dell’arte fotografica. Musi, corpi, manti di viva morbidezza, che non sorprenderebbe vedere sollevarsi in respiro, si stagliano su trame di foglie, rovi, fili d’erba come indizio di mondi compiuti ma mai angusti. Nei pochi scatti in cui gli animali sono assenti è comunque il loro sguardo limpido e innocente a guidarci attraverso il mistero delle ombre, le geometrie contorte dei rami, il riflesso di pozzanghere che sembrano contenere tutto il cielo che a un mondo si può concedere.
Ritratte in una fissità che rimanda alle statuette votive egizie o alle icone bizantine, queste umili e solennissime creature ci parlano di vita e di morte, di sacralità e fusione panica, come aspetti di una semplicità dell’esistere che per gli umani è traguardo inarrivabile.
Con la stessa naturalezza che è l’ispirazione primaria di Riunioni intime, Biondi dissemina i suoi ritratti di animali di squarci metafisici ed echi di eternità, senza mai rinunciare a un tratto fotografico di scarna purezza, che amplifica la sostanza concettuale delle sue opere e l’onirismo della campagna laziale. Illuminante anche la scelta dell’artista di stampare su pagine strappate da un libro del primo Novecento: carta ingiallita, vissuta, leggera come i sogni e la memoria, per fare di ogni foto un unicum irripetibile e donare al bianco/nero un inedito calore cromatico.









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