Marco Manzo

Marco Manzo, Andromeda

 

Dal 06 Dicembre 2018 al 16 Dicembre 2018

Roma

Luogo: Complesso del Vittoriano - Ala Brasini

Indirizzo: via San Pietro in Carcere

Orari: dal lunedì al giovedì 9.30-19.30. Venerdì e sabato 9.30 - 22.00. Domenica 9.30 - 20.30 (L’ingresso è consentito fino a un'ora prima)

Enti promotori:

  • Patrocinio di Regione Lazio e Roma Capitale - Assessorato alla Crescita Culturale

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Sito ufficiale: http://www.ilvittoriano.com



Dal 6 dicembre, al Complesso del Vittoriano - Ala Brasini va in scena la mostra dal titolo Marco Manzo: il tatuatore, visual artist, scultore, incisore e designer di fama internazionale espone al Vittoriano la sua intera produzione artistica che - in concomitanza delle mostre dedicate a Warhol e Pollock - resterà aperta al pubblico fino al 16 dicembre.

La mostra celebra il tatuaggio che, dal disegno sulla pelle, si declina in pittura, scultura, video, fotografie, installazioni e performance.

Attraverso 100 opere l’arte di Manzo - che normalmente vive sul corpo vivo, soprattutto quello femminile sempre al centro della sua ispirazione - è visibile lungo il percorso. A lui si deve infatti l’ingresso del tatuaggio nei musei di arte contemporanea e nelle loro collezioni permanenti, segnando una ulteriore tappa nel percorso della storia dell’arte.
Le sculture in bronzo, alluminio, ceramica e marmo sono tutte tatuate e grazie ai materiali di supporto il disegno è tangibile e il tratto dell’artista è di grande impatto visivo.

Quello che solitamente avviene sul corpo, inteso come scultura in movimento, diviene eterno. È il caso dell’opera al centro del percorso espositivo Francesca (2017), un’incisione indiretta su alluminio che rappresenta una sirena circondata da teste di marinai tutte tatuate e quadri animati dove la bellezza femminile senza tatuaggi è a confronto con quella ricoperta di tatuaggi dallo stilema ornamentale che ha reso tanto celebre l’artista nel mondo.

A seguire nel percorso, una “mostra vivente”, con live performance, opere e installazioni concesse dal Museo LIMEN di Vibo Valentia, dalla Fondazione Logudoro Meilogu Museo d'arte Contemporanea FLM di Banari, dal SAMAC, Museo Arte Contemporanea dedicato alle Streghe di Benevento oltre a lavori esposti alla 16. Esposizione Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia - Padiglione Guatemala, a cui l’artista ha partecipato.

La mostra Marco Manzo, patrocinata dalla Regione Lazio e da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita Culturale, conferma dunque il tatuaggio come arte contemporanea del XXI Secolo che con l’artista raggiunge i massimi livelli.
Gestione e organizzazione Complesso del Vittoriano - Ala Brasini del Gruppo Arthemisia.

L’ARTISTA
Durante la sua carriera Marco Manzo è riuscito a fondere insieme le modalità di espressione più variegate e a creare un personale e riconoscibile linguaggio che, nel tempo, ha conquistato i contesti più eterogenei.
Famosi i suoi “matrimoni” e le sue contaminazioni con la scultura, il design, la video-art, le arti digitali, la musica, l’alta moda e i motori.
L’unicità, l’irriproducibilità e l’innovazione sono gli elementi distintivi propri della sua arte incisoria su corpo umano. Uno degli ultimi traguardi raggiunti è stato quello di trasformare il tatuaggio in una forma artistica riconosciuta e di portarlo a essere degno di una considerazione istituzionale pari alle arti cosiddette maggiori. Le opere di Manzo hanno fatto il loro ingresso a vario titolo presso il Maxxi e il MACRO di Roma, la Gagosian Gallery di New York e alcuni dei più celebri musei di arte contemporanea internazionali, come il MOMA di New York.

LA POETICA: Arte per fare Arte ed Eternità della produzione artistica
I concetti di Arte per fare Arte ed Eternità della produzione artistica hanno interessato pubblico e critica nella vita artistica di Marco Manzo.
Arte per fare arte parte da una macchinetta per tatuaggi in oro e incisa - dall’artista stesso - usata - sempre da lui - per creare le sculture tatuate, opere presenti in mostra al Vittoriano.
Lo strumento, esso stesso opera d’arte, genera nuova arte: artefice di buona parte della produzione artistica di Manzo è un mezzo dell’arte che ne è allo stesso tempo testimone.
Eternità della produzione artistica è la creazione di opere interattive che, anche in assenza dell’autore, possono generare nuove opere tramite il pubblico che diventa performer, collocando o modificando l’opera, come programmato dall’artista.
Esempio: le lastre che sono in mostra, su di una superficie di un metro quadro, sono in grado di comporre otre 23.000.000.000 di combinazioni... la vita di una persona non basterebbe a vederle tutte nello scorrere del tempo, degli anni di un’intera esistenza. Da qui il concetto di eternità nella produzione di un’opera d’arte.
Marco Manzo è precursore dello stilema ornamentale che ha come scopo principale quello di ridisegnare il corpo umano - soprattutto quello femminile - slanciandone le forme e accentuandone i punti di forza; il corpo così diventa scultura in movimento.
La progettazione di questi disegni unici, studiati ed elaborati appositamente per ogni persona, ha come punto di partenza il corpo: grazie allo studio dell’anatomia il tatuaggio non è la partenza ma conseguenza del corpo stesso.

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