Marco Maria Giuseppe Scifo. Habitat

Marco Maria Giuseppe Scifo. Habitat
Dal 24 Marzo 2013 al 11 Maggio 2013
Roma
Luogo: Z2O Galleria | Sara Zanin
Indirizzo: via della Vetrina 21
Orari: da martedì a sabato 10.30-19.30 o su appuntamento
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 70452261
E-Mail info: info@z2ogalleria.it
Sito ufficiale: http://www.z2ogalleria.it
Z2O Galleria | Sara Zanin è lieta di presentare Habitat di Marco Maria Giuseppe Scifo. A due anni di distanza dalla prima personale, Running Glance, l’artista presenta oggi un nuovo ciclo di lavori che mira a concepire un discorso organico e totale su un paesaggio che investe gli orizzonti culturologici attuali per costruire una nuova acuta riflessione sul mondo della vita. Su un mondo in rovina da recuperare e sanare mediante accenti estetici che costruiscono una necessaria uscita dall'indifferenza del presente.
Diviso in tre stazioni, in tre paesi critici, in tre progetti (in tre work in progress) che si articolano nei tre spazi della galleria, il disegno messo in campo da Marco Maria Giuseppe Scifo pone lo sguardo dello spettatore di fronte ad un processo di conoscenza che mira a riattivare una capacità di analisi globale sull'esistenza del singolo e della specie.
Segnati da una volontà che agisce sull'ambiente circostante con interventi poetici e delicati, i tre progetti in mostra – Globo pentacisdodecaedro, Habitat - Molecolare e In Nubibus – creano aperture preziose ad un processo meditativo che ritorna a considerare l'essere umano come facente parte di un unico organismo vivente, di un habitat che è spazio integrale e integrante, locus et logos del viaggio linguistico proposto dall'artista. Un viaggio che evidenzia la necessità di riconiugare (e riconsiderare) due mondi apparentemente distanti. Di riunire all'interno di uno stesso spazio prospettico (di stampo fisiologico e riflessivo), i vari orizzonti della natura. Vista, quest'ultima, come un corpus pulsante, come un luogo in cui si intrecciano esperienze e progetti, come un luogo in cui coabitazione, partecipazione e relazione si fanno nuclei e grumi del pensiero umano e del destino della civiltà.
Se Globo pentacisdodecaedro, una scultura cinetica che simula la rotazione del pianeta lungo l'asse terrestre, mette in luce la volontà di geometrizzare la forma sferica del mondo per quotarne il volume, per leggerne la pelle e per evidenziare i limiti del singolo individuo, Habitat -Molecolare (una serie di disegni a penna in light-box) considera, dal canto suo, la natura umana e quella animale come piccoli insiemi di masse molecolari che si spostano nello spazio. In Nubibus, infine, una video-animazione con disegni animati che simulano il movimento delle nubi, pone l'accento sulla vaporizzazione delle cose, ma anche su un'atmosfera attraverso la quale l'artista accende paragoni, metafore luminose sulla perdita della moralità. Di un territorio da riconquistare per assaporare nuovamente un panorama creativo – quello della natura – in continuo divenire.
Diviso in tre stazioni, in tre paesi critici, in tre progetti (in tre work in progress) che si articolano nei tre spazi della galleria, il disegno messo in campo da Marco Maria Giuseppe Scifo pone lo sguardo dello spettatore di fronte ad un processo di conoscenza che mira a riattivare una capacità di analisi globale sull'esistenza del singolo e della specie.
Segnati da una volontà che agisce sull'ambiente circostante con interventi poetici e delicati, i tre progetti in mostra – Globo pentacisdodecaedro, Habitat - Molecolare e In Nubibus – creano aperture preziose ad un processo meditativo che ritorna a considerare l'essere umano come facente parte di un unico organismo vivente, di un habitat che è spazio integrale e integrante, locus et logos del viaggio linguistico proposto dall'artista. Un viaggio che evidenzia la necessità di riconiugare (e riconsiderare) due mondi apparentemente distanti. Di riunire all'interno di uno stesso spazio prospettico (di stampo fisiologico e riflessivo), i vari orizzonti della natura. Vista, quest'ultima, come un corpus pulsante, come un luogo in cui si intrecciano esperienze e progetti, come un luogo in cui coabitazione, partecipazione e relazione si fanno nuclei e grumi del pensiero umano e del destino della civiltà.
Se Globo pentacisdodecaedro, una scultura cinetica che simula la rotazione del pianeta lungo l'asse terrestre, mette in luce la volontà di geometrizzare la forma sferica del mondo per quotarne il volume, per leggerne la pelle e per evidenziare i limiti del singolo individuo, Habitat -Molecolare (una serie di disegni a penna in light-box) considera, dal canto suo, la natura umana e quella animale come piccoli insiemi di masse molecolari che si spostano nello spazio. In Nubibus, infine, una video-animazione con disegni animati che simulano il movimento delle nubi, pone l'accento sulla vaporizzazione delle cose, ma anche su un'atmosfera attraverso la quale l'artista accende paragoni, metafore luminose sulla perdita della moralità. Di un territorio da riconquistare per assaporare nuovamente un panorama creativo – quello della natura – in continuo divenire.
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