Oggetti migranti. Dalla Traccia alla Voce

Oggetti migranti. Dalla Traccia alla Voce

 

Dal 22 Marzo 2017 al 10 Aprile 2017

Roma

Luogo: MLAC - Museo Laboratorio di Arte Contemporanea

Indirizzo: piazzale Aldo Moro 5

Orari: dal lunedì al sabato ore 15-19

Curatori: Barbara D’Ambrosio, Costanza Meli

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 3711755217

E-Mail info: oggettimigranti@gmail.com



Il MLAC - Museo Laboratorio di Arte Contemporanea presenta il progetto OGGETTI MIGRANTI. Dalla Traccia alla voce. Incentrata sul tema della testimonianza delle migrazioni nel Mediterraneo, l'iniziativa vuole ricordare l'ultimo intervento di Giuseppe Basile, rivolto alla realizzazione di un Museo delle Migrazioni a Lampedusa. La mostra presenta il primo nucleo della collezione restaurata degli oggetti appartenuti ai migranti e ritrovati sull’isola.

Attorno all'esposizione centrale si articola un programma di appuntamenti dedicati al cinema, all’arte contemporanea, alla narrazione e all’approfondimento che aprono la collezione degli oggetti migranti a letture plurali e ne fanno un luogo di attraversamento e di dialogo. Attraverso prospettive diverse e un approccio interdisciplinare, la mostra si pone l’obiettivo di illuminare la storia individuale che ogni oggetto porta con sé, per individuare la voce che si cela dietro la traccia e far emergere il suo valore rispetto alla storia collettiva.

La mostra, a cura di Barbara D’Ambrosio e Costanza Meli, con la collaborazione di AMM - Archivio delle memorie migranti, sarà inaugurata mercoledì 22 marzo alle ore 18 alla presenza del sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, con la proiezione del film To whom it may concern, del regista Zakaria Mohamed Ali e la performance Il registro del regista Marco Amenta. Seguiranno la rassegna di cinema migrante Il cinema come traccia di memoria (29 marzo), due laboratori di autonarrazione a cura dell’AMM (1 e 3 aprile), una tavola rotonda su Un patrimonio migrante. Studio, conservazione e tutela di una memoria viva e attuale (10 aprile). 
Guardare al contemporaneo è il dettato del MLAC. Spazio culturale dinamico, connesso alla ricerca e aperto agli attraversamenti interdisciplinari, il Museo Laboratorio della Sapienza di Roma propone letture molteplici che sappiano stimolare una riflessione non soltanto sul mondo dell’arte, ma sulle diverse forme di attualità della realtà presente. Lo sguardo sul contemporaneo è l’obiettivo del progetto OGGETTI MIGRANTI. Dalla Traccia alla voce, un’iniziativa dedicata al tema delle migrazioni e al valore della testimonianza nella narrazione del presente. Una visione dell’attualità che si realizza tramite un grande esempio del nostro recente passato: il MLAC dedica questo evento alla memoria di uno tra i maggiori riferimenti della storia del restauro internazionale, il professore Giuseppe Basile, dal 1976 funzionario storico d’arte presso l’Istituto Centrale del Restauro (Ministero Beni Culturali) e docente di Teoria e storia del restauro delle opere d’arte presso la Scuola di specializzazione in Storia dell’arte, presso l’università di Roma La Sapienza. 

La mostra vuole raccontare una delle ultime esperienze professionali e umane di Basile restituendone lo spirito, la filosofia e l’impegno civile. Il progetto di archivio e centro di documentazione sulle migrazioni del Mediterraneo ideato e avviato nell’isola di Lampedusa ha rappresentato un tentativo sperimentale di coniugare museologia, antropologia ed etica sociale; un museo da realizzare insieme alle persone migranti, per testimoniare, raccontare esperienze di viaggio e migrazione, ma anche per elaborare nuove letture e interpretazioni, insieme ad artisti, autori e registi.

La mostra documenta l’intervento di conservazione e restauro, coordinato da G. Basile, sul primo nucleo della collezione di oggetti appartenuti ai migranti e ritrovati sull’isola di Lampedusa a partire dal 2009. Obiettivo dell’esposizione attuale è ripercorrere e documentare le fasi di ideazione e avvio di un progetto di ampio respiro, con sede nel Comune di Lampedusa e Linosa, che ha coinvolto una pluralità di soggetti, quali le associazioni promotrici - Askavusa; AMM - Archivio delle memorie migranti; Isole - e istituzioni partner, come il Comune di Lampedusa e Linosa e la BCRS, Biblioteca Centrale della Regione Siciliana, nell’elaborazione di un museo critico diffuso e partecipato.   
PROGRAMMA INAUGURAZIONE 22 marzo
> h. 18:00
Incontro di apertura alla presenza del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini; presentazione della mostra e del progetto con le curatrici Barbara D’Ambrosio e Costanza Meli
> h. 19:00
FILM - To whom it may concern – (2013)
Regia: Zakaria Mohamed Ali;
Riprese video: Zakaria Mohamed Ali, Dagmawi Yimer;
Montaggio: Federico Triulzi
Produzione: AMM - Archivio delle memorie migranti, col sostegno di Open Society Foundations e Fondazione lettera27;
Un "Diario del ritorno a Lampedusa". Sbarcato nel 2008, il giovane giornalista somalo Zakaria Mohamed Ali ritorna sull'isola nell'estate del 2012 da uomo libero. Un'occasione per rievocare la sua permanenza nel CIE e andare alla ricerca delle memorie perdute.
> h. 19:30
PERFORMANCE - Il registro a cura di Ilaria Schiaffini Attore: Ahmed Afiene Regia: Marco Amenta Produzione: Eurofilm s.r.l.
Un naufragio fantasma. Un album che contiene gli oggetti raccolti sui corpi dei migranti ripescati in mare e privi d’identità. Un algerino che, con l’aiuto di una poliziotta italiana, cerca ostinatamente il figlio misteriosamente scomparso dopo essere partito dalla Libia. Ispirato ad una storia vera. 

PROGRAMMA EVENTI
LA RASSEGNA 

29 marzo ore 16:00 - 19:00

Il cinema come traccia di memoria

A cura di AMM - Archivio delle memorie migranti

Introducono Gianluca Gatta, antropologo e segretario dell’Archivio delle memorie migranti e Andrea Minuz, docente di Storia del cinema, Sapienza Università di Roma. Saranno presenti gli autori dei film:
Asmat - nomi (2015) di Dagmawi Yimer

Il deserto e il mare (estratto) (2007) di Dagmawi Yimer
 Soltanto il mare (2011) di Dagmawi Yimer

Acqua che va non torna (2014) di Abdullah Al Mamun

Il cielo lì che colore ha (2014) di Morteza Khaleghi
I LABORATORI

Sabato 1 e lunedì 3 aprile si svolgeranno, presso il MLAC, due laboratori di autonarrazione a cura dell’Archivio delle memorie migranti, sui temi della memoria, del racconto e dell'ascolto condiviso, del confronto con l'Altro da sé, dell'esperienza del viaggio e degli attraversamenti, sull'oggetto come traccia per il racconto e la riflessione. Per facilitare lo svolgimento delle attività, i laboratori sono a numero chiuso, è perciò richiesta la prenotazione. (oggettimigranti@gmail.com)
1 aprile, ore 10:00 

FingerSprint! Galeotto fu il glossario...

Laboratorio video-sonoro e di disegno/scrittura spontanei 

A cura di Mara Matta e Walter Paradiso. Laboratorio a numero chiuso (massimo di 15 persone), dedicato a migranti bengalesi (uomini e donne, bambini e adulti), sia originari del Bangladesh, sia provenienti dal Bengala occidentale (India). 

Attività: lettura del glossario, ascolto delle parole, dialogo e spazio di auto-narrazione, registrazione di testimonianze o impressioni basate sull'ascolto/lettura del glossario, disegni e scrittura spontanea (anche con le mani, con possibili pannelli dove si possa scrivere con le dita, nel modo più libero e spontaneo); registrazione video del laboratorio (con l'ausilio di registi migranti).
3 aprile, ore 15:00

Lampidosa, Tromelin, Pingelap e le altre: di isole migranti e oggetti parlanti. 

Laboratorio di autonarrazione e ludobiografia.

A cura di Monica Bandella, Susanna Guerini e Zakaria Mohamed Ali Laboratorio aperto a studenti della Sapienza e a chiunque sia interessato a partecipare, per un massimo di 16 persone (richiesta la prenotazione).

Attività: Gioco cooperativo, letture sceniche, scrittura creativa, esercizi di ludobiografia come stimolo all'autonarrazione e alla rappresentazione di sé e dell'altro in un contesto di ascolto. Lavoreremo sull'immaginario legato all'isola come realtà e metafora lasciandoci ispirare da testi letterari, illustrazioni di autori contemporanei e altri materiali raccolti dall'Archivio memorie migranti. Arriveremo infine all'isola di Lampedusa, guidati dalla voce di chi vi è approdato nel suo viaggio di migrazione. Gli oggetti della mostra saranno tracce dalle quali partire per innescare percorsi e storie intime, soggettive e collettive al tempo stesso. 

LA TAVOLA ROTONDA
10 aprile, ore 15:00 - 19:00

Un patrimonio migrante. Studio, conservazione e tutela di una memoria viva e attuale.
A cura di Barbara D’Ambrosio e Costanza Meli. 

Partecipanti:
Claudio Zambianchi, docente di Storia dell’arte contemporanea, Sapienza Università di Roma, direttore del MLAC; Ilaria Schiaffini, docente di storia dell’arte contemporanea, Sapienza Università di Roma, vicedirettrice MLAC; Barbara D’Ambrosio, storica dell’arte, curatrice associazione Isole; Costanza Meli, storica dell’arte, curatrice associazione Isole; Mara Matta docente di Letterature moderne del subcontinente indiano, Sapienza Università di Roma, e membro dell'Archivio delle memorie migranti; Alessandro Triulzi, storico e presidente di AMM; Gianluca Gatta, antropologo, AMM; Vincenzo Bilardello, già docente di storia dell’arte moderna, Sapienza Università di Roma; Paola Iazurlo, restauratrice, laboratorio materiali dell’arte contemporanea ISCR, Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro; Gloria Pappalardo, restauratrice, laboratorio di restauro della BCRS, Biblioteca Centrale della Regione Siciliana; Alessandro Simonicca direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici, Sapienza Università di Roma.    IL PROGETTO DEL MUSEO DELLE MIGRAZIONI DI LAMPEDUSA:  Nato da un’iniziativa dell’associazione lampedusana Askavusa, che ha salvato dalla distruzione e collezionato centinaia di oggetti appartenuti alle persone migranti sbarcate sull’isola dal 2008, il progetto, avviato a Lampedusa nel 2011, aveva come obiettivo la costruzione di un centro studi internazionale sulle migrazioni. Il Museo delle Migrazioni avrebbe dovuto custodire l’archivio dei reperti, ma al contempo svolgere un’attività di ricerca in ambito antropologico, storico e artistico. Non un museo statico e conservativo, ma un luogo di accoglienza e riflessione per raccontare, attraverso l’archivio e i suoi materiali, le storie delle culture migranti e i processi in atto nel Mediterraneo. Giuseppe Basile ha scelto di dedicare gli ultimi anni della propria esperienza professionale e della propria vita alla valorizzazione di quello che riteneva un patrimonio fondamentale dell’umanità, attraverso il quale è possibile leggere e interpretare la storia del nostro presente. Sotto la sua direzione, il progetto è stato sviluppato da un team di storici dell’arte, antropologi, esperti di migrazioni che, nell’arco di due anni, ha lavorato alla messa in sicurezza, traduzione, analisi ed esposizione critica dei reperti. L’obiettivo finale, mai realizzato, era la costituzione di una fondazione che accogliesse le competenze delle persone migranti, passate da Lampedusa e le integrasse in un percorso inclusivo, coniugando l’approccio scientifico ad una dimensione politica e sociale che affermasse l’importanza della testimonianza e della narrazione. Il lavoro di Giuseppe Basile, connesso alla sua pluriennale esperienza nell’ambito del restauro, ha portato alla creazione di un sistema di catalogazione e di conservazione di oggetti appartenenti a tipologie molto diverse (da indumenti a stoviglie, lettere personali, fotografie, diari, album di fotografie) in collaborazione con la BCRS, Biblioteca Centrale della Regione Sicilia che ne ha realizzato il restauro.    Marco Amenta è un pluripremiato regista italiano. Tra i suoi successi “Diario di una siciliana ribelle” vincitore di 21 premi internazionali; “Il fantasma di Corleone” nominato ai Globi d’Oro e ai Nastri D’Argento e “La siciliana ribelle”, selezionata al Festival del Cinema di Roma e candidato a due Nomination ai David di Donatello come “Miglior Regista Esordiente” e come 'Miglior Film David Giovani” ed una nomination ai Nastri d’Argento. Nel 2015 dirige il documentario “Magic Island”. Il film è candidato ai David Di Donatello e ai Nastri d’Argento 2017. Attualmente Marco Amenta sta lavorando al film scritto con Giancarlo De Cataldo che racconta la tragica questione dell’ILVA di Taranto, POLVERE ROSSA.
Zakaria Mohamed Ali è un giornalista e regista somalo, rifugiato in Italia dal 2008. Nel 2007 fugge dalla Somalia a causa del clima di violenza e del pericolo di morte, dopo gli attentati che hanno ucciso alcuni suoi colleghi. Arriva a Lampedusa, dopo un lungo viaggio attraverso il deserto e il mare, nell’agosto del 2008. Dopo il trasferimento a Roma, nel 2012 partecipa al progetto di video partecipativo Benvenuti in Italia di AMM, grazie al quale realizza la sua prima opera Dadir. Da allora membro dell’associazione, con il progetto To whom it may concern documenta il suo ritorno a Lampedusa da persona libera dopo anni dall’approdo. Nel 2016 è tra i protagonisti del film Lampedusa del regista austriaco Peter Schreiner.
ASSOCIAZIONI:
Isole, associazione fondata nel 2007 dalle storiche dell'arte G. Costanza Meli e Barbara D’Ambrosio, realizza un percorso di ricerca che connette i temi dell’arte pubblica, alla cultura del territorio, inteso come patrimonio materiale, paesaggistico e immateriale, che si lega alla memoria dei luoghi e alla loro narrazione. Il suo main project, avviato in Sicilia nel 2005, “progetto Isole" ha coinvolto artisti nazionali e internazionali in un programma di residenza a lungo termine, finalizzato alla lettura del contesto e alla produzione di interventi artistici partecipati e relazionali. Nel 2011 ha vinto il premio nazionale Arte, Patrimonio e diritti Umani, indetto dall’associazione Connecting Cultures e dalla fondazione Ismu, con il sostegno del MIBAC. Dal 2011 al 2013 ha partecipato alla fondazione del Museo delle Migrazioni di Lampedusa, dedicandosi alla conservazione degli oggetti dei migranti del Mediterraneo e coordinando un programma di residenze d’artista sull’isola.
AMM - Archivio delle memorie migranti è un'associazione nata nel 2012 che raccoglie un gruppo di ricercatori, registi, operatori di terreno, migranti e non, impegnati nel tentativo di dare vita a un nuovo modo di comunicare, partecipato e interattivo, che lasci traccia dei processi migratori in corso e permetta l'inserimento di memorie 'altre' nel patrimonio collettivo della memoria nazionale e transnazionale. L’AMM raccoglie e archivia testimonianze scritte e orali e realizza produzioni documentarie audio e video, favorendo, in particolare, l’uso di forme di autonarrazione e l’adozione di un metodo partecipativo. Nel 2011 ha partecipato al progetto del Museo delle Migrazioni di Lampedusa; nel 2012, grazie a un laboratorio di video partecipativo, nasce il suo primo film Benvenuti in Italia; produce e distribuisce il documentario Va' pensiero. Storie ambulanti (2013) di Dagmawi Yimer. Lavora nel campo della didattica antirazzista con laboratori di autonarrazione e di ludopedagogia nelle scuole di tutti i gradi. 

INTERVENTI ARTISTICI
Il progetto prevede l’intervento di artisti contemporanei invitati ad interagire con la mostra per creare uno spazio di restituzione pubblica della collezione. Gli interventi, pensati all’interno di un modulo dinamico e in trasformazione, potranno assumere forme diverse, evolvendosi nel corso della mostra. Il risultato di questa elaborazione, sarà presentato, insieme a quello dei laboratori didattici e di autonarrazione, in occasione dell’incontro di chiusura, previsto per il 10 aprile.

ATTIVITÀ DIDATTICHE
Le iniziative culturali e didattiche legate all’evento espositivo coinvolgeranno gli studenti della Sapienza in attività di tirocinio relative a: organizzazione eventi e mostra; conduzione laboratori e mediazione culturale; assistenza alla performance teatrale e alle videoproiezioni; documentazione fotografica e audiovisiva.   

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