Paesaggio - Donato Piccolo e Luca Vitone. Dinamica di assestamento e mancata stasi / Portfolio - Lucia Cristiani
Dal 07 Luglio 2023 al 03 Settembre 2023
Roma
Luogo: Museo di Roma - Palazzo Braschi
Indirizzo: Piazza San Pantaleo 10
Orari: dal martedì alla domenica, ore 10.00 - 19.00 Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Enti promotori:
- Quadriennale di Roma
- Roma Capitale
- Assessorato alla Cultura - Sovrintendenza Capitolina ai Beni CulturalI
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.museodiroma.it
Nell’ambito di QUOTIDIANA, il programma espositivo sull’arte italiana contemporanea in programma al Museo di Roma a Palazzo Braschi, promosso dalla Quadriennale di Roma e da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dal 7 luglio al 3 settembre 2023 per la sezione PAESAGGIO apre al pubblico la mostra Dinamica di assestamento e mancata stasi degli artisti Donato Piccolo e Luca Vitone, nata a partire da un testo di Gaia Bobò, mentre, per la sezione PORTFOLIO sarà esposta l’opera della giovane artista Lucia Cristiani.
Nella sezione PAESAGGIO,la mostra Dinamica di assestamento e mancata stasi a partire da un saggio di Gaia Bobò, curatrice in residenza della Quadriennale, accoglie le opere di Donato Piccolo e Luca Vitone.
Nel saggio, Gaia Bobò analizza il lavoro di alcuni artisti italiani il cui lavoro stabilisce una condizione di equilibrio tra la fragilità individuale e quella particolare instabilità che si riflette nei processi di erosione del paesaggio, inteso come insieme di elementi antropici e naturali.
Il concetto di autodistruzione o di tendenza umana all’annichilimento diventa una chiave di lettura possibile per cogliere lo spirito dei processi di disgregazione che interessano il nostro quotidiano.
Io, Villa Adriana (2018 - 2021) è un ciclo pittorico di Luca Vitone che sfrutta l’azione degli agenti atmosferici sulla tela, dando vita a un singolare autoritratto del luogo, dove la disgregazione degli elementi naturali, come di quelli appartenenti alla nostra storia culturale, sembra essere soggetta a un universale principio di entropia.
In Il sogno di Turner (2012) Donato Piccolo riproduce artificialmente un uragano rendendolo un oggetto scultoreo e invitando il visitatore a stabilire un rapporto empatico con un fenomeno meteorologico che diviene specchio di una condizione di crisi.
Donato Piccolo (Roma, 1976) vive e lavora a Roma. Attraverso lo studio delle facoltà cognitive umane, l'arte di Piccolo analizza gli aspetti percettivi del mondo naturale. Le sue opere indagano i fenomeni naturali, fisici e scientifici che sono alla base della vita umana. L'artista combina due aspetti complementari e inseparabili: sculture e macchine, forme e processi allo stesso tempo. Questo carattere ibrido costituisce la natura stessa di un'"arte olistica": un'arte la cui funzione essenziale è quella di esplorare "il mistero incomprensibile del mondo visibile".
Il suo lavoro è stato esposto, tra gli altri, presso The State Hermitage Museum (San Pietroburgo, 2017); MAXXI (Roma, 2018); Fondazione Arnaldo Pomodoro (Milano, 2018); Museo Stieglitz (San Pietroburgo, 2018); Festival dei Due Mondi (Spoleto 2009, 2016); MACRO, (Roma, 2014) ; Foundation Francès, (Senlis, 2014); Mole Vanvitelliana, (Ancona, 2016); Beyond Museum (Seoul, 2013); Museum Biedermann (Donauschingen, 2012); Georg-Kolbe Museum (Berlino, 2012); La Biennale di Venezia (Venezia 2007; 2011); Fondation Boghossian (Bruxelles, 2013); Stadtgalerie Kiel (Kiel, 2012); Centre Saint-Bénin, (Aosta, 2010); Wood Street Gallery (Pittsburgh, USA, 2010).
Luca Vitone (Genova, 1964) vive e lavora a Milano e a Berlino. La sua pratica artistica si concentra sull’idea di luogo e ci invita a riconoscere qualcosa che già conosciamo, sfidando le convenzioni della memoria labile e sbiadita che caratterizza il tempo presente. Il suo lavoro esplora il modo in cui i luoghi si identificano attraverso la produzione culturale: l’arte, la cartografia, la musica, il cibo, l’architettura, le associazioni politiche e le minoranze etniche. Vitone risolve lo scarto tra il senso di perdita di luogo che accompagna il postmoderno e i modi in cui il sentimento di appartenenza nasce dall’intersezione di memoria personale e collettiva, e ricostruisce e inventa percorsi dimenticati che si ricompongono in una sua personale geografia.
Ha tenuto mostre personali e collettive in moltissimi musei e rassegne come, fra i gli altri: MAC (Sa~o Paulo, 2022), Museo Novecento (Firenze, 2022), MAXXI (Roma, 2021, 2018; 2016; 2015; 2010), Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci (Prato, 2019; 2004), Padiglione d’Arte Contemporanea (Milano, 2017, 2014; 2010; 2006), Museo del Novecento (Milano, 2017), Palazzo del Quirinale (Roma, 2017), 16a Quadriennale d’arte (Roma, 2016), Palazzo della Triennale (Milano, 2015), La Biennale di Venezia (Venezia, 2013, 2003). Le sue opere fanno parte di collezioni di musei e istituzioni, come: MAXXI (Roma), Palazzo Riso (Palermo), Fondazione Brodbeck (Catania), Nomas Foundation (Roma), CSAC (Parma), Museo del Novecento (Milano), MAMbo (Bologna), Museion (Bolzano), GAMeC (Bergamo), Museo MAGA (Gallarate), Museo Ettore Fico (Torino), n.b.k Neuer Berliner Kunstverein (Berlino), Lenbachhaus (Monaco).
La sezione PORTFOLIO ha come protagonista l’artista Lucia Cristiani. Il paesaggio, nella sua ricerca è indagato come luogo di contaminazione identitaria, come un sistema aperto dove culture diverse si incontrano per immaginare una possibile coesistenza.
L’opera Maida (2022) è composta da una serie di galvanizzazioni di fiori di campo realizzate in argento, in cui le radici si intrecciano fino a creare un innesto impossibile. Le diverse varietà floreali non sono accomunate da precise affinità di specie o geografiche e, tuttavia, stabiliscono un rapporto simbiotico, definendo un nuovo organismo ibrido. La fragilità di questo innesto contrasta con la durezza dell’arazzo e dei filamenti metallici che, apparentemente, si presentano come piano inospitale. Al contrario, questo ecosistema respingente sembra indurre gli organismi a cercare nuove possibilità di sopravvivenza attraverso un principio di solidarietà.
Lucia Cristiani (Milano, 1991) vive e lavora a Milano e a Sarajevo. La sua ricerca esplora la percezione del sé individuale e collettivo attraverso la memoria degli oggetti, dei luoghi e del loro rapporto con le persone. La sua pratica indaga la narrazione come condizione umana istintiva per la costruzione dell'identità.
Il suo lavoro è stato esposto in mostre personali e collettive in gallerie e istituzioni, tra cui la Fondazione la Quadriennale di Roma (Roma, 2023); Galleria Mazzoli, (Berlino, 2023); Fondazione ICA (Milano, 2022); Manifattura Tabacchi (Firenze, 2022); MART (Rovereto, 2022); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino, 2019); Fondazione Elpis (Milano, 2019); GAM, Galleria di Arte Moderna (Verona, 2017).
Nella sezione PAESAGGIO,la mostra Dinamica di assestamento e mancata stasi a partire da un saggio di Gaia Bobò, curatrice in residenza della Quadriennale, accoglie le opere di Donato Piccolo e Luca Vitone.
Nel saggio, Gaia Bobò analizza il lavoro di alcuni artisti italiani il cui lavoro stabilisce una condizione di equilibrio tra la fragilità individuale e quella particolare instabilità che si riflette nei processi di erosione del paesaggio, inteso come insieme di elementi antropici e naturali.
Il concetto di autodistruzione o di tendenza umana all’annichilimento diventa una chiave di lettura possibile per cogliere lo spirito dei processi di disgregazione che interessano il nostro quotidiano.
Io, Villa Adriana (2018 - 2021) è un ciclo pittorico di Luca Vitone che sfrutta l’azione degli agenti atmosferici sulla tela, dando vita a un singolare autoritratto del luogo, dove la disgregazione degli elementi naturali, come di quelli appartenenti alla nostra storia culturale, sembra essere soggetta a un universale principio di entropia.
In Il sogno di Turner (2012) Donato Piccolo riproduce artificialmente un uragano rendendolo un oggetto scultoreo e invitando il visitatore a stabilire un rapporto empatico con un fenomeno meteorologico che diviene specchio di una condizione di crisi.
Donato Piccolo (Roma, 1976) vive e lavora a Roma. Attraverso lo studio delle facoltà cognitive umane, l'arte di Piccolo analizza gli aspetti percettivi del mondo naturale. Le sue opere indagano i fenomeni naturali, fisici e scientifici che sono alla base della vita umana. L'artista combina due aspetti complementari e inseparabili: sculture e macchine, forme e processi allo stesso tempo. Questo carattere ibrido costituisce la natura stessa di un'"arte olistica": un'arte la cui funzione essenziale è quella di esplorare "il mistero incomprensibile del mondo visibile".
Il suo lavoro è stato esposto, tra gli altri, presso The State Hermitage Museum (San Pietroburgo, 2017); MAXXI (Roma, 2018); Fondazione Arnaldo Pomodoro (Milano, 2018); Museo Stieglitz (San Pietroburgo, 2018); Festival dei Due Mondi (Spoleto 2009, 2016); MACRO, (Roma, 2014) ; Foundation Francès, (Senlis, 2014); Mole Vanvitelliana, (Ancona, 2016); Beyond Museum (Seoul, 2013); Museum Biedermann (Donauschingen, 2012); Georg-Kolbe Museum (Berlino, 2012); La Biennale di Venezia (Venezia 2007; 2011); Fondation Boghossian (Bruxelles, 2013); Stadtgalerie Kiel (Kiel, 2012); Centre Saint-Bénin, (Aosta, 2010); Wood Street Gallery (Pittsburgh, USA, 2010).
Luca Vitone (Genova, 1964) vive e lavora a Milano e a Berlino. La sua pratica artistica si concentra sull’idea di luogo e ci invita a riconoscere qualcosa che già conosciamo, sfidando le convenzioni della memoria labile e sbiadita che caratterizza il tempo presente. Il suo lavoro esplora il modo in cui i luoghi si identificano attraverso la produzione culturale: l’arte, la cartografia, la musica, il cibo, l’architettura, le associazioni politiche e le minoranze etniche. Vitone risolve lo scarto tra il senso di perdita di luogo che accompagna il postmoderno e i modi in cui il sentimento di appartenenza nasce dall’intersezione di memoria personale e collettiva, e ricostruisce e inventa percorsi dimenticati che si ricompongono in una sua personale geografia.
Ha tenuto mostre personali e collettive in moltissimi musei e rassegne come, fra i gli altri: MAC (Sa~o Paulo, 2022), Museo Novecento (Firenze, 2022), MAXXI (Roma, 2021, 2018; 2016; 2015; 2010), Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci (Prato, 2019; 2004), Padiglione d’Arte Contemporanea (Milano, 2017, 2014; 2010; 2006), Museo del Novecento (Milano, 2017), Palazzo del Quirinale (Roma, 2017), 16a Quadriennale d’arte (Roma, 2016), Palazzo della Triennale (Milano, 2015), La Biennale di Venezia (Venezia, 2013, 2003). Le sue opere fanno parte di collezioni di musei e istituzioni, come: MAXXI (Roma), Palazzo Riso (Palermo), Fondazione Brodbeck (Catania), Nomas Foundation (Roma), CSAC (Parma), Museo del Novecento (Milano), MAMbo (Bologna), Museion (Bolzano), GAMeC (Bergamo), Museo MAGA (Gallarate), Museo Ettore Fico (Torino), n.b.k Neuer Berliner Kunstverein (Berlino), Lenbachhaus (Monaco).
La sezione PORTFOLIO ha come protagonista l’artista Lucia Cristiani. Il paesaggio, nella sua ricerca è indagato come luogo di contaminazione identitaria, come un sistema aperto dove culture diverse si incontrano per immaginare una possibile coesistenza.
L’opera Maida (2022) è composta da una serie di galvanizzazioni di fiori di campo realizzate in argento, in cui le radici si intrecciano fino a creare un innesto impossibile. Le diverse varietà floreali non sono accomunate da precise affinità di specie o geografiche e, tuttavia, stabiliscono un rapporto simbiotico, definendo un nuovo organismo ibrido. La fragilità di questo innesto contrasta con la durezza dell’arazzo e dei filamenti metallici che, apparentemente, si presentano come piano inospitale. Al contrario, questo ecosistema respingente sembra indurre gli organismi a cercare nuove possibilità di sopravvivenza attraverso un principio di solidarietà.
Lucia Cristiani (Milano, 1991) vive e lavora a Milano e a Sarajevo. La sua ricerca esplora la percezione del sé individuale e collettivo attraverso la memoria degli oggetti, dei luoghi e del loro rapporto con le persone. La sua pratica indaga la narrazione come condizione umana istintiva per la costruzione dell'identità.
Il suo lavoro è stato esposto in mostre personali e collettive in gallerie e istituzioni, tra cui la Fondazione la Quadriennale di Roma (Roma, 2023); Galleria Mazzoli, (Berlino, 2023); Fondazione ICA (Milano, 2022); Manifattura Tabacchi (Firenze, 2022); MART (Rovereto, 2022); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino, 2019); Fondazione Elpis (Milano, 2019); GAM, Galleria di Arte Moderna (Verona, 2017).
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