Paolo Ventura. Early Works and Rare Prints
Dal 11 Febbraio 2017 al 29 Aprile 2017
Roma
Luogo: Galleria del Cembalo
Indirizzo: Largo della Fontanella di Borghese 19
Orari: giovedì e venerdì 16-19; sabato 10.30-13 / 16-19 oppure su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 06 83796619
E-Mail info: info@galleriadelcembalo.it
Sito ufficiale: http://www.galleriadelcembalo.it
Una scatola ritrovata. All’interno, work print di progetti inediti e delle ormai rare immagini di War Souvenir. Il sorprendente contenuto è all’origine della mostra Early Works and Rare Prints.
Una prima sezione della mostra è dedicata alla rappresentazione di oggetti trovati casualmente, dissotterrati, posti in relazione gli uni con gli altri: indizi di drammi individuali, di tragedie collettive.
Di questi lavori, Paolo Ventura racconta:
“Il primo lavoro “mio”, fuori dagli incarichi di moda, s’intitola Buchi di violenza, ed è una ricerca che ho fatto sulle tracce lasciate da episodi di violenza. Sono dei close up di buchi, illuminati dal ring flash che ti permette di illuminare tutto e di andare molto vicino”.
“Vent’anni fa casualmente avevo cominciato a trovare oggetti “sparati”, e ho iniziato a fotografarli; come ad esempio dei lampioni di Piazza della Repubblica (a Milano), traforati dalle schegge di bomba della seconda guerra mondiale. Fanno impressione perché sono dei lampioni di ghisa di un metro di diametro, passati da parte a parte come il burro, con il foro di entrata e di uscita, che sembra un fiore. Sono ancora lì".
“Poi un mio amico collezionista ha trovato la divisa di un ragazzo ucciso sul Carso, sulla quale si vede ancora oggi il foro e la macchia di sangue. Quindi sono stato a Redipuglia dove sono esposti degli oggetti privati di combattenti e ho fotografato un portafoglio di un soldato, attraversato da una pallottola, e la pallottola ha forato una lettera e la fotografia della fidanzata. E io ho fotografato tutto. Ho trovato anche mantelline con il colpo di baionetta, elmetti, un quadro che stava in una birreria di Udine, e anche quello portava le tracce di una sparatoria”.
“Nello stesso periodo avevo conosciuto un ragazzo di Bologna che aveva una valigia piena di libri salvati da una tipografia, alla quale i fascisti avevano dato fuoco, dove suo nonno stampava i volantini dell’Avanti. E questa valigia era piena di libri bruciati. E li ho fotografati uno alla volta. Sono delle sculture”.
“Ancora, c’è un lavoro più piccolo dedicato ai reperti della Grande Guerra che trovavo in campagna, ad Anghiari. Scavavo e appena questi emergevano dalla terra li fotografavo. Fotografie in emersione. Sembravano dei fantasmi”.
Gli indizi di reali drammi di questi primi lavori, si trovano riproposti compiutamente nella vera finzione delle immagini di War Souvenir, progetto del 2005 che ha dato notorietà internazionale a Paolo Ventura.
Episodi degli anni dell’occupazione tedesca del nord Italia si trasformano in teatrini della Storia, dove l’artificio della ricostruzione, non riduce il senso della tragedia. Nella seconda sezione della mostra viene presentata una selezione di work print tratte da War Souvenir, alcune delle quali assolutamente inedite.
Paolo Ventura è nato a Milano nel 1968. Il suo lavoro è stato esposto in musei e gallerie private in tutto il mondo. Le sue opere fanno parte di collezioni importanti, fra cui il Mart, Museo di arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, il Museum of Fine Arts di Boston, la Library of Congress di Washington, il MACRO Museo d’Arte Contemporanea a Roma e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.
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