Sala del Treno di Pio IX
Dal 04 Novembre 2016 al 31 Dicembre 2020
Roma
Luogo: Centrale Montemartini
Indirizzo: via Ostiense 106
Orari: martedì-domenica 9-19; 24 e 31 dicembre 9-14. La biglietteria chiude mezz'ora prima
Enti promotori:
- Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale
- Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Costo del biglietto: intero € 7.50, ridotto € 6.50. Residenti € 6.50 / € 5.50. Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Telefono per informazioni: +39 060608
E-Mail info: info.centralemontemartini@comune.roma.it
Sito ufficiale: http://www.centralemontemartini.org
Una importante novità si aggiunge alla serie dei “Capolavori da scoprire” che la Centrale Montemartini ha presentato all’inizio dell’estate: la Sala del Treno di Pio IX arriva ad arricchire l’esposizione museale con l’apertura al pubblico a partire dal 4 novembre 2016. L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, organizzazione di Zètema Progetto Cultura.
Complessi lavori di ristrutturazione hanno reso possibile l’adeguamento della Sala Caldaie n. 2 della Centrale Montemartini quale sede espositiva permanente delle carrozze del treno papale, già conservate nel Museo di Roma a Palazzo Braschi.
Giovanni Maria Mastai Ferretti, papa Pio IX dal 1846 al 1878, intuì il ruolo fondamentale che avrebbe avuto la rete ferroviaria per lo sviluppo della nazione e già all’inizio del suo pontificato diede inizio alla costruzione di alcune linee ferrate, che collegarono Roma con i principali centri dello Stato Pontificio. L’inaugurazione della prima linea, la Roma – Frascati (linea Pio - Latina), avvenne il 7 luglio 1856: il percorso di 19 km era coperto in poco più di mezz'ora. Seguirono nel 1859 la linea Roma - Civitavecchia (Pio- Centrale), lunga 73 km e nel 1862 la linea Roma - Velletri - Ceprano.
I tre vagoni che compongono il treno papale furono commissionati dalle Società “Pio Centrale” e “Pio Latina” ad aziende francesi per farne dono al Pontefice. Il viaggio inaugurale fu compiuto da Pio IX il 3 luglio 1859: dalla stazione di Porta Maggiore, allora capolinea delle linee ferroviarie pontificie, il treno raggiunse la stazione di Cecchina (Albano).
Dopo il 1870, le tre carrozze furono ospitate a lungo in una rimessa della stazione di Roma Termini, dove furono depredate di alcuni ornamenti. Nel 1911, ricomparvero in veste di cimelio storico nella mostra che celebrava il cinquantenario del Regno d'Italia a Castel Sant'Angelo, dove rimasero in deposito fino al loro trasferimento, nel 1930, nella prima sede del Museo di Roma in via dei Cerchi. Il 2 agosto 1951 i vagoni furono trasportati a Palazzo Braschi, attraversando in modo spettacolare le vie della città su un carrello ferroviario a otto ruote, lungo dieci metri. Giunti a destinazione, per consentire il loro ingresso nel palazzo, si rese necessario praticare un’apertura sulla facciata prospiciente piazza Navona.
La compagnia “Pio-Centrale” fece dono a Pio IX di due vagoni, a due assi, progettati in modo da viaggiare sempre accoppiati, costruiti a Parigi nel 1858 dalla Ditta Delettrez.
Il primo vagone, la cosiddetta balconata, serviva come loggia per le benedizioni papali. Esternamente è un vagone terrazzato balaustrato da entrambi i lati con colonnine tortili dorate; nella parte superiore è decorato da un fregio e da una cornice di foglie di quercia e di alloro, sormontata da girali di fiori, realizzati in rame cesellato, con al centro le armi pontificie. L'interno è arricchito con dorature e velluti e la volta è decorata da un finto velario dipinto, cosparso di stelle.
La seconda vettura, collegata alla prima da una piccola piattaforma di raccordo con ringhiere e cancelletti in ferro battuto, è costituita da una Sala del trono con piccolo appartamento annesso, ad uso privato del Pontefice, rivestito di stoffe purpuree. Dalla balconata si accede alla Sala del trono tramite una porta a due battenti ornata da cristalli a tortiglioni. L'interno è dominato dalle tonalità papali del bianco e del giallo dorato: le pareti e le stoffe delle tappezzerie dei grandi canapè, del trono e delle tende hanno filamenti d'oro e d'argento e rendono l'ambiente molto prezioso. Il trono è sormontato dalle armi del Papa, mentre le cornici dorate dei canapè recano le insegne pontificie.
La terza vettura, la Cappella, è ancora più sontuosa. Offerta dalla società francese che gestiva la linea “Pio – Latina”, per i viaggi sulla linea Roma-Frascati, costituisce uno dei primi esempi di vettura poggiata su due carrelli snodati a perno, a quattro ruote ciascuno. È una cappella consacrata nella quale il papa tenne messa durante uno dei suoi viaggi. Fu costruita a Parigi su progetto di Emile Trelat, professore dell'Imperiale Conservatorio parigino di arti e mestieri, e realizzata ad opera della Compagnie Gènèrale de Matèrièls del Chemis de Fer di Parigi nello stabilimento di Clichy.
Il costo complessivo, compreso il trasporto, fu piuttosto elevato per l'epoca (circa 140.000 franchi). Il trasporto avvenne per via d'acqua dal Quai d'Orsay a Ripa Grande, seguendo i canali, la Saona, il Rodano fino a Marsiglia; da lì per mare raggiunse Civitavecchia e infine per via fluviale Ripa Grande. La decorazione esterna è costituita da un rivestimento di rame argentato e dorato, realizzato da Christofle, e da rilievi e sculture, eseguiti da Godin, con tre angeli per parte con le caratteristiche che contraddistinguono le Virtù Teologali - Fede, Speranza e Carità - e quattro grifoni agli angoli. L'interno, con la volta riccamente adornata di fregi e pitture, fu decorato da artisti, come i pittori Gerôme e Cambon, e artigiani di fama. Gerôme dipinse su tela le scene che vennero applicate sulle vele della volta della Cappella, i quattro piccoli tondi raffiguranti gli evangelisti (di cui ne rimane solo uno), i due tondi raffiguranti la Vergine con Bambino e il Buon Pastore (ora esposti nella sala) e, infine, i medaglioni con i dodici apostoli, oggi perduti. Nelle vele sono raffigurate le benedizioni impartite da Pio IX a una ferrovia e a un porto, moderni mezzi di trasporto, e una sacra allegoria che rappresenta la religione in trono fra San Pietro e San Paolo e Dio Padre sostenuto da nuvole, panneggi e da due putti.
Nella nuova sala sono state allestite anche altre opere. Si tratta di una piastra a rilievo con lo stemma di Pio IX (1856 circa) in rame su supporto ligneo, in cui lo stemma papale è sorretto da angeli con le chiavi pontificie, opera che venne utilizzata come decorazione frontale anche della locomotiva di questo treno. Inoltre, sono esposti i due preziosi tondi, opere di Jean Léon Gérôme (1856-1858), raffiguranti La Vergine con il Bambino e Il Buon Pastore, i quali decoravano l’ambiente principale della carrozza detta “Cappella”, destinati quindi alla devozione privata del pontefice durante gli spostamenti con il treno papale. Infine, una teca conserva un modellino di treno a vapore, realizzato in legno e metallo nel secondo quarto del XIX secolo, dono di una compagnia ferroviaria britannica a papa Gregorio XVI (1831-1846), per illustrare il funzionamento del nuovo mezzo di trasporto e incentivare la costruzione delle strade ferrate nello Stato Pontificio.
L’ambiente oggi dedicato all’esposizione dei vagoni del treno del Papa Pio IX era in origine un settore della Sala Caldaie n. 2, la cui progettazione si rese necessaria nel 1921 per dotare la Centrale Montemartini di un nuovo turboalternatore e della relativa batteria di caldaie. I lavori di costruzione furono completati nel 1924. Nel 1954, in concomitanza con la fase di generale declino dell’impianto produttivo, tutti i macchinari della Sala furono dismessi e venduti, mentre l’ambiente, parzialmente modificato e diviso in due settori attraverso grandi saracinesche metalliche, venne riutilizzato per altri scopi dall’Acea. Oltre al carroponte, l’unico elemento industriale sopravvissuto allo smantellamento dei macchinari della Sala è un serbatoio di stoccaggio della nafta per l’alimentazione delle caldaie, che si trovava in origine collocato sulle capriate del corridoio centrale e che oggi è stato ricollocato in una piccola stanza attigua, visibile attraverso una vetrata. La sala espositiva è dotata di tre postazioni multimediali e di un video che illustrano con documenti e foto d’epoca la storia del treno e forniscono una dettagliata descrizione degli interni.
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