Tullio Gregory. La collezione di grafica contemporanea
Dal 04 Marzo 2020 al 03 Maggio 2020
Roma
Luogo: Istituto Centrale per la Grafica
Indirizzo: via della Stamperia 6
Orari: lunedì - venerdì 9.00 - 19.00; sabato e domenica 9.00 - 14.00 (ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura)
Enti promotori:
- MiBACT
- Istituto Centrale per la Grafica
Sito ufficiale: http://www.grafica.beniculturali.it
A distanza di un anno dalla scomparsa del grande studioso Tullio Gregory, l’Istituto Centrale per la Grafica lo ricorda con la mostra della sua collezione di grafica contemporanea, che le figlie Paola e Silvia hanno voluto donare per mantenere integro il fondo e renderlo fruibile. Questa infatti era la volontà di Tullio Gregory, che voleva godere quotidianamente dei messaggi visivi che i maestri dell’arte contemporanea attraverso quei fogli proponevano, tenendoli quasi tutti esposti per anni alle pareti della sua casa-studio-biblioteca di piazza Cavour a Roma.
Il nucleo eterogeneo di opere su carta, nella sua interezza, testimonia la grande passione che il professore nutriva per la grafica, prima ancora che per l’arte tutta: sfogliando i circa 150 fogli, si possono individuare alcuni dei molteplici ambiti di interesse di uno dei più importanti intellettuali italiani.
La collezione di Gregory si è arricchita nel corso degli anni. Il professore aveva rapporti diretti con alcuni artisti e contatti costanti con i maggiori editori d’arte grafica sia italiani che stranieri, in particolare con Maeght Éditeur a Parigi e con la stamperia d’arte grafica il Bisonte a Firenze, frequentava le case di aste d’arte più accreditate e sceglieva oculatamente i fogli che lo interessavano.
Troviamo fogli della fine del XIX e l’inizio del XX secolo di Odilon Redon, Valère Bernard, Georges Rouault, i testi degli intellettuali più controversi del Novecento nelle edizioni d’arte accompagnate dalle grafiche di importanti artisti come: le incisioni a colori di Jacques Villon del 1960 per À Poèmes Rompus di Max Jacob; la piccola acquaforte di Jean Fautrier, del 1947, che accompagna il testo di Georges Bataille,L’Alleluiah. Catéchisme de Dianus.
Molti fogli dimostrano una predilezione per i temi surrealisti, legati alla figura dell’uomo moderno, manichino, sopraffatto dalle proprie angosce; ricorrenti personaggi ibridi tra il magico e l’ironico, frequenti le figurazioni fantastiche, un po’ oniriche, legate al mondo della magia e dell’occulto. In questo ambito troviamo una litografia di Alfred Kubin, uno dei maggiori disegnatori del fantastico del Novecento; gli Scherzi apoplettici di Mirando Haz, autore di eccentriche visioni di uomini-maschere; le acqueforti acquerellate di Joaquin Roca Rey. Tra i fogli più importanti il disegno a olio Giocoliere cinese di Corrado Cagli, un lavoro del 1941, inedito fino a pochi mesi fa.
Dall’analisi dei singoli fogli emergono, oltre ad una varietà molto ampia di tecniche grafiche, le firme dei grandi maestri internazionali, come Picasso, Braque, Leoncillo e ancora Mirko, Baj, Masson, Fiedler, Moore, Guttuso, solo per citarne alcuni, e dei maggiori artisti astratti e informali da Victor Pasmore e Jean Paul Riopelle a Pierre Tal-Coat e Antoni Tàpies. Di quest’ultimo, considerato uno dei maggiori protagonisti dell’arte europea, Gregory ha scelto tre opere di grande formato che rappresentano perfettamente la poetica di un artista che ha saputo manipolare materiali “poveri” giungendo a risultati lirici e visionari insieme anche nella grafica.
Gli artisti di “Forma 1” e della “scuola di Piazza del Popolo” sono rappresentati dalle acqueforti, le acquetinte e le litografie a colori di Piero Dorazio, Achille Perilli, Antonio Corpora, Piero Consagra, Nino Franchina, Mario Schifano e Giosetta Fioroni. Non mancano un disegno di Pablo Echaurren e un’acquaforte di Gianfranco Baruchello, che entrambi, attraverso disegni elementari e brevi testi scritti e calcoli, propongono un itinerario apparentemente sensato che in realtà è un’operazione linguistica.
Molte opere sono state donate al professore dagli autori stessi con messaggi di stima affettuosa.
Carlo Lorenzetti è presente nel fondo in modo significativo a testimonianza dello stretto legame di antica amicizia che li legava. Ricordiamo che Lorenzetti è stato l’unico artista visivo al quale è stato chiesto di riflettere, a partire dal 1986, attraverso il proprio vocabolario espressivo, sugli stessi temi affrontati da studiosi di discipline diverse e raccolti nella collana Colloqui Internazionali del Lessico Intellettuale Europeo, diretto da Tullio Gregory dalla sua costituzione nel 1964 e fino al 2007.
La mostra sarà accompagnata da un quaderno con le testimonianze di Silvia e Paola Gregory, Marco Guardo, Carlo Lorenzetti, Maria Cristina Misiti, Gabriella Pace e della curatrice Antonella Renzitti.
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