70 anni dopo. La Grande Alluvione
Dal 23 Ottobre 2021 al 31 Gennaio 2022
Rovigo
Luogo: Palazzo Roncale
Indirizzo: Piazza Vittorio Emanuele 25
Curatori: Francesco Jori
Enti promotori:
- Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
Da una catastrofe può derivare anche qualcosa di positivo? L’interrogativo – non privo di attualità – è alla base della mostra “70 anni dopo. La Grande Alluvione” promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e curata da Francesco Jori, in programma a Rovigo a Palazzo Roncale dal 23 ottobre al 31 gennaio prossimi.
“Ricordare oggi, a settant’anni di distanza, quell’evento è un dovere sociale”, afferma il Presidente della Fondazione, Gilberto Muraro. “Non tanto, o non solo, per ripercorre una cronaca che si è fatta storia. Ma per capirne la genesi, ciò che nel tempo ha condotto a quei terribili giorni. Per riflettere, nell’oggi, sull’eterna e disattesa urgenza di rispettare i fiumi e l’ambiente. Ed è anche occasione per capire, mentre i testimoni diretti dell’evento diventano sempre più rari, cosa di esso sia rimasto nel dna personale e sociale dei Polesani, di quelli che hanno continuato a vivere in Polesine e dei Polesani costretti a nascere e crescere altrove. Per i quali la Grande Alluvione è un brano importante della storia familiare, ancora presente ma fatalmente destinato ad evaporare generazione dopo generazione”.
“Ma – aggiunge il presidente Muraro – questa mostra intende soprattutto focalizzare come quella tragedia si ripercuota oggi nel tessuto fisico, sociale ed economico del Polesine. Cercando di indagare “cosa”, oltre al ricordo, al dolore, alle tragedie personali e sociali, derivi oggi – 70 anni dopo – da quell’Alluvione. Che certamente “bloccò” un territorio ma che orgogliosamente, grazie anche alle previdenze statali per le aree disagiate e agli aiuti di molti italiani e non solo, ebbe la forza di riprendersi, pur restando estraneo all’esplosione industriale che a partire dagli anni Sessanta mutò il volto di altre province del Veneto”.
“In carenza di un vero sviluppo del comparto industriale”, annota il curatore della mostra Francesco Jori – “il Polesine ha puntato su quello agricolo, riqualificandolo e riqualificandosi, dal riso alla orticoltura. Un territorio che ha fatto di un Delta abbandonato e nemico, di una terra di malaria prima e di pellagra poi, una delle più ambite e importanti aree umide d’Europa, riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio della Biosfera. Che ha saputo qualificare anche il patrimonio del suo mare, con la mitilicoltura e la pescicoltura di eccellenza. Che, da quella tragedia è stato spinto a rispettare, tutelare e valorizzare il suo ambiente. E che ha ricominciato a guardare alla globalizzazione, ricordando di essere stato, per un millennio, quando Adria dava il suo nome ad un mare, uno dei gangli di incontro delle reti commerciali del mondo.
In questi 70 anni non sono certo mancate distorsioni ed errori, fisiologico frutto dei tempi e della legittima necessità di lavoro e di benessere. Ma nel suo insieme questo territorio costituisce oggi un patrimonio ambientale e umano altrove perduto. Un patrimonio che consente oggi al Polesine di continuare a pianificare un futuro di qualità”.
“Ricordare oggi, a settant’anni di distanza, quell’evento è un dovere sociale”, afferma il Presidente della Fondazione, Gilberto Muraro. “Non tanto, o non solo, per ripercorre una cronaca che si è fatta storia. Ma per capirne la genesi, ciò che nel tempo ha condotto a quei terribili giorni. Per riflettere, nell’oggi, sull’eterna e disattesa urgenza di rispettare i fiumi e l’ambiente. Ed è anche occasione per capire, mentre i testimoni diretti dell’evento diventano sempre più rari, cosa di esso sia rimasto nel dna personale e sociale dei Polesani, di quelli che hanno continuato a vivere in Polesine e dei Polesani costretti a nascere e crescere altrove. Per i quali la Grande Alluvione è un brano importante della storia familiare, ancora presente ma fatalmente destinato ad evaporare generazione dopo generazione”.
“Ma – aggiunge il presidente Muraro – questa mostra intende soprattutto focalizzare come quella tragedia si ripercuota oggi nel tessuto fisico, sociale ed economico del Polesine. Cercando di indagare “cosa”, oltre al ricordo, al dolore, alle tragedie personali e sociali, derivi oggi – 70 anni dopo – da quell’Alluvione. Che certamente “bloccò” un territorio ma che orgogliosamente, grazie anche alle previdenze statali per le aree disagiate e agli aiuti di molti italiani e non solo, ebbe la forza di riprendersi, pur restando estraneo all’esplosione industriale che a partire dagli anni Sessanta mutò il volto di altre province del Veneto”.
“In carenza di un vero sviluppo del comparto industriale”, annota il curatore della mostra Francesco Jori – “il Polesine ha puntato su quello agricolo, riqualificandolo e riqualificandosi, dal riso alla orticoltura. Un territorio che ha fatto di un Delta abbandonato e nemico, di una terra di malaria prima e di pellagra poi, una delle più ambite e importanti aree umide d’Europa, riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio della Biosfera. Che ha saputo qualificare anche il patrimonio del suo mare, con la mitilicoltura e la pescicoltura di eccellenza. Che, da quella tragedia è stato spinto a rispettare, tutelare e valorizzare il suo ambiente. E che ha ricominciato a guardare alla globalizzazione, ricordando di essere stato, per un millennio, quando Adria dava il suo nome ad un mare, uno dei gangli di incontro delle reti commerciali del mondo.
In questi 70 anni non sono certo mancate distorsioni ed errori, fisiologico frutto dei tempi e della legittima necessità di lavoro e di benessere. Ma nel suo insieme questo territorio costituisce oggi un patrimonio ambientale e umano altrove perduto. Un patrimonio che consente oggi al Polesine di continuare a pianificare un futuro di qualità”.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI
-
Dal 08 maggio 2024 al 15 settembre 2024
Roma | Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese
Paolo Di Capua. Natura umana
-
Dal 08 maggio 2024 al 19 maggio 2024
Roma | MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Max Vadukul. Through Her Eyes – Timeless Strength
-
Dal 08 maggio 2024 al 31 dicembre 2024
Roma | Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Artista alla GNAM - Emilio Isgrò: Protagonista 2024
-
Dal 08 maggio 2024 al 09 giugno 2024
Roma | Palazzo Esposizioni
World Press Photo Exhibition 2024
-
Dal 03 maggio 2024 al 31 agosto 2024
Como | Ex Chiesa di San Pietro in Atrio e Palazzo del Broletto
Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura
-
Dal 03 maggio 2024 al 14 luglio 2024
Pisa | Palazzo Blu
ANTICO E MODERNO | Dolfo scultore nella Dimora di Palazzo Blu