Vivian Maier. The Self-Portrait and its Double

Vivian Maier, Untitled, Chicago, IL, July 1979. Chromogenic print, printed 2017 ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

 

Dal 16 Dicembre 2022 al 16 Marzo 2023

Siena

Luogo: Complesso museale Santa Maria della Scala

Indirizzo: Piazza Duomo 1

Curatori: Anne Morin

Telefono per informazioni: +39 0577 534505

E-Mail info: info@santamariadellascala.com

Sito ufficiale: http://www.santamariadellascala.com


“Una fotografia, come diceva Edouard Boubat, è ‘qualcosa strappato alla vita’, nel caso di Vivian Maier, i suoi numerosissimi autoritratti costituiscono una configurazione della sua identità, un’identità che ora ha preso il suo posto in un perpetuo presente, costantemente ripetuto e sotto il sigillo della Storia”. Parole di Anne Morin curatrice, insieme a Loredana De Pace, della mostra “Vivian Maier. The Self-Portrait and its Double” composta da 93 autoritratti che attraversano la misteriosa vita dell’artista americana, in programma nei Magazzini della Corticella del Santa Maria della Scala, a Siena, dal 16 dicembre 2022 al 16 marzo 2023.
 
La mostra ripercorre l’opera della famosa tata-fotografa che, attraverso la fotocamera Rolleiflex e poi anche con la Leica, trasporta i visitatori per le strade di New York e Chicago, dove i continui giochi di ombre e riflessi mostrano la presenza-assenza dell’artista che, con i suoi autoritratti, cerca di mettersi in relazione con il mondo circostante.
 
L’allestimento al Santa Maria della Scala accompagna il visitatore lungo tre sezioni: la prima è dedicata a “L’OMBRA”, intesa come autorappresentazione: un tema  che attraversa il lavoro di Vivian Maier sin dai suoi esordi, nei primi anni Cinquanta, fino agli anni Novanta. “Miss Viv” ha continuato a sviluppare un registro compositivo di grande ricchezza ed estrema complessità, combinando queste scoperte estetiche insieme alle categorie chiave dell’ombra, del riflesso e dello specchio. Ed e proprio con “IL RIFLESSO”, a cui è dedicata la seconda sezione, che Vivian Maier reinterpreta il campo lessicale della fotografia attraverso l'idea di auto-rappresentazione. L’autrice usa mille stratagemmi per collocare sé stessa al limite tra il visibile e l’invisibile, il riconoscibile e l’irriconoscibile. I suoi lineamenti sono sfocati, qualcosa si interpone davanti a loro o li rimanda altrove, si apre su un fuori campo o si trasforma davanti ai nostri occhi. Il suo volto ci sfugge ma non la certezza della sua presenza nel momento in cui l’immagine viene catturata. Ogni fotografia è un gioco a nascondino. Ogni fotografia è di per sé un atto di resistenza alla sua invisibilità. Infine la sezione e dedicata a “LO SPECCHIO”, un oggetto che appare spesso nelle immagini di Vivian Maier. È frammentato o posto di fronte a un altro specchio oppure posizionato in modo tale che il suo viso sia proiettato su altri specchi, in una cascata infinita. È lo strumento attraverso il quale affronta il proprio sguardo, questo “Io” davanti a “Me”. 
 
Una mostra che racconta numerose e diverse sfaccettature di un’autrice che resta ancora oggi avvolta da un alone di mistero. Vivian Maier (1926-2009) ha lavorato come tata, dai primi anni Cinquanta e per oltre quarant’anni, a New York e poi a Chicago.

Tutta la sua vita è trascorsa nell’anonimato, fino al 2007 quando il suo corpus fotografico è venuto alla luce. Si tratta di un lavoro enorme e impressionante, composto da oltre 120.000 negativi, pellicole super 8 e 16mm, varie registrazioni audio, alcune fotografie e centinaia di rullini non sviluppati. Il suo hobby divorante ha finito per renderla una delle più acclamate fautrici della fotografia di strada al punto che nella Storia della Fotografia compare a fianco di autori del calibro di Diane Arbus, Robert Frank, Helen Levitt e Garry Winogrand.
 
 “La scoperta tardiva del lavoro di Vivian Maier, che avrebbe potuto facilmente scomparire o addirittura essere distrutto, è stata quasi una contraddizione. Ha comportato un completo capovolgimento del suo destino, perché grazie a quel ritrovamento, una “semplice” Vivian Maier, la tata, è riuscita a diventare, postuma, Vivian Maier la fotografa”, scrive Anne Morin nella presentazione della mostra.
 
Nelle splendide immagini in mostra al pubblico - dal 16 dicembre 2022 al 16 marzo 2023 - al Complesso Museale Santa Maria della Scala vedremo la seconda metà del Novecento con gli occhi e negli occhi di un’icona della storia della fotografia: in una location quanto mai affascinante quale quella della Corticella che torna aperta al pubblico proprio in questa occasione.

Inaugurazione giovedì 15 dicembre ore 18.30


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