Michelangelo a Sondrio. Testimonianze nella collezione Creval
Dal 30 Settembre 2020 al 13 Novembre 2020
Sondrio
Luogo: Galleria Credito Valtellinese
Indirizzo: piazza Quadrivio 8
Orari: martedì 10.00-12.00; da mercoledì a venerdì 15.00-18.00; chiuso sabato, domenica e lunedì PRENOTAZIONE GRATUITA OBBLIGATORIA tutti i martedì h. 15.00 – 18.00 APERTURA STRAORDINARIA sabato 3 ottobre 2020 h. 10.00 – 19.00 in occasione di Invito a Palazzo
Enti promotori:
- Fondazione Gruppo Credito Valtellinese
- Con il patrocinio di Fondazione Casa Buonarroti
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0342.522.738
E-Mail info: mostresondrio@gmail.com tel
Nel 1987 veniva ritrovata nell’Archivio parrocchiale di Grosotto in Valtellina un’importante testimonianza documentaria. In un elenco seicentesco di beni e arredi del santuario del paese era infatti ricordato un quadro «della Beatissima Vergine con il figliuolo in braccio et S[an]to Joseffo dopo le spalle di molto valore di mano di m[aest]ro Marcello Venosta di Mazzo». Da quei pochi cenni si evinceva che l’artista noto come Marcello Venusti, al quale si riconosceva erroneamente un’origine mantovana o comasca, era in realtà valtellinese, e più precisamente di Mazzo. Nel quadro citato si riconosceva inoltre una Sacra Famiglia tutt’ora conservata nel santuario di Grosotto.
Ma chi è Marcello Venusti? A distanza di poco più di trent’anni dalla scoperta del documento citato sopra, gli storici dell’arte hanno fatto molti passi avanti nella ricostruzione della carriera dell’artista. Se per secoli Marcello ha viaggiato con la patente di “traduttore” ufficiale di Michelangelo – grazie a opere note come la copia del Giudizio Universale ora a Capodimonte, voluta dal cardinale Alessandro Farnese –, oggi gli riconosciamo un ruolo importante negli svolgimenti della “maniera moderna” nell’Urbe. A Roma Venusti aveva infatti trovato una propria misura peculiare tra grazia raffaellesca e vigore michelangiolesco, con un impasto stilistico e una rete di amicizie e committenze che lo portò al successo. Con il proprio lavoro il valtellinese divenne anche uno dei protagonisti di quel fenomeno storico e artistico che ha visto la diffusione in formati ridotti delle invenzioni messe a punto da Michelangelo.
Attraverso un rapporto di collaborazione con il grande scultore, Venusti ha infatti avuto accesso a molti dei ‘cartonetti’ realizzati da Michelangelo. Il primo caso noto di “traduzione” di questi disegni in pittura è l’Annunciazione (1544- 46) che Marcello dipinge per il cardinale Federico Cesi. Della pala, realizzata per l’altare della cappella Cesi in Santa Maria della Pace, poi perduta, resta il ‘cartonetto’ preparato da Michelangelo (oggi alla Morgan Library di New York) che Venusti utilizzò come modello. Il quadro ebbe un grande successo, ne sono un indice anche le versioni in piccolo, per la devozione privata, che il pittore valtellinese trasse da quello stesso ‘cartonetto’: una di queste, oggi nella collezione del Creval, è esposta in mostra.
Queste repliche non furono realizzate solamente da Venusti e dalla sua bottega; le invenzioni di Michelangelo ebbero una grande diffusione anche attraverso le stampe. Furono replicate da molti altri artisti; variate, amalgamate, ridotte e ingrandite per rispondere alle esigenze di gusto diffuse nella Roma di metà Cinquecento, e non solo. Questa mostra – realizzata con la consulenza scientifica di Marcello Abbiati, Federica Kappler, Marcella Marongiu e Massimo Romeri – si propone di affrontare l’argomento mediante altri due dipinti: una piccola Crocifissione in cui sono fuse diverse invenzioni michelangiolesche molto note, e una copia del celebre Giudizio Universale dipinto dal Buonarroti nella Cappella Sistina.
L’esposizione si propone anche come il luogo di un’iniziale riflessione sulle opere presentate, in attesa di studi specifici che cercheranno di spiegarne la genesi, il contesto d’origine, la destinazione e, in alcuni casi, individuarne gli autori.
Il percorso espositivo si snoda attraverso apparati iconografici e documentari che invitano ad approcciarsi in maniera dinamica alle tre opere in mostra. Un flusso ininterrotto di immagini accostato ai dipinti ne suggerisce i prototipi, favorendo confronti immediati tra questi e le varie derivazioni, mentre le letture di alcune fonti in sottofondo sonoro (a cura di Francesca Scherini) intendono favorire un approccio più consapevole alle stesse opere, creando un rapporto dialettico tra immagini, dipinti, suoni e parole. I visitatori vengono così accompagnati in un percorso narrativo e didattico, suggestivo e avvolgente, utile alla messa a fuoco del tema. Nel periodo di apertura della mostra è previsto un programma di workshop esteso agli istituti del Distretto scolastico della provincia di Sondrio.
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