Mirabilia. Leonardo e la fiaba della farfalla

Mirabilia. Leonardo e la fiaba della farfalla, Taranto

 

Dal 05 Ottobre 2014 al 25 Ottobre 2014

Taranto

Luogo: Studio Dermatologico Dr. Andrea Pastore 

Indirizzo: corso Italia 259

Orari: lunedì 16-20; martedì 18:30-19; giovedì 18:30-19:30; venerdì 16-20

Curatori: Rossocontemporaneo

Telefono per informazioni: +39 377 2534136

E-Mail info: rossocontemporaneo@gmail.com

Sito ufficiale: http://rossocontemporaneo.wordpress.com


Non si contentando il vano e vagabondo parpaglione di potere comodamente volare per l’aria, vinto dalla dilettevole fiamma della candela, diliberò volare in quella; e ‘l suo giocondo movimento fu cagione di subita tristizia; imperò che ‘n detto lume si consumorono le sottile ali, e ‘l parpaglione misero, caduto tutto brusato a piè del candellieri, dopo molto pianto e pentimento, si rasciugò le lagrime dai bagnati occhi, e levato il viso in alto, disse: “O falsa luce, quanti come me debbi tu avere, ne’ passati tempi, avere miserabilmente ingannati. O si pure volevo vedere la luce, non dovev’io conoscere il sole dal falso lume dello spurco sevo?”

[Leonardo da Vinci]

Una fiaba, un filo conduttore.
Domenica 5 ottobre p.v., lo Studio Dermatologico del Dr. Andrea Pastore, sito in Corso Italia 259, presenta il quinto appuntamento della rassegna Art Medica, a cura di ROSSOCONTEMPORANEO e con i testi critici di Amelì Liana Lasaponara.
Ottobre è il mese della meraviglia, dello stupore, delle possibilità, e si apre alla bellezza delle opere di Giuseppe Ciracì, brindisino, e Claudio Cavallaro, siracusano, artisti dalla ricerca formale lontanissima, antitetica, ma che si fondono poeticamente nella rarefazione dello spirito, principio fondante da cui è nata Art Medica, nel suo connubio tra arte e scienza, quali linguaggi complementari e necessari di una iperbole di emozioni profonde che ne genera la ricerca.
Lo stile fortemente classicheggiante della location accoglie superbamente le opere di Giuseppe Ciracì, la cui sensibilità artistica trova empatia e nuova linfa nell'opera di Leonardo da Vinci, a cui fa riferimento specifico, rivisitandola e cogliendo sfumature di approfondimento sulle origini fisiche e spirituali dell'uomo. Leonardo fu maestro dell'illustrazione anatomica, la cui particolarità, unica nel genere scientifico, fu la trascrizione grafica in esplosione del corpo umano, rappresentato in tavole, conservate attualmente, per la maggior, al Castello di Windsor, in Inghilterra. Da qui l'ispirazione delle recentissime opere di Ciracì. Ciò che appare come magistrale tecnica descrittiva e ritrattistica, in realtà è una profonda acquisizione del dato umano che emerge prepotente dalle immagini. Gli assemblaggi di dettagli elegantemente raccontati da chiaroscuri morbidi e palpabili rappresentano la codifica visiva dell'animo umano, la parte profonda imperscrutabile che l'artista cerca di tirar fuori, materializzandola attraverso una stratificazione anatomica concettuale. Ciracì è ricerca e sapienza artistica, capace di generare un'anima tridimensionale, imprescindibile dal nostro altrettanto meraviglioso involucro carnale.
Ben si armonizza l'installazione di Claudio Cavallaro con la delicatezza delle sue farfalle bianche, che prendono vita attraverso le lampade di Wood. Cavallaro lavora seguendo un linguaggio di contrapposizioni e convivenze, tra buio e luci, creando installazioni site specific che trasfigurano in negativo di fotografia. Le luci di Wood nel loro essere lampade speciali, con all'interno del tubo vitreo scuro,  piccole particelle di ossido di nichel in grado di proiettare rigorosamente raggi UV-A, trasformano la realtà, rendendo il bianco fluorescente e fortemente vivido, nuovo, rinato attraverso una metamorfosi che è luce e spirito. 
Ecco Mirabilia: fogli, carte, disegni e pitture che confluiscono in un buio che è momento transitorio e che si fa condizione necessaria per un concetto di rinascita, volo liberatorio che si racconta nella leggerezza della farfalla.
Dalle opere così intimamente ricercate di Giuseppe Ciracì alla leggerezza della creazione di Claudio Cavallaro, dove il bianco partorito dalla luce nera è la certezza di un'altra vita, di un'altra possibilità. 
È un'altra morale. È la tridimensionalità della fiaba leonardesca.      


(Amelì Liana Lasaponara)

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