Bonalumi. Sculture
![Agostino Bonalumi, Bronzo, 1969-2007. Fusione in bronzo, 40x40x25 cm Agostino Bonalumi, Bronzo, 1969-2007. Fusione in bronzo, 40x40x25 cm](http://www.arte.it/foto/600x450/43/24577-Agostino-Bonalumi-Bronzo-1969-2007-fusione-in-bronzo-40-x-40-x-25-cm.jpg)
Agostino Bonalumi, Bronzo, 1969-2007. Fusione in bronzo, 40x40x25 cm
Dal 30 Ottobre 2014 al 31 Gennaio 2015
Torino
Luogo: Mazzoleni Galleria d’Arte - Palazzo Panizza
Indirizzo: piazza Solferino 2
Orari: da martedì a sabato 10.30-13 / 16-19.30; domenica su appuntamento
Curatori: Francesca Pola
Enti promotori:
- Archivio Bonalumi di Milano
- Mazzoleni Galleria d’Arte di Torino
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 011 534473
E-Mail info: info@mazzoleniarte.it
Sito ufficiale: http://www.mazzoleniarte.it
Attraverso una selezione delle più significative opere scultoree di Agostino Bonalumi, la mostra monografica Bonalumi. Sculture, a cura di Francesca Pola e realizzata con la collaborazione dell’Archivio Bonalumi di Milano e la Mazzoleni Galleria d’Arte di Torino, intende rappresentare in maniera specifica il percorso dell’artista, analizzato da una prospettiva dedicata e parallela a quella della sua “pittura-oggetto”.
Ideata per gli spazi della Mazzoleni Galleria d’Arte di Torino, la mostra – che verrà inaugurata il prossimo 30 ottobre - è pensata con un’attenzione rivolta all’interesse caratteristico di Bonalumi per la sperimentazione di materiali differenti e concepita in uno sviluppo insieme cronologico e tipologico. Le sale ospiteranno le sculture di Bonalumi in dialogo con una selezione di opere a parete: dai primi esempi plastici in tela, si passerà alle grandi sculture in vetroresina tra cui due suoi capolavori, Nero (1969) e Rosso (2005), continuando attraverso le esperienze più singolari dell’artista, come le sculture realizzate con la fibra di vetro e il cristallo negli esempi di Rapporti (1968) o Giallo (1994), per chiudere con le sperimentazioni in bronzo e ceramica nella sua riflessione sull'esplorazione plastica.
La realizzazione di sculture di Agostino Bonalumi inizia a metà degli anni Sessanta: le prime opere sono oggetti modellati tramite l’utilizzo della tela, seguendo la stessa modalità operativa delle tele estroflesse, riconosciute dalla critica a lui contemporanea come pitture-oggetto. La quarta dimensione arriva ad occupare un preciso spazio come tipica caratteristica della scultura, anche attraverso l’utilizzo del colore come elemento determinante per conferire un ruolo spaziale alla forma della scultura stessa.
Negli anni Settanta le sculture vengono liberate dal piedistallo per una maggiore armonia con l’ambiente circostante e in sintonia sia con le sperimentazioni sui materiali che l’artista stava compiendo parallelamente sui lavori a parete nella tecnica del ciré estroflesso, sia con l’esperienza spaziale che coinvolge Bonalumi nelle ricerche più tipicamente “ambientali”. Parallelamente a queste ricerche l’artista sviluppa un particolare discorso sulla leggerezza e sulla trasparenza: nascono così le opere in vetroresina e cristallo dove l’indagine sull’oggetto, si relaziona sempre di più con la dimensione spazio-temporale. Questo delicato approccio alla materia sarà ripreso attorno agli anni Novanta, quando l’artista sperimenterà l’utilizzo della lamiera per opere a parete sfruttando le potenzialità del materiale per comporre leggeri movimenti e ondulazioni geometriche, come Bianco (1989) e Blu (1990).
Proprio in questi anni Bonalumi sviluppa nuove forme poliedriche, visibili da prospettive diverse, che invitano il visitatore a compiere un intervento attivo, un movimento attorno all’opera che lo aiuti a comprendere il risultato totale di queste forme plastiche scoprendo continuamente inaspettati punti di vista. Sul finire degli anni Novanta e nei primi anni Duemila l’artista ritorna a studiare i modelli e le forme create negli anni Sessanta e Settanta, attraverso l’utilizzo della ceramica colorata, come Blu e Rosso (2010), a rilevare l’importanza del riflesso e della luce che plasma e modella l’intera scultura o la fusione in bronzo, come rilettura in chiave nobile delle sculture sperimentali realizzate con materiali nuovi e all’avanguardia negli anni Settanta, Bronzo (2006) e Bronzo (2007).
In occasione della mostra verrà pubblicata una monografia dal titolo “BONALUMI. SCULTURE”, a cura di Francesca Pola con la collaborazione dell’Archivio Bonalumi di Milano e la Mazzoleni Galleria d’Arte di Torino, edita da Numerozeroeditore, in edizione italiana e inglese, volta a studiare e contestualizzare l’esperienza scultorea di Agostino Bonalumi sia all’interno del suo percorso personale e creativo, sia all’interno della più ampia stagione artistica italiana ed internazionale.
Ideata per gli spazi della Mazzoleni Galleria d’Arte di Torino, la mostra – che verrà inaugurata il prossimo 30 ottobre - è pensata con un’attenzione rivolta all’interesse caratteristico di Bonalumi per la sperimentazione di materiali differenti e concepita in uno sviluppo insieme cronologico e tipologico. Le sale ospiteranno le sculture di Bonalumi in dialogo con una selezione di opere a parete: dai primi esempi plastici in tela, si passerà alle grandi sculture in vetroresina tra cui due suoi capolavori, Nero (1969) e Rosso (2005), continuando attraverso le esperienze più singolari dell’artista, come le sculture realizzate con la fibra di vetro e il cristallo negli esempi di Rapporti (1968) o Giallo (1994), per chiudere con le sperimentazioni in bronzo e ceramica nella sua riflessione sull'esplorazione plastica.
La realizzazione di sculture di Agostino Bonalumi inizia a metà degli anni Sessanta: le prime opere sono oggetti modellati tramite l’utilizzo della tela, seguendo la stessa modalità operativa delle tele estroflesse, riconosciute dalla critica a lui contemporanea come pitture-oggetto. La quarta dimensione arriva ad occupare un preciso spazio come tipica caratteristica della scultura, anche attraverso l’utilizzo del colore come elemento determinante per conferire un ruolo spaziale alla forma della scultura stessa.
Negli anni Settanta le sculture vengono liberate dal piedistallo per una maggiore armonia con l’ambiente circostante e in sintonia sia con le sperimentazioni sui materiali che l’artista stava compiendo parallelamente sui lavori a parete nella tecnica del ciré estroflesso, sia con l’esperienza spaziale che coinvolge Bonalumi nelle ricerche più tipicamente “ambientali”. Parallelamente a queste ricerche l’artista sviluppa un particolare discorso sulla leggerezza e sulla trasparenza: nascono così le opere in vetroresina e cristallo dove l’indagine sull’oggetto, si relaziona sempre di più con la dimensione spazio-temporale. Questo delicato approccio alla materia sarà ripreso attorno agli anni Novanta, quando l’artista sperimenterà l’utilizzo della lamiera per opere a parete sfruttando le potenzialità del materiale per comporre leggeri movimenti e ondulazioni geometriche, come Bianco (1989) e Blu (1990).
Proprio in questi anni Bonalumi sviluppa nuove forme poliedriche, visibili da prospettive diverse, che invitano il visitatore a compiere un intervento attivo, un movimento attorno all’opera che lo aiuti a comprendere il risultato totale di queste forme plastiche scoprendo continuamente inaspettati punti di vista. Sul finire degli anni Novanta e nei primi anni Duemila l’artista ritorna a studiare i modelli e le forme create negli anni Sessanta e Settanta, attraverso l’utilizzo della ceramica colorata, come Blu e Rosso (2010), a rilevare l’importanza del riflesso e della luce che plasma e modella l’intera scultura o la fusione in bronzo, come rilettura in chiave nobile delle sculture sperimentali realizzate con materiali nuovi e all’avanguardia negli anni Settanta, Bronzo (2006) e Bronzo (2007).
In occasione della mostra verrà pubblicata una monografia dal titolo “BONALUMI. SCULTURE”, a cura di Francesca Pola con la collaborazione dell’Archivio Bonalumi di Milano e la Mazzoleni Galleria d’Arte di Torino, edita da Numerozeroeditore, in edizione italiana e inglese, volta a studiare e contestualizzare l’esperienza scultorea di Agostino Bonalumi sia all’interno del suo percorso personale e creativo, sia all’interno della più ampia stagione artistica italiana ed internazionale.
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