Coming Soon
Dal 07 Giugno 2018 al 30 Settembre 2018
Torino
Luogo: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Indirizzo: via Modane 16
Orari: Giovedì 20-23; Venerdì-Sabato-Domenica 12-19
Curatori: Mira Asriningtyas, Nora Heidorn, Kari Rittenbach
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3 studenti e maggiori di 65 anni, gruppi € 4 (minimo 6 persone). Gratuito minori di 12 anni, Insieme per l’Arte, Abbonamento Torino Musei, giornalisti, Membri ICOM e convenzioni. Giovedì ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 011 3797600
E-Mail info: info@fsrr.org
Sito ufficiale: http://fsrr.org/
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dal 7 giugno al 30 settembre 2018, presenta COMING SOON, mostra che conclude la dodicesima edizione della Residenza per Giovani Curatori Stranieri (con il sostegno della Compagnia di San Paolo).
Curata da Mira Asriningtyas, Nora Heidorn, Kari Rittenbach, la mostra presenta lavori di nove artisti italiani, emergenti e affermati.
Artisti in mostra: Lisetta Carmi, Leone Contini, Giulia Crispiani, Alessandra Ferrini, Kinkaleri, Beatrice Marchi, Marinella Pirelli, Francesco Pozzato, Davide Stucchi
Prima che fosse introdotto il Tempo Coordinato Universale, il cosiddetto «tempo civile», gli orologi delle città (e non solo) venivano regolati in base alla posizione del sole, consentendo di leggere segnali cosmici secondo interpretazioni locali. La velocità raggiunta a seguito della sincronizzazione globale – caratterizzata dal movimento delle persone, dallo scambio di beni e capitali, dalle telecomunicazioni e, più tardi, dalla speculazione finanziaria – ha alimentato la brama sempre più pressante di plusvalore, e favorito la diffusione dell’ideologia dell’accelerazione. Mentre Foucault parlava del controllo biopolitico delle popolazioni attraverso la gestione disciplinare e l’amministrazione della vita quotidiana, oggi è il processo di capitalizzazione ad aver investito tutte le più ordinarie attività umane: istruzione, lavoro, obblighi sociali, familiari e personali. Da un punto di vista occidentale, l’efficienza è l’unica via per accedere alla new economy, mentre la lentezza rimane un privilegio o un’impasse. Il feticismo per l’«adesso» e la falsa urgenza di contemporaneità – l’essere sempre aggiornati, in movimento e di tendenza – premiano la gratificazione istantanea alle spese di una prospettiva complessa e a lungo termine, lasciando poco spazio alla riflessione, alla ritrattazione, al fallimento, o anche a un semplice pomeriggio sprecato. Tuttavia se il valore aumenta col tempo, in che modo possiamo scegliere di spenderlo?
In un paesaggio ormai usurato dal tempo, il concetto astratto di essenzialismo nazionale si scinde in complesse specificità regionali, territoriali e culturali, producendo un contesto dove molteplici storie e temporalità diverse si scontrano, coincidono e coesistono. L’utopica realtà alternativa si rivela come una temporalità alternativa, e il decadere nel provincialismo diventa un’assunzione egemonica. La percezione del tempo può cambiare in base alla posizione geografica, che uno sia in città, in periferia, oppure su un’isola? In assenza di lavoro salariato, come si può identificare il cosiddetto «lavoro riproduttivo»?
Queste domande interessano i nostri colleghi, la nostra generazione, noi stessi, il «nostro» tempo e il suo senso. Tuttavia, la costante spinta alla produttività richiede che il lavoro creativo e intellettuale, quello della cura del prossimo e quello manuale siano costantemente in corso. Coming Soon suggerisce sia una risposta a questa domanda sia un rinvio a un tempo che deve ancora arrivare – si riferisce a una situazione caratterizzata da aspettative che potrebbe anche essere ora: adesso. Le opere statiche e time-based in mostra trattano il fattore tempo sia dal punto di vista tecnico che concettuale, riservando una particolare attenzione a come il tempo a nostra disposizione possa essere rivalutato, utilizzato e condiviso.
Messa in scena in occasione dell’inaugurazione della mostra, l’opera in atto unico di Giulia Crispiani, antropomorfizza i personaggi Ieri e Domani, mettendoli in tensione competitiva fra di loro. Francesco Pozzato racconta di un futuro funerario in un’installazione che ripropone attrezzi da caccia e da campeggio come oggetti riservati al corredo funebre nell’antico Egitto. In un film d’animazione, l’alter-ego di Beatrice Marchi viaggia su un tram attraverso una storia accelerata della pittura paesaggistica, pur rimanendo intrappolata in un presente stagnante.
I film sperimentali di Marinella Pirelli, invece, dipingono il contesto psicologico e ambientale dell’Italia del dopoguerra attraverso la materia del mondo naturale: un lago e delicati petali di fiori. La vita vegetale dell’installazione di Leone Contini scardina il concetto di territorio nazionale attraverso la coltivazione di sementi di contrabbando. Alessandra Ferrini riorienta le circostanze economiche e storiche della regione mediterranea, per indagare le attuali relazioni tra Italia e continente africano attraverso l’eredità del colonialismo e del fascismo italiano.
Durante il loro progetto di performance collaborativa a lungo termine, il collettivo Kinkaleri ha messo in scena innumerevoli «piccole morti» in vari contesti urbani, prefigurando la fine dell’era dell’Occidente. Le fotografie senza tempo di Lisetta Carmi ritraggono sfumature legate al concetto di presenza, assenza e marginalità all’interno della società italiana. In un processo continuo, Davide Stucchi estrapola la linea dello spazio bidimensionale per reinserirla nello spazio occupato dal corpo, lavorando dentro e fuori materialità che lentamente si accumulano per poi digradarsi.
Il libro, pubblicato in occasione di Coming Soon (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e NERO, 2018) presenta approfondimenti relativi alla pratica di ciascuno degli artisti in mostra attraverso una selezione di immagini che in parte si riferiscono all’installazione delle opere in mostra. L’ambientazione di questo materiale visivo è una raccolta di testi di teoria politica, noir fiction e analisi sociologica in forma saggistica, epistolare e diaristica. Ripubblicati da fonti edite dal 1974 al 2017, i testi di Sonja Dahl, Ida Danewid, Giorgio De Maria, Claire Fontaine, and Simone Forti, esplorano le diverse ramificazioni legate al ricerca di produzione temporale, oggi. Insieme agli scritti inediti dei curatori, all’introduzione di Lucrezia Calabrò Visconti, alle prefazione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, questo reader serve a prolungare nel tempo la mostra oltre che ad approfondire il dialogo critico con gli artisti coinvolti.
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