Fabrizio Cicero. LaNotteS’Avvicina
Dal 10 Marzo 2023 al 23 Aprile 2023
Torino
Luogo: Cavallerizza
Indirizzo: Piazzetta Accademia Militare 3
Orari: VEN: 16.00 - 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00) SAB - DOM: 11.00 - 19.00 (ultimo ingresso ore 18.00)
Curatori: Francesca Canfora e Laura Tota
Costo del biglietto: L'INGRESSO ALLE MOSTRE È GRATUITO CON REGISTRAZIONE OBBLIGATORIA AL CLUB PARATISSIMA
Telefono per informazioni: +39 351 9975585
E-Mail info: welcome@paratissima.it
Sito ufficiale: http://www.paratissima.it
In un momento storico in cui a solcare la notte sono le spettacolari scie luminose artificialmente prodotte da Starlink, la costellazione di satelliti tecnologici di Elon Musk, sembra quasi anacronistico parlare di Comete, considerate tra i corpi celesti più antichi del Sistema Solare.
Quello del passaggio delle comete è sempre stato nelle remote credenze popolari un fenomeno legato a sinistri presagi, conquistando invece fama propiziatoria e glamour universale grazie a Giotto, che nel ‘300 inserì la famosa stella nell’affresco dell’Adorazione dei Magi all’interno della Cappella degli Scrovegni a Padova.
Se nella tradizione iconografica antica la stella cometa, simbolo universale della Natività, indica la direzione e la via ai Re Magi, ne LaNotteS’Avvicina di Fabrizio Cicero si propone invece a una prima lettura come protagonista di una poetica mise en scène del disorientamento contemporaneo, in cui la stella ̶ da sempre considerata appunto guida e punto di riferimento ̶ si perde e cade, smarrendosi anch’essa.
Non solo una, ma l’intero mausoleo di stelle smarrite e cadute che dà vita all’installazione sembra restituire quel sentimento collettivo e diffuso di precarietà e incertezza, proprio di un mondo attanagliato da una crisi di valori e da una impasse spirituale sempre più evidenti.
Le Comete, tradotte in forme stilizzate così come siamo abituati a immaginarle sin da bambini e svelandone tutta la fragilità e precarietà, si legano inscindibilmente all’infanzia dell’autore, siciliano d’origine. Il materiale utilizzato per la loro realizzazione è costituito infatti da originali luminarie a incandescenza, patrimonio ed eredità delle feste tradizionali popolari locali, recuperate, restaurate e assurte a materia prima dell’opera d’arte.
Se lo scenario subito successivo allo schianto degli astri a prima vista si configura come catastrofico e apocalittico, in realtà pulsa ancora e una calda e flebile luce intermittente rischiara l’oscurità, trasmettendo un tenue, ma tenace afflato di speranza. E così, il cortocircuito luminoso e sonoro della caduta ricorda quello dei gruppi elettrogeni delle feste di paese e il fumo dell’impatto riporta alla memoria le nuvole dense che attorniano i venditori ambulanti di cibo delle sagre. Il dramma ricorda la festa tanto attesa da grandi e piccini che, in una sorta di circo malinconico, resiste in una modernità sempre più individualista, connessa virtualmente e distaccata emotivamente, a ricordarci che, tutto sommato, ciò che siamo stati è parte del nostro presente e che, esattamente come una Fenice, si può rinascere dalle proprie ceneri per assumere nuove forme.
A ben guardare, dunque, l’interpretazione può essere infatti completamente diversa e porsi in altri termini. La notte si avvicina, sì, ma portando con sé buio e tenebre come occasione per percepire il mondo e la realtà circostante in modo diverso, più intimo e raccolto, letteralmente in un’altra luce.
Le Comete forse non si sono affatto smarrite, anzi, si sono date appuntamento ritrovandosi dopo un viaggio lungo secoli in un unico luogo magico.
E questo luogo di ritrovo forse non a caso è la Cavallerizza, spazio destinato finalmente a essere riportato agli antichi fasti, per tornare ancora nuovamente a brillare come merita.
FABRIZIO CICERO 1982, Barcellona Pozzo di Gotto. Vive e lavora a Napoli.
Nella sua ricerca, Cicero indaga la realtà circostante nel suo continuo dialogo tra luce e spazio, affrontando temi esistenziali e rapporti contrastanti, come quelli tra uomo-natura e uomo-società, per proporne un’esperienza fatta di giochi visivi e meccanici. Ha partecipato a mostre personali e collettive, esponendo in spazi pubblici e privati, sia in Italia che all’estero, oltre a festival e residenze.
Tra le iniziative che lo hanno visto partecipe nel 2022 la collettiva “the expanded body” galleria 1/9, Roma nel 2021 la rassegna Osare Perdere di Fourteen ArtTellaro, precedenti esposizioni sono state al Villaggio Olimpico, Mlac – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Musja – Museo di Jacorossi e Sala Santa Rita, a Roma; Castello di Rivara di Torino, Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, e a Palermo, in occasione di Manifesta 12.
Tra le residenze artistiche, Apulia Land Art Festival (Cassano delle Murge, 2016) e BoCs Art (Cosenza, 2017); tra i festival, Nesxt Indipendent Art Festival (Torino, 2019); RGB light experience (Roma, 2018); Limited Access 7 Festival for Moving Images, Sound and Performance (Teheran, 2017); Pomezia Light Art (Pomezia, 2017).
Quello del passaggio delle comete è sempre stato nelle remote credenze popolari un fenomeno legato a sinistri presagi, conquistando invece fama propiziatoria e glamour universale grazie a Giotto, che nel ‘300 inserì la famosa stella nell’affresco dell’Adorazione dei Magi all’interno della Cappella degli Scrovegni a Padova.
Se nella tradizione iconografica antica la stella cometa, simbolo universale della Natività, indica la direzione e la via ai Re Magi, ne LaNotteS’Avvicina di Fabrizio Cicero si propone invece a una prima lettura come protagonista di una poetica mise en scène del disorientamento contemporaneo, in cui la stella ̶ da sempre considerata appunto guida e punto di riferimento ̶ si perde e cade, smarrendosi anch’essa.
Non solo una, ma l’intero mausoleo di stelle smarrite e cadute che dà vita all’installazione sembra restituire quel sentimento collettivo e diffuso di precarietà e incertezza, proprio di un mondo attanagliato da una crisi di valori e da una impasse spirituale sempre più evidenti.
Le Comete, tradotte in forme stilizzate così come siamo abituati a immaginarle sin da bambini e svelandone tutta la fragilità e precarietà, si legano inscindibilmente all’infanzia dell’autore, siciliano d’origine. Il materiale utilizzato per la loro realizzazione è costituito infatti da originali luminarie a incandescenza, patrimonio ed eredità delle feste tradizionali popolari locali, recuperate, restaurate e assurte a materia prima dell’opera d’arte.
Se lo scenario subito successivo allo schianto degli astri a prima vista si configura come catastrofico e apocalittico, in realtà pulsa ancora e una calda e flebile luce intermittente rischiara l’oscurità, trasmettendo un tenue, ma tenace afflato di speranza. E così, il cortocircuito luminoso e sonoro della caduta ricorda quello dei gruppi elettrogeni delle feste di paese e il fumo dell’impatto riporta alla memoria le nuvole dense che attorniano i venditori ambulanti di cibo delle sagre. Il dramma ricorda la festa tanto attesa da grandi e piccini che, in una sorta di circo malinconico, resiste in una modernità sempre più individualista, connessa virtualmente e distaccata emotivamente, a ricordarci che, tutto sommato, ciò che siamo stati è parte del nostro presente e che, esattamente come una Fenice, si può rinascere dalle proprie ceneri per assumere nuove forme.
A ben guardare, dunque, l’interpretazione può essere infatti completamente diversa e porsi in altri termini. La notte si avvicina, sì, ma portando con sé buio e tenebre come occasione per percepire il mondo e la realtà circostante in modo diverso, più intimo e raccolto, letteralmente in un’altra luce.
Le Comete forse non si sono affatto smarrite, anzi, si sono date appuntamento ritrovandosi dopo un viaggio lungo secoli in un unico luogo magico.
E questo luogo di ritrovo forse non a caso è la Cavallerizza, spazio destinato finalmente a essere riportato agli antichi fasti, per tornare ancora nuovamente a brillare come merita.
FABRIZIO CICERO 1982, Barcellona Pozzo di Gotto. Vive e lavora a Napoli.
Nella sua ricerca, Cicero indaga la realtà circostante nel suo continuo dialogo tra luce e spazio, affrontando temi esistenziali e rapporti contrastanti, come quelli tra uomo-natura e uomo-società, per proporne un’esperienza fatta di giochi visivi e meccanici. Ha partecipato a mostre personali e collettive, esponendo in spazi pubblici e privati, sia in Italia che all’estero, oltre a festival e residenze.
Tra le iniziative che lo hanno visto partecipe nel 2022 la collettiva “the expanded body” galleria 1/9, Roma nel 2021 la rassegna Osare Perdere di Fourteen ArtTellaro, precedenti esposizioni sono state al Villaggio Olimpico, Mlac – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Musja – Museo di Jacorossi e Sala Santa Rita, a Roma; Castello di Rivara di Torino, Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, e a Palermo, in occasione di Manifesta 12.
Tra le residenze artistiche, Apulia Land Art Festival (Cassano delle Murge, 2016) e BoCs Art (Cosenza, 2017); tra i festival, Nesxt Indipendent Art Festival (Torino, 2019); RGB light experience (Roma, 2018); Limited Access 7 Festival for Moving Images, Sound and Performance (Teheran, 2017); Pomezia Light Art (Pomezia, 2017).
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