Gianni Berengo Gardin, Francesco Neri

Gianni Berengo Gardin, Francesco Neri, Palazzo Madama, Torino

 

Dal 19 Settembre 2013 al 10 Novembre 2013

Torino

Luogo: Palazzo Madama

Indirizzo: piazza Castello

Orari: da martedì a sabato 10-18; domenica 10-19

Curatori: Agarttha Arte

Enti promotori:

  • Regione Piemonte
  • Fondazione CRT
  • Compagnia di San Paolo

Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 8, gratuito ragazzi minori di 18 anni

Telefono per informazioni: +39 011 4429523

E-Mail info: ufficio.stampa@fondazionetorinomusei.it

Sito ufficiale: http://www.palazzomadamatorino.it


Dal 19 settembre al 10 novembre 2013 al primo piano di Palazzo Madama nel Gabinetto Cinese saranno esposte le 20 fotografie realizzate al Museo da Gianni Berengo Gardin e Francesco Neri, vincitore del premio Agarttha Arte, in occasione del 150º anniversario del Museo Civico. 
Il progetto è stato realizzato da Agarttha Arte, con la direzione artistica di Adele Re Rebaudengo, grazie al contributo della Regione Piemonte, della Fondazione CRT e della Compagnia di San Paolo che ha partecipato per la parte relativa al Concorso Giovani Artisti.
Il volume “Palazzo Madama”
Il volume è stato realizzato da Agarttha Arte con la direzione artistica di Adele Re Rebaudengo per il 150° anniversario del Museo Civico di Palazzo Madama. 
Contiene un testo dello storico dell’arte Alvar González-Palacios e sette fotografie di Gianni Berengo Gardin, stampate su carta baritata. I testi sono stati composti a mano con i tipi Tallone tondi e corsivi incisi a Parigi da Charles Malin. È stato stampato in 150 copie per ricordare la nascita del Museo Civico di Torino, aperto al pubblico il 4 giugno 1863.
La pubblicazione del volume si inserisce nel Progetto “Piemonte. Una definizione fotografica” in virtù del quale Agarttha Arte invita dal 2001, ogni anno, un fotografo di fama internazionale a esprimere la propria visione del Piemonte. Le immagini realizzate sono oggetto di pubblicazione e vengono esposte in musei e istituzioni nazionali e internazionali e entrano a far parte delle loro collezioni permanenti.
La scelta della casa editrice Tallone è stata determinata dal desiderio di rappresentare Palazzo Madama attraverso la bellezza delle forme e la purezza dei materiali e dei tratti, caratteristiche che ritroviamo nei volumi talloniani tirati in un numero limitato di esemplari numerati e stampati su carte di puro cotone, composti interamente a mano, utilizzando i caratteri tratti dai punzoni originali incisi direttamente da grandi artisti che conferiscono alla stampa tipografica un fascino e una forza espressiva prossima a quella della calligrafia.
Il breve testo di Alvar González-Palacios ripercorre la fortuna dello straordinario edificio che oggi ospita il Museo, Palazzo Madama, passando in rassegna le testimonianze storiche dei suoi primi visitatori, la forma delle sue trasformazioni nel tempo, il significato simbolico della sua centralità nel tessuto urbanistico di Torino.

Le fotografie di Gianni Berengo Gardin
Agarttha Arte ha chiesto a Gianni Berengo Gardin, una delle maggiori personalità della fotografia italiana, di interpretare Palazzo Madama. La coerenza del suo sguardo e la chiarezza delle sue immagini, sempre aderenti alla realtà, che rappresentano da molti anni la testimonianza, il ricordo e la poesia, hanno saputo cogliere pienamente in 10 immagini lo spirito del Museo. 
Il fotografo, riluttante verso le innovazioni tecnologiche, coerente sempre allo sguardo e allo stile lontano dalle alterazioni o deformazioni, ha fissato i tratti essenziali dell’edificio dalle tracce archeologiche medievali alle grandi sinfonie decorative di Filippo Juvarra. Dalle torri, lo sguardo dell’obiettivo si estende alla intera città; nelle sale, fissa momenti di sospensione emotiva davanti alle opere delle collezioni, dalla scultura lignea, al ritratto di Antonello da Messina, fino alle vetrine che ospitano le ceramiche, con la loro variopinta densità di sapore antico.

Le fotografie di Francesco Neri
Vincitore del Concorso promosso da Agarttha Arte nell’ambito del Progetto “Piemonte. Una definizione fotografica” rivolto agli artisti fotografi italiani con una età non superiore ai 35 anni.
Una Commissione internazionale, composta da Jean-Luc Monterosso (direttore del Museo Maison Européenne de la Photographie di Parigi), Sarah Moon (fotografa francese) e Adele Re Rebaudengo (curatore del progetto), ha effettuato la valutazione sulla base del curriculum, della documentazione presentata e dei lavori realizzati negli ultimi anni dai candidati nell’ambito delle tematiche dei Beni museali, architettonici e del paesaggio. 
Dopo una approfondita analisi e valutazione, nella massima trasparenza e parità di trattamento, tenuto conto della qualità artistica e concettuale dei lavori presentati, è stato dichiarato, all’unanimità, vincitore del Concorso, tra i 55 partecipanti, Francesco Neri nato a Faenza nel 1982.
Nell’ambito del progetto, oltre a ricevere in premio una somma in denaro (euro 5000) per la produzione del lavoro fotografico realizzato e esposto a Palazzo Madama, ha beneficiato dell’affiancamento della fotografa Sarah Moon, con la quale ha iniziato una collaborazione affinché questa esperienza formativa possa avere una valenza nell’acquisizione delle regole di funzionamento del sistema internazionale dell’arte attraverso reali opportunità di interazione con il sistema stesso. 
Francesco Neri è stato invitato a svolgere un progetto fotografico negli spazi di Palazzo Madama. Il risultato della sua indagine consiste in una serie di ritratti di bambini che rientrano in una ricerca a lungo termine già iniziata da alcuni anni. Palazzo Madama viene interpretato dal fotografo come una “staccionata spaziale” entro cui ha la piena libertà di scegliere i soggetti della sua indagine. Per Neri i limiti per un progetto sono importanti, perché, come scriveva Borges, è paradossalmente proprio nelle forme chiuse quale il sonetto che si è più liberi nella ricerca, e non nel verso libero. 
Ha così iniziato a esplorare gli spazi, e dagli spazi sono arrivati gli incontri, e dagli incontri un senso da, e un interesse per i bambini attraverso il rapporto che essi hanno con lo spazio temporale che spesso risulta, da una prospettiva adulta, incomprensibile. 
La loro consapevolezza sfumata del tempo, del futuro, della propria immagine e del fotografo che cerca di creare una relazione tra gli elementi, li pone davanti alla macchina fotografica nella loro pura presenza, che in questi ritratti emerge con particolare forza. 

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