Io sono Maria Callas di Vanna Vinci
Dal 18 Dicembre 2023 al 14 Gennaio 2024
Torino
Luogo: Biblioteca Storica Arturo Graf
Indirizzo: Via Po 17
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 18
E-Mail info: universo@unito.it
Nell’ambito di Icona Callas, l'Università di Torino in collaborazione con ONO arte presenta "Io sono Maria Callas" di Vanna Vinci, mostra visitabile dal 18 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024 presso la Biblioteca Storica Arturo Graf di Torino
Chi era Maria Callas quando si rinchiudeva nella solitudine della propria camera?
Questa è la domanda - suscitata da una dichiarazione del direttore d’orchestra Carlo Maria Giulini - che ha ispirato Vanna Vinci nella realizzazione della biografia a fumetti sulla Divina, “Io sono Maria Callas”, un viaggio nell’universo intimo e spesso tragico di colei che è stata definita «genio» dall’amico Franco Zeffirelli.
Dalla nascita, all’apice del successo, fino al suo declino psicologico, la Callas ha trasformato la sua stessa vita in una tragedia, genere letterario che Vanna Vinci ha utilizzato per delineare l’ossatura della sua opera: si parte dal prologo, passando al parodo, per poi addentrarsi nei diversi episodi della sua vita, intervallati dai molti stasimi - canti corali in cui si assiepano i commenti e le opinioni di amici, conoscenti e di uomini d’altri tempi - e infine si giunge all’esodo, il tutto mantenendo sempre in primo piano la potente voce della Callas.
Maria Callas con grande determinazione riuscì a trasformare i propri difetti in pregi, in primis la sua voce graffiante e ruvida, per cui era stata molto criticata all’inizio della sua carriera, fino al fisico robusto, che proprio a causa delle numerose offese - e non con poche sofferenze - riuscì a modificare, dimagrendo drasticamente e imponendosi come vera e propria icona di stile ed eleganza.
Maria Callas era anche una donna dai modi aggraziati che interpretò con empatia e profondità le molte eroine da lei incarnate, personaggi sempre ricchi di pathos e di tormento: si pensi alla sua Medea o alla Norma, donne da lei amate particolarmente e che riusciva a trasmettere con incommensurabile forza espressiva allo spettatore, travolgendolo con la sua potente voce.
In questa mostra sono presentate le tavole originali che compongono il libro, per lo più in bianco e nero, interrotte da ben calibrate apparizioni di colore dei toni del rosso - delle labbra di Maria Callas al velluto del sipario. Il tratto deciso e spesso permette al visitatore di addentrarsi nella vita della soprano con tatto e sensibilità, seguendola dalla nascita alla dispersione delle sue ceneri nel mar Egeo e passando per i momenti più salienti della sua biografia e carriera.
L’infanzia divisa tra Grecia e Stati Uniti, l’arrivo a Verona e il debutto sulla scena, il matrimonio e il rapido divorzio, il successo alla Scala di Milano e quello sulle copertine dei tabloid che diventeranno sempre invadenti quando la Callas stringerà una relazione con l’armatore greco Aristotele Onassis, una passione che durerà nove anni e dalla cui fine la Callas non si riprenderà mai totalmente. E ancora l’abbandono del palcoscenico, l’amicizia con Pasolini e l’interpretazione della sua Medea, fino alla conclusione dei suoi ultimi anni segnati dal dolore per le molte perdite e un’autoimposta segregazione.
Attraverso queste tavole Vanna Vinci ci restituisce in modo profondo, attento e mai voyeuristico le molte sfaccettature di una delle più grandi artiste ed icone del Novecento.
Chi era Maria Callas quando si rinchiudeva nella solitudine della propria camera?
Questa è la domanda - suscitata da una dichiarazione del direttore d’orchestra Carlo Maria Giulini - che ha ispirato Vanna Vinci nella realizzazione della biografia a fumetti sulla Divina, “Io sono Maria Callas”, un viaggio nell’universo intimo e spesso tragico di colei che è stata definita «genio» dall’amico Franco Zeffirelli.
Dalla nascita, all’apice del successo, fino al suo declino psicologico, la Callas ha trasformato la sua stessa vita in una tragedia, genere letterario che Vanna Vinci ha utilizzato per delineare l’ossatura della sua opera: si parte dal prologo, passando al parodo, per poi addentrarsi nei diversi episodi della sua vita, intervallati dai molti stasimi - canti corali in cui si assiepano i commenti e le opinioni di amici, conoscenti e di uomini d’altri tempi - e infine si giunge all’esodo, il tutto mantenendo sempre in primo piano la potente voce della Callas.
Maria Callas con grande determinazione riuscì a trasformare i propri difetti in pregi, in primis la sua voce graffiante e ruvida, per cui era stata molto criticata all’inizio della sua carriera, fino al fisico robusto, che proprio a causa delle numerose offese - e non con poche sofferenze - riuscì a modificare, dimagrendo drasticamente e imponendosi come vera e propria icona di stile ed eleganza.
Maria Callas era anche una donna dai modi aggraziati che interpretò con empatia e profondità le molte eroine da lei incarnate, personaggi sempre ricchi di pathos e di tormento: si pensi alla sua Medea o alla Norma, donne da lei amate particolarmente e che riusciva a trasmettere con incommensurabile forza espressiva allo spettatore, travolgendolo con la sua potente voce.
In questa mostra sono presentate le tavole originali che compongono il libro, per lo più in bianco e nero, interrotte da ben calibrate apparizioni di colore dei toni del rosso - delle labbra di Maria Callas al velluto del sipario. Il tratto deciso e spesso permette al visitatore di addentrarsi nella vita della soprano con tatto e sensibilità, seguendola dalla nascita alla dispersione delle sue ceneri nel mar Egeo e passando per i momenti più salienti della sua biografia e carriera.
L’infanzia divisa tra Grecia e Stati Uniti, l’arrivo a Verona e il debutto sulla scena, il matrimonio e il rapido divorzio, il successo alla Scala di Milano e quello sulle copertine dei tabloid che diventeranno sempre invadenti quando la Callas stringerà una relazione con l’armatore greco Aristotele Onassis, una passione che durerà nove anni e dalla cui fine la Callas non si riprenderà mai totalmente. E ancora l’abbandono del palcoscenico, l’amicizia con Pasolini e l’interpretazione della sua Medea, fino alla conclusione dei suoi ultimi anni segnati dal dolore per le molte perdite e un’autoimposta segregazione.
Attraverso queste tavole Vanna Vinci ci restituisce in modo profondo, attento e mai voyeuristico le molte sfaccettature di una delle più grandi artiste ed icone del Novecento.
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