La Crocifissione del Tintoretto
La Crocifissione del Tintoretto, Sacrestia della Cappella di Sant’Uberto, Venaria Reale (Torino)
Dal 04 Luglio 2012 al 14 Ottobre 2012
Venaria Reale | Torino
Luogo: Sacrestia della Cappella di Sant’Uberto
Indirizzo: piazza della Repubblica 4
Orari: da martedì a venerdì 9-17; sabato e domenica 9-20
Costo del biglietto: intero € 15, ridotto € 10, scuole € 6
Telefono per informazioni: +39 011 4992333
E-Mail info: prenotazioni@lavenariareale.it
Sito ufficiale: http://www.lavenaria.it
Dal 4 luglio fino al 14 ottobre 2012 è possibile ammirare il capolavoro de La Crocifissione del Tintoretto presso la Sacrestia della Cappella di Sant’Uberto della Reggia di Venaria.
L’opera, conservata presso i Musei Civici di Padova - Museo d’Arte, è stata oggetto di restauro da parte del Centro Conservazione Restauro La Venaria Reale. Questo importante intervento ha confermato l’attribuzione del dipinto ad uno dei più grandi artisti del Cinquecento Veneziano, Tintoretto per l’appunto.
Nel marzo 2012 i Laboratori di Restauro del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, diretti da Pinin Brambilla Barcilon, hanno accolto la grande Crocefissione di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, avendo così la straordinaria opportunità di operare sul capolavoro di uno più importanti artisti veneziani del XVI secolo, di cui si è appena conclusa una mostra monografica presso le Scuderie del Quirinale a Roma.
Grazie alle diverse competenze presenti al CCR di Venaria (storici, diagnosti, restauratori) il dipinto è stato oggetto di un progetto interdisciplinare di ricerca. L’intervento di restauro è stato preceduto da un’ampia campagna diagnostica non invasiva che, utilizzando avanzate strumentazioni come la radiografia digitale, ha fornito informazioni inedite sulla realizzazione dell’opera. I dati emersi dalla radiografia, incrociati con gli esiti delle indagini multispettrali e con le osservazioni compiute dai restauratori in corso d’opera, passate al vaglio degli esperti, hanno offerto un’interessante conferma e precisazione della cronologia del dipinto e per una migliore conoscenza del modus operandi dell’artista. Di particolare significato è risultato il confronto con le indagini multispettrali condotte dal Dipartimento di Arti Visive dell’Università degli Studi di Bergamo sulle opere di Tintoretto di datazione coeva.
A conclusione dell’importante intervento di restauro dell’opera si intende ora rendere pubblici gli esiti degli studi scientifici. In accordo con il CCR di Venaria e con la Direzione dei Musei Civici di Padova, il Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale espone il dipinto all’interno della Sacrestia nella Cappella di Sant’Uberto per il periodo compreso fra il 4 luglio e il 14 ottobre 2012.
Tale ambiente, inserito nell’itinerario di visita della Reggia e quindi dotato dei sistemi di sorveglianza, sicurezza e climatizzazione comuni all’intero complesso, permette ai visitatori di concludere il percorso con la visione di quest’opera straordinaria e di approfondirne alcuni aspetti.
Il dipinto è entrato a far parte delle collezioni del Museo di Padova nel 1875 grazie al lascito dell’abate Giuseppe Valentinelli. Inizialmente registrato come opera di scuola veneta del Cinquecento, in seguito compare sotto il nome del veronese Dario Varotari; soltanto intorno alla metà del Novecento, nell’ambito di un rinnovato interesse degli studi per il Manierismo a Venezia, La Crocifissione trova il suo corretto inquadramento. Giuseppe Fiocco ne ha indicato l’appartenenza al periodo giovanile di Tintoretto fra il 1540 e il 1545. Tale opinione è stata accolta unanimemente dalla critica successiva (in particolare Pallucchini e Rossi), che ne ha assestato la cronologia intorno al 1545, sulla base di un confronto con opere come la Battaglia di Asola (Pozna?, Muzeum Narodowe) e la Conversione di San Paolo (Washington, National Gallery)¸ che si collocano in una fase di sperimentazione che vede l’artista misurarsi con il tonalismo di Tiziano, la pittura rinascimentale tosco-romana e le originali suggestioni dei contemporanei Andrea Schiavone e Jacopo Bassano. La Crocifissione presenta alcuni dettagli della costruzione assai simili a quelli di un altro dipinto giovanile, La disputa di Gesù nel tempio (Milano, Museo del Duomo), mentre la robusta figura femminile che affiora dall’ombra, sulla sinistra, anticipa quella che compare nel San Giorgio uccide il drago (Londra, National Gallery).
I dati emersi nel corso del restauro, in particolare la lettura del disegno preparatorio e la tecnica esecutiva, consentono di confermare l’attribuzione di quest’opera a Tintoretto.
La scena è dominata dal Cristo crocifisso, affiancato alla sua destra dal buon ladrone e alla sua sinistra dal ladrone impenitente, stagliato sopra un cielo scuro e in una posa più drammatica. Davanti alla croce si osserva la figura della Vergine addolorata sorretta da una pia donna; a sinistra di spalle è raffigurata la Maddalena con accanto san Giovanni Evangelista, mentre l’uomo in piedi sulla destra è Giuseppe d’Arimatea, che deporrà Gesù dalla croce. Il centurione a cavallo che irrompe di lato genera un taglio fortemente diagonale che prosegue fino alle mura di Gerusalemme attraverso la fila di cavalieri e di soldati. Sullo sfondo, a destra, si riconosce l’episodio della cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden.
La sovrapposizione di più piani prospettici e la ricerca di profondità tramite la costruzione del paesaggio sono il segno delle ricerche spaziali condotte dall’artista in quegli anni, con soluzioni compositive che preludono alla produzione più matura. L’allungamento dei corpi delle tre figure crocifisse e certe manipolazioni delle membra dovettero influenzare lo stile di El Greco durante il suo soggiorno in Italia.
L’allestimento, realizzato per l’occasione, prevede infatti un apparato grafico con testi dedicati all’artista, alla storia e all’iconografia dell’opera, nonché agli esiti delle indagini realizzate nel corso del restauro; un video progettato dai tecnici del laboratorio di Imaging del CCR di Venaria fornirà inoltre un ulteriore supporto visivo e di comunicazione.
L’importante apparato didattico seguirà l’opera al momento del rientro ai Musei Civici di Padova dove dal 19 ottobre al 18 novembre 2012 le verrà riservata una sala espositiva.
L’opera, conservata presso i Musei Civici di Padova - Museo d’Arte, è stata oggetto di restauro da parte del Centro Conservazione Restauro La Venaria Reale. Questo importante intervento ha confermato l’attribuzione del dipinto ad uno dei più grandi artisti del Cinquecento Veneziano, Tintoretto per l’appunto.
Nel marzo 2012 i Laboratori di Restauro del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, diretti da Pinin Brambilla Barcilon, hanno accolto la grande Crocefissione di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, avendo così la straordinaria opportunità di operare sul capolavoro di uno più importanti artisti veneziani del XVI secolo, di cui si è appena conclusa una mostra monografica presso le Scuderie del Quirinale a Roma.
Grazie alle diverse competenze presenti al CCR di Venaria (storici, diagnosti, restauratori) il dipinto è stato oggetto di un progetto interdisciplinare di ricerca. L’intervento di restauro è stato preceduto da un’ampia campagna diagnostica non invasiva che, utilizzando avanzate strumentazioni come la radiografia digitale, ha fornito informazioni inedite sulla realizzazione dell’opera. I dati emersi dalla radiografia, incrociati con gli esiti delle indagini multispettrali e con le osservazioni compiute dai restauratori in corso d’opera, passate al vaglio degli esperti, hanno offerto un’interessante conferma e precisazione della cronologia del dipinto e per una migliore conoscenza del modus operandi dell’artista. Di particolare significato è risultato il confronto con le indagini multispettrali condotte dal Dipartimento di Arti Visive dell’Università degli Studi di Bergamo sulle opere di Tintoretto di datazione coeva.
A conclusione dell’importante intervento di restauro dell’opera si intende ora rendere pubblici gli esiti degli studi scientifici. In accordo con il CCR di Venaria e con la Direzione dei Musei Civici di Padova, il Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale espone il dipinto all’interno della Sacrestia nella Cappella di Sant’Uberto per il periodo compreso fra il 4 luglio e il 14 ottobre 2012.
Tale ambiente, inserito nell’itinerario di visita della Reggia e quindi dotato dei sistemi di sorveglianza, sicurezza e climatizzazione comuni all’intero complesso, permette ai visitatori di concludere il percorso con la visione di quest’opera straordinaria e di approfondirne alcuni aspetti.
Il dipinto è entrato a far parte delle collezioni del Museo di Padova nel 1875 grazie al lascito dell’abate Giuseppe Valentinelli. Inizialmente registrato come opera di scuola veneta del Cinquecento, in seguito compare sotto il nome del veronese Dario Varotari; soltanto intorno alla metà del Novecento, nell’ambito di un rinnovato interesse degli studi per il Manierismo a Venezia, La Crocifissione trova il suo corretto inquadramento. Giuseppe Fiocco ne ha indicato l’appartenenza al periodo giovanile di Tintoretto fra il 1540 e il 1545. Tale opinione è stata accolta unanimemente dalla critica successiva (in particolare Pallucchini e Rossi), che ne ha assestato la cronologia intorno al 1545, sulla base di un confronto con opere come la Battaglia di Asola (Pozna?, Muzeum Narodowe) e la Conversione di San Paolo (Washington, National Gallery)¸ che si collocano in una fase di sperimentazione che vede l’artista misurarsi con il tonalismo di Tiziano, la pittura rinascimentale tosco-romana e le originali suggestioni dei contemporanei Andrea Schiavone e Jacopo Bassano. La Crocifissione presenta alcuni dettagli della costruzione assai simili a quelli di un altro dipinto giovanile, La disputa di Gesù nel tempio (Milano, Museo del Duomo), mentre la robusta figura femminile che affiora dall’ombra, sulla sinistra, anticipa quella che compare nel San Giorgio uccide il drago (Londra, National Gallery).
I dati emersi nel corso del restauro, in particolare la lettura del disegno preparatorio e la tecnica esecutiva, consentono di confermare l’attribuzione di quest’opera a Tintoretto.
La scena è dominata dal Cristo crocifisso, affiancato alla sua destra dal buon ladrone e alla sua sinistra dal ladrone impenitente, stagliato sopra un cielo scuro e in una posa più drammatica. Davanti alla croce si osserva la figura della Vergine addolorata sorretta da una pia donna; a sinistra di spalle è raffigurata la Maddalena con accanto san Giovanni Evangelista, mentre l’uomo in piedi sulla destra è Giuseppe d’Arimatea, che deporrà Gesù dalla croce. Il centurione a cavallo che irrompe di lato genera un taglio fortemente diagonale che prosegue fino alle mura di Gerusalemme attraverso la fila di cavalieri e di soldati. Sullo sfondo, a destra, si riconosce l’episodio della cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden.
La sovrapposizione di più piani prospettici e la ricerca di profondità tramite la costruzione del paesaggio sono il segno delle ricerche spaziali condotte dall’artista in quegli anni, con soluzioni compositive che preludono alla produzione più matura. L’allungamento dei corpi delle tre figure crocifisse e certe manipolazioni delle membra dovettero influenzare lo stile di El Greco durante il suo soggiorno in Italia.
L’allestimento, realizzato per l’occasione, prevede infatti un apparato grafico con testi dedicati all’artista, alla storia e all’iconografia dell’opera, nonché agli esiti delle indagini realizzate nel corso del restauro; un video progettato dai tecnici del laboratorio di Imaging del CCR di Venaria fornirà inoltre un ulteriore supporto visivo e di comunicazione.
L’importante apparato didattico seguirà l’opera al momento del rientro ai Musei Civici di Padova dove dal 19 ottobre al 18 novembre 2012 le verrà riservata una sala espositiva.
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