Le Scatole della Memoria
Dal 26 Gennaio 2022 al 27 Febbraio 2022
Torino
Luogo: Polo del ‘900
Indirizzo: Via del Carmine 14
Curatori: Ermanno Tedeschi
Costo del biglietto: La mostra sarà visitabile gratuitamente, mostrando il green pass rafforzato e indossando la mascherina fpp2. Per partecipare all’inaugurazione della mostra e della performance, è obbligatorio prenotarsi via mail
E-Mail info: lescatoledellamemoria@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.museodiffusotorino.it
Il Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà propone, nell’ambito del calendario di iniziative coordinate dal Polo del ‘900 per il Giorno della Memoria 2022, una mostra temporanea curata da Ermanno Tedeschi sul progetto artistico di Anna Maria Tulli intorno ai disegni realizzati dai bambini rinchiusi nel campo di concentramento di Terezin o Theresienstadt.
Anna Maria Tulli, colpita dalla vista dei nomi degli uomini e delle donne - scritti a mano uno per uno sulle pareti interne della Sinagoga Pinkas – uccisi per mano nazista durante l’occupazione di Praga e dei disegni dei bambini realizzati in campo e custoditi nel Museo durante un viaggio a Praga e al contempo, da alcune sculture contemporanee, decide di realizzare dodici scatole all’interno delle quali inserisce due immagini: una retrostante e stampata su carta cotone con alcuni degli elaborati e una antistante su crystal trasparente dove sono stampate le foto delle sculture, che l’artista ha associato emotivamente ai disegni dei bambini.
Opere che ci obbligano a riflettere sulla drammatica storia del Campo di Terezin, dove alla fine del 1941 furono obbligati a vivere più di 50.000 ebrei in condizioni disumane. Un campo di transito, per le deportazioni verso i campi di sterminio come Auschwitz. Un campo tristemente famoso per l’alto numero di bambini ebrei, ai quali tutti gli adulti della comunità cercarono di assicurare il proseguimento di un percorso educativo e che, spesso, attraverso il disegno riuscivano a liberare la fantasia, nonostante le tragiche condizioni di vita. Ma anche opere che provano a resLtuirci speranza, così come quella che riponiamo nei bambini in quanto semi del presente da coltivare per un futuro più luminoso.
L’inaugurazione della mostra, prevista per le 18 del 25 gennaio presso la Sala ‘900 del Polo del ‘900 di Torino, che ha da subito accolto con favore il progetto espositivo, sarà preceduta dalla performance teatrale REm CORdi DARE de Il Piccolo Teatro d’Arte. Uno dei suoi fondatori, Claudio Ottavi Fabbrianesi, scrive: “REm CORdi DARE non è uno spettacolo; di questo sia io che i miei attori più giovani e meno giovani, ci siamo accor) immediatamente. Le parole, selezionate dall’importante repertorio di testimonianze, poesie e diari; la musica che le accompagna, composta dagli eccellenti musicisti che animavano l’incredibile vita culturale del ghetto di Terezin; le immagini degli sfondi tratte dai dipinti e dai disegni dei bambini, non si piegano a diventare gli elementi di un testo scenico. Restano, al di là di ogni tentativo, tracce di realtà che mantengono il potere di evocare il contesto e le persone che le hanno lasciate. [...]”
Gli argomenti veicolati dalla mostra sono temi che Ermanno Tedeschi tratta con cautela e su cui investe con convinzione. Ma sono anche i temi che sposano perfettamente la mission educativa del Museo diffuso della Resistenza, che non si limita a trasmettere saperi attraverso una didattica di tipo esclusivamente nozionistico, ma che progetta e propone alle scuole di ogni ordine e grado attività educative partecipate ed esperienziali. Infatti anche per “Le scatole della memoria” ci sarà la possibilità di prenotare le visite guidate, condotte delle guide del Museo o un laboratorio di disegno curato direttamente dall’artista Anna Maria Tulli, rivolto in particolare alle classi quarte e quinte della primaria e al triennio della secondaria di primo grado.
Non mancheranno i momenti pensati per il pubblico adulto e la cittadinanza tutta, con il format tipico del Museo per le mostre temporanee: Il curatore racconta. Si tratta di visite alla mostra condotte direttamente dal curatore e quindi da Ermanno Tedeschi in questo caso, che si avvarrà della presenza della stessa Anna Maria Tulli per dare ulteriore spazio al progetto dell’artista. La mostra è realizzata con il sostegno del Comitato della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana.
Roberto Mastroianni, Presidente del Museo diffuso della Resistenza di Torino
“L’esperienza di Terezin ci consegna quindi l’immagine di un doppio utilizzo dei linguaggi dell’arte: l’arte che salva e alleggerisce le sofferenze (i disegni dei bambini) e l’arte che simula, inganna e copre in modo retorico le tragedie e gli orrori perpetrati. A partire da questa doppia eredità, Anna Maria Tulli, prova ad ar)colare un discorso ar)s)co in dialogo: da una parte, con le opere dei bambini, ricordandoci come la ricerca di bellezza corra in aiuto dell’uomo nei momenti di peggiori tragedie e difficoltà; e dall’altra con la memoria. Questo doppio dialogo ci res)tuisce un percorso visivo che può essere utilizzato a scopo educativo e che, al contempo, si presenta come vettore di conoscenza e approfondimento storico.”
Ermanno Tedeschi, curatore della mostra Le scatole della Memoria
“In ogni scatola c’è un disegno che contiene sempre un messaggio nascosto, che esprime un insieme di sentimenti che sono un misto di dolcezza e serenità, ma anche di tristezza e dolore. Le fotografie delle sculture sovrastanti sono scelte non casualmente e con una cura estrema. Ogni opera parla da sola e sembra che da quelle scatole esca un urlo di disperazione, un desiderio di libertà e di vita che a più di un milione di bambini è stata ferocemente tolta. L’impegno nostro e delle generazioni future è quello di continuare a testimoniare con tutti gli strumenti possibili: l’Arte ha un ruolo fondamentale per mantenere viva la Memoria.”
Anna Maria Tulli, colpita dalla vista dei nomi degli uomini e delle donne - scritti a mano uno per uno sulle pareti interne della Sinagoga Pinkas – uccisi per mano nazista durante l’occupazione di Praga e dei disegni dei bambini realizzati in campo e custoditi nel Museo durante un viaggio a Praga e al contempo, da alcune sculture contemporanee, decide di realizzare dodici scatole all’interno delle quali inserisce due immagini: una retrostante e stampata su carta cotone con alcuni degli elaborati e una antistante su crystal trasparente dove sono stampate le foto delle sculture, che l’artista ha associato emotivamente ai disegni dei bambini.
Opere che ci obbligano a riflettere sulla drammatica storia del Campo di Terezin, dove alla fine del 1941 furono obbligati a vivere più di 50.000 ebrei in condizioni disumane. Un campo di transito, per le deportazioni verso i campi di sterminio come Auschwitz. Un campo tristemente famoso per l’alto numero di bambini ebrei, ai quali tutti gli adulti della comunità cercarono di assicurare il proseguimento di un percorso educativo e che, spesso, attraverso il disegno riuscivano a liberare la fantasia, nonostante le tragiche condizioni di vita. Ma anche opere che provano a resLtuirci speranza, così come quella che riponiamo nei bambini in quanto semi del presente da coltivare per un futuro più luminoso.
L’inaugurazione della mostra, prevista per le 18 del 25 gennaio presso la Sala ‘900 del Polo del ‘900 di Torino, che ha da subito accolto con favore il progetto espositivo, sarà preceduta dalla performance teatrale REm CORdi DARE de Il Piccolo Teatro d’Arte. Uno dei suoi fondatori, Claudio Ottavi Fabbrianesi, scrive: “REm CORdi DARE non è uno spettacolo; di questo sia io che i miei attori più giovani e meno giovani, ci siamo accor) immediatamente. Le parole, selezionate dall’importante repertorio di testimonianze, poesie e diari; la musica che le accompagna, composta dagli eccellenti musicisti che animavano l’incredibile vita culturale del ghetto di Terezin; le immagini degli sfondi tratte dai dipinti e dai disegni dei bambini, non si piegano a diventare gli elementi di un testo scenico. Restano, al di là di ogni tentativo, tracce di realtà che mantengono il potere di evocare il contesto e le persone che le hanno lasciate. [...]”
Gli argomenti veicolati dalla mostra sono temi che Ermanno Tedeschi tratta con cautela e su cui investe con convinzione. Ma sono anche i temi che sposano perfettamente la mission educativa del Museo diffuso della Resistenza, che non si limita a trasmettere saperi attraverso una didattica di tipo esclusivamente nozionistico, ma che progetta e propone alle scuole di ogni ordine e grado attività educative partecipate ed esperienziali. Infatti anche per “Le scatole della memoria” ci sarà la possibilità di prenotare le visite guidate, condotte delle guide del Museo o un laboratorio di disegno curato direttamente dall’artista Anna Maria Tulli, rivolto in particolare alle classi quarte e quinte della primaria e al triennio della secondaria di primo grado.
Non mancheranno i momenti pensati per il pubblico adulto e la cittadinanza tutta, con il format tipico del Museo per le mostre temporanee: Il curatore racconta. Si tratta di visite alla mostra condotte direttamente dal curatore e quindi da Ermanno Tedeschi in questo caso, che si avvarrà della presenza della stessa Anna Maria Tulli per dare ulteriore spazio al progetto dell’artista. La mostra è realizzata con il sostegno del Comitato della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana.
Roberto Mastroianni, Presidente del Museo diffuso della Resistenza di Torino
“L’esperienza di Terezin ci consegna quindi l’immagine di un doppio utilizzo dei linguaggi dell’arte: l’arte che salva e alleggerisce le sofferenze (i disegni dei bambini) e l’arte che simula, inganna e copre in modo retorico le tragedie e gli orrori perpetrati. A partire da questa doppia eredità, Anna Maria Tulli, prova ad ar)colare un discorso ar)s)co in dialogo: da una parte, con le opere dei bambini, ricordandoci come la ricerca di bellezza corra in aiuto dell’uomo nei momenti di peggiori tragedie e difficoltà; e dall’altra con la memoria. Questo doppio dialogo ci res)tuisce un percorso visivo che può essere utilizzato a scopo educativo e che, al contempo, si presenta come vettore di conoscenza e approfondimento storico.”
Ermanno Tedeschi, curatore della mostra Le scatole della Memoria
“In ogni scatola c’è un disegno che contiene sempre un messaggio nascosto, che esprime un insieme di sentimenti che sono un misto di dolcezza e serenità, ma anche di tristezza e dolore. Le fotografie delle sculture sovrastanti sono scelte non casualmente e con una cura estrema. Ogni opera parla da sola e sembra che da quelle scatole esca un urlo di disperazione, un desiderio di libertà e di vita che a più di un milione di bambini è stata ferocemente tolta. L’impegno nostro e delle generazioni future è quello di continuare a testimoniare con tutti gli strumenti possibili: l’Arte ha un ruolo fondamentale per mantenere viva la Memoria.”
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