Polarizzazione
Sarah Revoltella, Polarizzazione, Alessandro Marena Project, Torino
Dal 26 Aprile 2012 al 23 Giugno 2012
Torino
Luogo: Alessandro Marena Project
Indirizzo: via della Rocca 19
Orari: dal martedì al venerdì 15.30-19.30; sabato 10- 13/ 14.30-19.30
Curatori: Monica Trigona
E-Mail info: info@alessandromarenaproject.com
Sito ufficiale: http://www.alessandromarenaproject.com
L'Alessandro Marena Project è lieta di presentare l’installazione dal titolo “Polarizzazione” di Sarah Revoltella.
L’artista, che da anni si muove con disinvoltura tra i linguaggi dell’arte, ha presentato l’opera a Villa Contarini, una delle più belle e imponenti ville venete, a Piazzola sul Brenta (PD), in occasione della 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
Lungi dall’ “operare” in un luogo asettico, scatola vuota che si palesa nella sua funzione ospitando un contenuto, tendenza che oggigiorno prevale, Sarah allora aveva scelto di far dialogare le voci preesistenti, affreschi e sculture bronzee a tema mitologico, con le sue 154 statue policrome “umane” in un gioco di contrasti e rimandi inaspettati.
Le presenze eterogenee, ceramiche smaltate che rappresentano giovani, adulti, bambini, anziani, dalla sessualità palese o di difficile e canonica classificazione, vestiti, travestiti, più o meno colorati, si addensano in gruppi misteriosi invitando lo spettatore a contemplarne l’esistenza, a interrogarsi sulla loro origine e a godere della loro bellezza in senso lato.
Ecco che lo spazio di via della Rocca rientra in quell’ottica del “white cube” che “Polarizzazione” doveva, per sua specifica natura, sperimentare.
I soggetti sono spassosi, intriganti, unici nel loro genere, sembrano saltati fuori da una pellicola cinematografica, magari diretta proprio dalla nostra, che in questi giorni sta girando un film tratto da un suo racconto.
L’attitudine voyeuristica attanagliata in noi trova sua piena soddisfazione nella ricerca di dettagli e particolari abilmente resi attraverso un eccellente lavoro di sintesi che privilegia il dato eccentrico e caratterizzante.
L’avvicendarsi di questi personaggi e la loro disposizione in gruppi specifici però non è frutto di un allestimento basato su criteri estetici ma è il risultato di un calcolo algebrico attento e puntuale che vuole essere emblematico dell’odierna composizione sociale, in cui fare distinzioni di genere ha perso definitivamente senso.
Per capire come si sviluppa il lavoro basta fare un esempio: alla statua/padre maschio l’artista attribuisce un valore positivo (+), mentre alla statua/madre femmina uno negativo (-). Se la madre è single, la figlia femmina (-) che si rapporta con lei (-) si “polarizzerà” in questo modo: “- x - = +”, mentre il figlio maschio in quest’altro “+ x - = -”. In parole più semplici, la femmina acquista il connotato maschile mentre il maschio quello femminile.
Questo modus operandi porta a ben 27 soluzioni matematiche illustrate dall’installazione.
“Polarizzazione” racconta con ironia storie tutt’altro che casuali che generano riflessioni e stimolano aperture nei confronti di una eterodossia fondante le famiglie di qualunque latitudine.
L’artista, che da anni si muove con disinvoltura tra i linguaggi dell’arte, ha presentato l’opera a Villa Contarini, una delle più belle e imponenti ville venete, a Piazzola sul Brenta (PD), in occasione della 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
Lungi dall’ “operare” in un luogo asettico, scatola vuota che si palesa nella sua funzione ospitando un contenuto, tendenza che oggigiorno prevale, Sarah allora aveva scelto di far dialogare le voci preesistenti, affreschi e sculture bronzee a tema mitologico, con le sue 154 statue policrome “umane” in un gioco di contrasti e rimandi inaspettati.
Le presenze eterogenee, ceramiche smaltate che rappresentano giovani, adulti, bambini, anziani, dalla sessualità palese o di difficile e canonica classificazione, vestiti, travestiti, più o meno colorati, si addensano in gruppi misteriosi invitando lo spettatore a contemplarne l’esistenza, a interrogarsi sulla loro origine e a godere della loro bellezza in senso lato.
Ecco che lo spazio di via della Rocca rientra in quell’ottica del “white cube” che “Polarizzazione” doveva, per sua specifica natura, sperimentare.
I soggetti sono spassosi, intriganti, unici nel loro genere, sembrano saltati fuori da una pellicola cinematografica, magari diretta proprio dalla nostra, che in questi giorni sta girando un film tratto da un suo racconto.
L’attitudine voyeuristica attanagliata in noi trova sua piena soddisfazione nella ricerca di dettagli e particolari abilmente resi attraverso un eccellente lavoro di sintesi che privilegia il dato eccentrico e caratterizzante.
L’avvicendarsi di questi personaggi e la loro disposizione in gruppi specifici però non è frutto di un allestimento basato su criteri estetici ma è il risultato di un calcolo algebrico attento e puntuale che vuole essere emblematico dell’odierna composizione sociale, in cui fare distinzioni di genere ha perso definitivamente senso.
Per capire come si sviluppa il lavoro basta fare un esempio: alla statua/padre maschio l’artista attribuisce un valore positivo (+), mentre alla statua/madre femmina uno negativo (-). Se la madre è single, la figlia femmina (-) che si rapporta con lei (-) si “polarizzerà” in questo modo: “- x - = +”, mentre il figlio maschio in quest’altro “+ x - = -”. In parole più semplici, la femmina acquista il connotato maschile mentre il maschio quello femminile.
Questo modus operandi porta a ben 27 soluzioni matematiche illustrate dall’installazione.
“Polarizzazione” racconta con ironia storie tutt’altro che casuali che generano riflessioni e stimolano aperture nei confronti di una eterodossia fondante le famiglie di qualunque latitudine.
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