Punctum. Working Papers
Dal 28 Ottobre 2016 al 07 Novembre 2016
Torino
Luogo: Grattacielo Intesa Sanpaolo
Indirizzo: corso Inghilterra 3
Orari: dalle 15 alle 23 (ultimo ingresso ore 22.30). Domenica 6.11 dalle 10 alle 21 (ultimo ingresso ore 20.15). Visita a grattacielo e mostra su prenotazione obbligatoria
Enti promotori:
- Fondazione 1563
- Intesa Sanpaolo
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 011 547471
E-Mail info: info@360info.it
Sito ufficiale: http://www.grattacielointesasanpaolo.com
Dal 28 ottobre al 7 novembre prossimi, in concomitanza con il Novembre contemporaneo di Artissima e di Torino+Piemonte Contemporary Art, la serra bioclimatica al 36° piano del grattacielo Intesa Sanpaolo ospita la mostra di Punctum. WORKING PAPERS progettata e realizzata congiuntamente dalla Fondazione 1563 della Compagnia di San Paolo e da Intesa Sanpaolo.
L’iniziativa ha coinvolto dieci giovani artisti (under 35), selezionati da una rosa più ampia, per un intervento creativo su alcune fotografie facenti parte dei fondi dell’Archivio Storico della Compagnia di San Paolo, da fine Ottocento agli anni Settanta del Novecento, riguardanti le varie attività della Banca, le due sedi storiche dell’Istituto San Paolo di Torino in via Monte di Pietà e piazza San Carlo e altre del territorio, immagini di cantieri, di ambienti, di uffici, diventate repertori visivi di edifici storici e moderni ma anche del lavoro e del costume sociale inerenti l’ambito bancario e la vita cittadina.
Le opere realizzate sui progetti vincitori sono esposte al grattacielo Intesa Sanpaolo e acquisite dalla Fondazione 1563.
Punctum, format ideato dall’agenzia Promemoria, mira a promuovere gli archivi in quanto realtà dinamiche, non semplici contenitori del passato ma punti di partenza per una contemporaneità propulsiva.
La mostra parte da un presupposto tematico fondamentale, vale dire le fotografie intese come testimonianza della storia della banca, che si tramanda grazie alla cura e alla conservazione degli archivisti della Fondazione 1563; una testimonianza che può essere riletta attraverso gli interventi di arte contemporanea.
Il lavoro (in molteplici declinazioni: le sedi, le attività quotidiane, le ricostruzioni), è quindi al centro di un confronto tra archivio e ricerca artistica dal quale è emersa la natura dinamica della memoria, stimolo per una riflessione sul presente, prima ancora che sul passato.
Le dieci opere realizzate dagli artisti si caratterizzano per una grande molteplicità di tecniche e materiali, sui quali è stata lasciata la massima libertà: dalla pittura al disegno, dall’installazione al video, dalla fotografia al libro d’artista. Ogni artista si è infatti approcciato al patrimonio selezionato secondo la propria poetica e sensibilità, ma vi sono comunque diversi concetti che ricorrono in modo trasversale: il legame tra memoria personale e collettiva; il confine fra selezione e scarto nella sedimentazione del ricordo; il valore, esistenziale e materiale, degli oggetti, che rende emblematici i momenti di congedo, accumulo e recupero; le possibilità di narrazione scaturite dall’intervento sulle immagini; la connessione fra i riferimenti spaziali e quelli identitari.
Ripercorrendo le scelte è interessante rilevare come tutti abbiano cercato di mettere in luce gli aspetti più critici delle situazioni rappresentate, sottolineando i momenti di frattura (le rovine, la perdita, l’oblio) e le contraddizioni dell’immagine che la banca ha costruito di sé. Come sempre accade nell’arte, le opere non propongono soluzioni, ma ci costringono a porci domande sulla nostra percezione del passato, e su come questo influisca sulla costruzione del presente e del futuro.
Artisti e opere
GUGLIELMO CASTELLI
Sintomatologia dei sentimenti, 2016
2 disegni grafite e acrilico su carta, 3 dipinti olio su tela
Guglielmo Castelli (Torino, 1987) si è ispirato agli oggetti depositati al banco dei pegni e conservati nelle cassette di sicurezza per realizzare una “quadreria” in cui dettagli e immagini da lui selezionati sono stati immersi in quell’ambiente onirico e sospeso che caratterizza la sua pittura. L’intento è quello di presentare allo spettatore una riflessione sulla parcellizzazione del ricordo e sulla natura selettiva della memoria. www.guglielmocastelli.com
LIA CECCHIN
Adagio, 2016
umidificatore, essenza di naftalina sciolta in acqua
Lia Cecchin (Feltre, 1987) ha realizzato un’installazione olfattiva che diffonde nell’ambiente l’odore, immediatamente riconoscibile, della naftalina, materiale usato per la conservazione e che evoca il ricordo dei vecchi abiti nelle soffitte. L’artista l’ha infatti scelto per richiamare l’atmosfera dei depositi nei banchi dei pegni, attraverso una suggestione che si basa su una memoria condivisa. liacecchin.tumblr.com
CHRISTIAN FOGAROLLI Mindgold, 2016
bilancia, vetro, acciaio, oro, farmaco
Christian Fogarolli (Trento, 1983), prendendo spunto da bilance e carrucole utilizzate al Monte dei pegni, ha riprodotto una bilancia su cui si trovano una pepita d’oro e un farmaco per la cura della sindrome ossessivo compulsiva da accumulo. In questo modo ha messo provocatoriamente in relazione la dimensione psichiatrica, già oggetto dei suoi lavori, con quella economica, più propria della banca. www.fogarolli.eu SILVIA MARGARIA Talismani, 2016
2 light box
Silvia Margaria (Savigliano (CN), 1985) ha associato i gesti di chi ritirava gli oggetti al banco dei pegni al valore sentimentale rappresentato per chi li lasciava. Ha perciò sovrapposto due diapositive, da lei stessa recuperate, rappresentanti il trapianto di un cuore, al dettaglio delle mani degli impiegati raffigurati nelle foro storiche, sottolineando in questo modo la tragicità di un’azione a prima vista banale. www.silviamargaria.it
AURORA PAOLILLO
Contingenze, 2016
stampa digitale su tessuto poliestere, gesso, macerie, polvere di marmo, polvere di quarzo, oro in fogli, vetro, pigmenti, frammenti di oggetti, compensato
Aurora Paolillo (Torino, 1990) è partita dall’osservazione di una fotografia scattata appena dopo i bombardamenti che avevano distrutto piazza San Carlo nel 1943, che l’ha portata ad interrogarsi su come affrontare la perdita dei riferimenti spaziali. Per questo ha ricomposto i detriti e i residui in un’installazione di oggetti ibridi, che portano il segno di quello che sono stati, saldato a elementi della contemporaneità. aurorapaolillo.com
PIETRO PAOLINI
Surveiling Past, 2016
video 1' 20'' , monitor per video sorveglianza
Pietro Paolini (Firenze 1981) è un fotografo, e questo lo ha portato ha concentrarsi sul linguaggio e sulla tecnica di rappresentazione. Sono state infatti selezionate 9 immagini risalenti alla prima metà del secolo, e manipolate in modo da sembrare riprese da una telecamera di sorveglianza, uno dei mezzi più tipici della banca, strettamente connesso alla necessità di conservazione. terraproject.net/photographers/pietro-paolini
VALENTINA PERAZZINI Parole a contatto, 2016 penna biro su carta
Valentina Perazzini (Bologna, 1987) è focalizzata sulle fotografie nelle quali compaiono delle persone, immaginando ciò che non era possibile immortalare, vale a dire le parole. Ne ha perciò selezionate 32, sulle quali sono stati sovrapposti possibili dialoghi; successivamente, le immagini sottostanti sono state eliminate e le frasi radunate in un unico disegno, creando una "nuvola" di parole sospese. www.valentinaperazzini.it LAVINIA RACCANELLO
0 00 DOMENICA 1 GEN, 2016
lastre di ferro, carta semiopaca, filo, leggio e fermaporta fatti a mano in ferro con tappo in gomma
Lavinia Raccanello (Vicenza, 1985) ha realizzato un libro sfogliabile nel quale la fotografia in bianco e nero di un caveau è stata riprodotta su una doppia pagina nera, che rappresenta l’assenza di ricordi, che via via acquisisce il profilo dell'immagine per poi sparire in una doppia pagina bianca finale, che sottolinea l’infinito potenziale del ricordo sul presente e sul futuro. www.laviniaraccanello.com
CATERINA ERICA SHANTA
Polvere, 2016
video colori / BW / sonoro, 16' 33 ', libro
Caterina Erica Shanta (Landstuhl, Germania, 1986) ha ricondotto il contesto del banco dei pegni ad un’esperienza personale: il recupero e la pulizia di alcuni oggetti stipati nella casa di un parente. Gli oggetti rappresentati, sia nel video che nel libro, risalgono agli anni Sessanta, periodo rievocato attraverso le canzoni, gli avvenimenti, e le pagine delle edizioni 1961-1962 di Sorrisi e canzoni Tv. www.caterinaericashanta.it
COSIMO VENEZIANO
The Monument n. 4 – The Monument n. 5, 2016 stampe fotografiche, feltro
Cosimo Veneziano (Moncalieri (To), 1983) presenta un lavoro il cui intento è quello di far emergere, attraverso l’occultamento di alcune parti delle fotografie, una nuova narrazione, che si discosta da quella raccontata in origine. L’intervento preserva l’integrità dell’immagine, che non viene modificata ma solo coperta con il feltro, materiale fondamentale per il restauro e la protezione. albertopeola.com/it/artists/cosimo-veneziano
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