Ray Smith. It's time to change
Dal 22 Febbraio 2013 al 13 Aprile 2013
Torino
Luogo: Galleria Riccardo Costantini Contemporary
Indirizzo: via della Rocca 6/b
Orari: da martedì a sabato 11-19
Telefono per informazioni: +39 011 8141099/ 348 6703677
E-Mail info: riccardocostantini65@gmail.com
La galleria Riccardo Costantini Contemporary di Torino apre la sua attività espositiva con la mostra di Ray Smith “It’s time to change”.
Dal 22 febbraio al 13 aprile 2013, è proposta al pubblico la produzione più recente dell’artista americano che torna in Italia dopo aver esposto e collaborato con alcune fra le più importanti gallerie del mondo come Larry Gagosian, Bruno Bishofberger, Sperone Westwater e Akira Ikeda.
Una personale dalla genesi difficile, perché arriva subito dopo il tornado Sandy che ha devastato New York, dove Smith vive e lavora e che ha causato ingenti danni anche ai suoi lavori.
In mostra, circa cinquanta opere su tela e su carta, queste ultime realizzate appositamente per la personale torinese. Le opere su tela hanno come soggetto quadranti di orologi: “ […] il lavoro –spiega l’artista– è nato per caso. È iniziato con una mostra che ho fatto con le immagini di alcune automobili che venivano distorte utilizzando un programma di cartografia informatizzata progettato dalla NASA per rendere piatte le immagini dell'universo. L'ho avuto da un amico, Lee Smolin, che è un fisico teorico. Quando si applica al quadrante di un orologio quest’ultimo si trasforma e si realizza così una sorta di distorsione della dimensione temporale mettendo in dubbio la nostra stessa nozione convenzionale di ‘tempo’ ”.
Da un punto di vista concettuale, la serie degli orologi è l’ideale prosecuzione del progetto Empire, nato subito dopo l’attentato alle Torri Gemelle: un’ampia riflessione sull’esercizio del potere al tempo della globalizzazione e sulle nuove forme di imperialismo nell’era contemporanea. Da tale riflessione sono scaturite opere come Unguernica, ispirata alla Guernica di Picasso, e alcune serie di lavori sul tema del lusso e dell’esibizione della ricchezza. Gli “Orologi” si pongono nella medesima scia concettuale con una struttura dialettica ironica e apparentemente “leggera” che, tuttavia, è messa in relazione con alcune contraddizioni tipiche dei nostri giorni: in tempi di un prevalente pensiero iper-razionale, dove la necessità è misurare e quantificare tutto, queste opere sorprendono e divertono, ma al tempo stesso, fanno riflettere su chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare.
La mostra sarà presentata in anteprima ad Artefiera Bologna nel gennaio 2013 ed è accompagnata da un catalogo con testo critico di Omar Pascual Castillo, direttore del CAAM di Las Palmas de Gran Canaria, il Centro Atlantico di Arte Moderna che ospiterà una personale di Smith in concomitanza della mostra alla Riccardo Costantini Contemporary.
Dal 22 febbraio al 13 aprile 2013, è proposta al pubblico la produzione più recente dell’artista americano che torna in Italia dopo aver esposto e collaborato con alcune fra le più importanti gallerie del mondo come Larry Gagosian, Bruno Bishofberger, Sperone Westwater e Akira Ikeda.
Una personale dalla genesi difficile, perché arriva subito dopo il tornado Sandy che ha devastato New York, dove Smith vive e lavora e che ha causato ingenti danni anche ai suoi lavori.
In mostra, circa cinquanta opere su tela e su carta, queste ultime realizzate appositamente per la personale torinese. Le opere su tela hanno come soggetto quadranti di orologi: “ […] il lavoro –spiega l’artista– è nato per caso. È iniziato con una mostra che ho fatto con le immagini di alcune automobili che venivano distorte utilizzando un programma di cartografia informatizzata progettato dalla NASA per rendere piatte le immagini dell'universo. L'ho avuto da un amico, Lee Smolin, che è un fisico teorico. Quando si applica al quadrante di un orologio quest’ultimo si trasforma e si realizza così una sorta di distorsione della dimensione temporale mettendo in dubbio la nostra stessa nozione convenzionale di ‘tempo’ ”.
Da un punto di vista concettuale, la serie degli orologi è l’ideale prosecuzione del progetto Empire, nato subito dopo l’attentato alle Torri Gemelle: un’ampia riflessione sull’esercizio del potere al tempo della globalizzazione e sulle nuove forme di imperialismo nell’era contemporanea. Da tale riflessione sono scaturite opere come Unguernica, ispirata alla Guernica di Picasso, e alcune serie di lavori sul tema del lusso e dell’esibizione della ricchezza. Gli “Orologi” si pongono nella medesima scia concettuale con una struttura dialettica ironica e apparentemente “leggera” che, tuttavia, è messa in relazione con alcune contraddizioni tipiche dei nostri giorni: in tempi di un prevalente pensiero iper-razionale, dove la necessità è misurare e quantificare tutto, queste opere sorprendono e divertono, ma al tempo stesso, fanno riflettere su chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare.
La mostra sarà presentata in anteprima ad Artefiera Bologna nel gennaio 2013 ed è accompagnata da un catalogo con testo critico di Omar Pascual Castillo, direttore del CAAM di Las Palmas de Gran Canaria, il Centro Atlantico di Arte Moderna che ospiterà una personale di Smith in concomitanza della mostra alla Riccardo Costantini Contemporary.
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