Renè Burri. Jean Tinguely/ Harry Gruyaert - Nicus Lucà. Dimenticare a memoria
Dal 06 Marzo 2013 al 05 Maggio 2013
Torino
Luogo: Fondazione Merz
Indirizzo: via Limone 24
Orari: da martedì a domenica 11-19
Costo del biglietto: € 5 intero, € 3.50 ridotto
Telefono per informazioni: +39 011 19719436
E-Mail info: press@fondazionemerz.org
Sito ufficiale: http://fondazionemerz.org
Prosegue la collaborazione tra la Fondazione Merz e l’agenzia fotografica Magnum Photos, iniziata nel 2012 con la mostra del grande fotografo Josef Koudelka, con l’intento di favorire una sempre maggiore integrazione tra due espressioni visive quali arte e fotografia, per arricchire la lettura di fenomeni artistici e linguaggi visivi.
Le mostre si soffermano proprio su questa vicinanza tra “artista” e “fotografo”; René Burri cattura l’essenza e la spontaneità dello scultore svizzero Jean Tinguely attraverso una serie di scatti realizzati tra il 1967 e il 1991, mentre Harry Gruyaert racconta la valle millenaria della regione del Tafilalt in Marocco, luogo dal quale l’artista Nicus Lucà ricava le pietre fossili con cui realizza i libri-sculture in mostra.
La mostra RENÉ BURRI “Jean Tinguely”, allestita nell’ampia sala al piano terra, raccoglie 122 scatti in bianco e nero e a colori realizzate dal fotografo svizzero all’artista nell’arco di un ventennio.
Burri osserva l’amico al lavoro nel suo studio, durante la realizzazione della scultura monumentale “Le Cyclop” vicino a Parigi, durante l’allestimento dei suoi lavori all’Esposizione Internazionale di Montreal, a Basilea e a Venezia. La serie fotografica si spinge oltre i confini dell’immagine ufficiale per catturare, con la disponibilità e complicità del soggetto fotografico, l’essenza, la personalità e la creatività dell’artista.
Al piano interrato la mostra Dimenticare a Memoria presenta i lavori del fotografo belga Harry Gruyaert e dell’artista torinese Nicus Lucà. I 12 scatti a colori di Gruyaert realizzati in Marocco, nella regione del Tafilalt, trasportano l’osservatore in atmosfere inconsuete e misteriose; le foto di paesaggi naturali, di città adagiate sulle montagne, ma anche di esseri umani, somigliano a dipinti nei quali la luce e il colore entrano nello spazio per sottolineare i soggetti.
L’artista torinese Nicus Lucà realizza una biblioteca di 150 volumi tagliati in pietra fossile proveniente proprio dalla regione del Tafilalt, nel sud-est del Marocco, il più grande giacimento di fossili risalente al paleozoico del Nord Africa, e incisi con titoli di libri celebri. L’artista ruba agli scrittori la loro opera, si appropria delle loro parole che imprigiona per sempre in questa pietra millenaria che è una pittura di varietà infinita creata dal tempo e formata quando ancora la scrittura non esisteva. Ogni volume diventa una scultura che il visitatore può toccare, leggere e immaginare.
Le mostre si soffermano proprio su questa vicinanza tra “artista” e “fotografo”; René Burri cattura l’essenza e la spontaneità dello scultore svizzero Jean Tinguely attraverso una serie di scatti realizzati tra il 1967 e il 1991, mentre Harry Gruyaert racconta la valle millenaria della regione del Tafilalt in Marocco, luogo dal quale l’artista Nicus Lucà ricava le pietre fossili con cui realizza i libri-sculture in mostra.
La mostra RENÉ BURRI “Jean Tinguely”, allestita nell’ampia sala al piano terra, raccoglie 122 scatti in bianco e nero e a colori realizzate dal fotografo svizzero all’artista nell’arco di un ventennio.
Burri osserva l’amico al lavoro nel suo studio, durante la realizzazione della scultura monumentale “Le Cyclop” vicino a Parigi, durante l’allestimento dei suoi lavori all’Esposizione Internazionale di Montreal, a Basilea e a Venezia. La serie fotografica si spinge oltre i confini dell’immagine ufficiale per catturare, con la disponibilità e complicità del soggetto fotografico, l’essenza, la personalità e la creatività dell’artista.
Al piano interrato la mostra Dimenticare a Memoria presenta i lavori del fotografo belga Harry Gruyaert e dell’artista torinese Nicus Lucà. I 12 scatti a colori di Gruyaert realizzati in Marocco, nella regione del Tafilalt, trasportano l’osservatore in atmosfere inconsuete e misteriose; le foto di paesaggi naturali, di città adagiate sulle montagne, ma anche di esseri umani, somigliano a dipinti nei quali la luce e il colore entrano nello spazio per sottolineare i soggetti.
L’artista torinese Nicus Lucà realizza una biblioteca di 150 volumi tagliati in pietra fossile proveniente proprio dalla regione del Tafilalt, nel sud-est del Marocco, il più grande giacimento di fossili risalente al paleozoico del Nord Africa, e incisi con titoli di libri celebri. L’artista ruba agli scrittori la loro opera, si appropria delle loro parole che imprigiona per sempre in questa pietra millenaria che è una pittura di varietà infinita creata dal tempo e formata quando ancora la scrittura non esisteva. Ogni volume diventa una scultura che il visitatore può toccare, leggere e immaginare.
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