Trittico
Dal 06 Maggio 2015 al 20 Maggio 2015
Torino
Luogo: martinArte
Indirizzo: corso Siracusa 24/a
Orari: lunedì 15.30-19.30; martedì 10-12.30 / 15.30-22; mer-giov-ven 10-12.30 / 15.30-19.30
Curatori: martinArte
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 335 360545
E-Mail info: paolabarbarossa@libero.it
Sito ufficiale: http://www.premioceleste.it/paola.barbarossa
Trittico è un evento che riunisce le opere di tre amici che hanno in comune un lavoro artistico teso all’analisi del colore, del segno e della composizione – in pittura, grafica, scultura ed installazione.
Mauro Lisardi
Nasce a Genova nel 1950. Trasferitosi a Torino si è formato frequentando il liceo artistico e successivamente l'accademia Albertina di belle arti trovando stimoli adeguati nell'insegnamento di maestri della grafica quali Mario Calandri, Francesco Franco, Francesco Casorati. Ha inoltre seguito i corsi dell'istituto professionale di grafica pubblicitaria. Gli interessi nel campo grafico lo hanno portato a frequentare il corso di calcografia della scuola internazionale di grafica a Venezia e per la silografia l'accademia Raffaello di Urbino anche qui trovando validi maestri in Riccardo Licata e Pietro Sanchini. Fondamentali per la sua cultura e per la sua ricerca artistica sono state la lettura delle opere di Argan, Berenson, Brandi, Kandinsky, non disgiunte dalle visite alle città d'arte e dallo studio dei grandi maestri quali Rembrandt, Piranesi, Goya, Tiepolo, della grafica italiana ed internazionale, come della xilografia giapponese. La frequentazione e l'amicizia col maestro Francesco Franco in particolare ha costituito l'elemento di maggior importanza per la sua formazione artistica e grafica sia dal punto di vista tecnico che culturale. La sua produzione comprende oltre alle calcografie e alle xilografie, anche acquerelli disegni e quadri di tecnica mista elaborati con materiali vari e di recupero. Ha esposto in varie città a mostre collettive e concorsi quali Milano, Cuneo, Asti, Torino, Arezzo, Urbino, e paesi esteri quali Canada, Korea, Belgio, Polonia, Lituania, Spagna.
Fernando Montà
Vive e lavora a Torino. L’attività inizia con il conseguimento nel 1974, a Varese, del premio nazionale Pernod per la Grafica, sezione studenti delle Accademie di Belle Arti. Si dedica all’incisione e alla pittura figurativa con temi legati all’ecologia e alla difesa dell’ambiente. Agli inizi degli anni ’90 giunge ad una ricerca sul segno, è del 1993 la mostra “Monadi-Nomadi” con realizzazione di video-catalogo, prodotto da Willy Darko e presentazione critica di Ivana Mulatero. L’attività prosegue con opere composte da moduli che si espandono nello spazio e che hanno per soggetto la Collina e la Luna. Attualmente la ricerca si è focalizzata sull’elemento Vento che agita vorticosamente la natura ed il paesaggio. Gli ultimi lavori denunciano le Ferite alla natura e, nello stesso tempo all’animo umano. Partecipa a numerosi eventi e mostre in Italia ed all’estero.
Claudio Vindigni Il Giornale di Sicilia -Catania- 25 maggio 1971
Claudio Vindigni, giovane scultore di Pozzallo e attuali studi accademici a Torino, è presente con una «personale» di scultura e grafica nel salone del Circolo Artistico in Viale Regina Margherita 3. … La forma della figura è distorta, antiplastica e certe volte scheletrica, ma in questa degenerazione volumetrica dell’uomo e la donna è contenuta la verità della composizione, che Vindigni possiede in sé in forma ancestrale. …, i disegni parlano un linguaggio esemplificativo. In essi infatti, oltre che l’approssimazione alla scultura vi è una trama del segno che cerca la soluzione immediata ed in alcuni la giusta somma volumetrica dell’autentica plastica umana. Fra le sculture che ci sono sembrate realizzate in maniera qualificante, ricordiamo Icaro ’70, il Pedagogo e Nike che ci sembra un bellissimo pretesto per attivizzare l’intuizione di chi guarda.…
Riccardo Campanella
Torino, marzo 2015
Da Claudio Vindigni non puoi fare a meno di lasciarti trascinare, a tratti travolgere: la creatività che gli è propria si esprime attraverso un vortice di segni, in cui significante e significato sembrano seguire le peculiarità tipiche della cosiddetta “opera aperta” e visualizzata da Umberto Eco alla fine degli anni Settanta del Novecento. Sottraendosi a ogni retorica, Claudio imposta la sua ricerca effettuando anche trancianti esperimenti di iconoclastia; rimodella status visivi e suggerisce percorsi diversi che fanno dell’alterità una risorsa, una prospettiva nuova, inattesa, che sa sempre sorprenderci, chiedendoci di guardare oltre le secche dell’apparenza.
Massimo Centini
Mauro Lisardi
Nasce a Genova nel 1950. Trasferitosi a Torino si è formato frequentando il liceo artistico e successivamente l'accademia Albertina di belle arti trovando stimoli adeguati nell'insegnamento di maestri della grafica quali Mario Calandri, Francesco Franco, Francesco Casorati. Ha inoltre seguito i corsi dell'istituto professionale di grafica pubblicitaria. Gli interessi nel campo grafico lo hanno portato a frequentare il corso di calcografia della scuola internazionale di grafica a Venezia e per la silografia l'accademia Raffaello di Urbino anche qui trovando validi maestri in Riccardo Licata e Pietro Sanchini. Fondamentali per la sua cultura e per la sua ricerca artistica sono state la lettura delle opere di Argan, Berenson, Brandi, Kandinsky, non disgiunte dalle visite alle città d'arte e dallo studio dei grandi maestri quali Rembrandt, Piranesi, Goya, Tiepolo, della grafica italiana ed internazionale, come della xilografia giapponese. La frequentazione e l'amicizia col maestro Francesco Franco in particolare ha costituito l'elemento di maggior importanza per la sua formazione artistica e grafica sia dal punto di vista tecnico che culturale. La sua produzione comprende oltre alle calcografie e alle xilografie, anche acquerelli disegni e quadri di tecnica mista elaborati con materiali vari e di recupero. Ha esposto in varie città a mostre collettive e concorsi quali Milano, Cuneo, Asti, Torino, Arezzo, Urbino, e paesi esteri quali Canada, Korea, Belgio, Polonia, Lituania, Spagna.
Fernando Montà
Vive e lavora a Torino. L’attività inizia con il conseguimento nel 1974, a Varese, del premio nazionale Pernod per la Grafica, sezione studenti delle Accademie di Belle Arti. Si dedica all’incisione e alla pittura figurativa con temi legati all’ecologia e alla difesa dell’ambiente. Agli inizi degli anni ’90 giunge ad una ricerca sul segno, è del 1993 la mostra “Monadi-Nomadi” con realizzazione di video-catalogo, prodotto da Willy Darko e presentazione critica di Ivana Mulatero. L’attività prosegue con opere composte da moduli che si espandono nello spazio e che hanno per soggetto la Collina e la Luna. Attualmente la ricerca si è focalizzata sull’elemento Vento che agita vorticosamente la natura ed il paesaggio. Gli ultimi lavori denunciano le Ferite alla natura e, nello stesso tempo all’animo umano. Partecipa a numerosi eventi e mostre in Italia ed all’estero.
Claudio Vindigni Il Giornale di Sicilia -Catania- 25 maggio 1971
Claudio Vindigni, giovane scultore di Pozzallo e attuali studi accademici a Torino, è presente con una «personale» di scultura e grafica nel salone del Circolo Artistico in Viale Regina Margherita 3. … La forma della figura è distorta, antiplastica e certe volte scheletrica, ma in questa degenerazione volumetrica dell’uomo e la donna è contenuta la verità della composizione, che Vindigni possiede in sé in forma ancestrale. …, i disegni parlano un linguaggio esemplificativo. In essi infatti, oltre che l’approssimazione alla scultura vi è una trama del segno che cerca la soluzione immediata ed in alcuni la giusta somma volumetrica dell’autentica plastica umana. Fra le sculture che ci sono sembrate realizzate in maniera qualificante, ricordiamo Icaro ’70, il Pedagogo e Nike che ci sembra un bellissimo pretesto per attivizzare l’intuizione di chi guarda.…
Riccardo Campanella
Torino, marzo 2015
Da Claudio Vindigni non puoi fare a meno di lasciarti trascinare, a tratti travolgere: la creatività che gli è propria si esprime attraverso un vortice di segni, in cui significante e significato sembrano seguire le peculiarità tipiche della cosiddetta “opera aperta” e visualizzata da Umberto Eco alla fine degli anni Settanta del Novecento. Sottraendosi a ogni retorica, Claudio imposta la sua ricerca effettuando anche trancianti esperimenti di iconoclastia; rimodella status visivi e suggerisce percorsi diversi che fanno dell’alterità una risorsa, una prospettiva nuova, inattesa, che sa sempre sorprenderci, chiedendoci di guardare oltre le secche dell’apparenza.
Massimo Centini
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