Fausto Melotti. Angelico Geometrico
Fausto Melotti, I beduini, 1973, ottone - tessuto, 110 x 110 x 27 cm. Collezione Domenico Talamoni
Dal 23 Giugno 2012 al 30 Settembre 2012
Rovereto | Trento
Luogo: Mart Rovereto
Indirizzo: corso Bettini 43
Orari: da martedì a domenica 10-18
Enti promotori:
- Provincia autonoma di Trento
- Comune di Trento
- Comune di Rovereto
- Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto
Costo del biglietto: intero € 11, ridotto € 7, famiglie € 22
Telefono per informazioni: +39 0464.438887/ 800 397760
E-Mail info: info@mart.trento.it
Sito ufficiale: http://www.mart.trento.it
“L’arte è stato d’animo angelico, geometrico. Essa si rivolge all’intelletto, non ai sensi”. Così Fausto Melotti descriveva la propria poetica nel testo in catalogo della sua prima mostra personale alla Galleria del Milione (1935) di Milano, dove si era trasferito da Rovereto negli anni Venti.
Un’esposizione come quella, in Italia, non si era mai vista: un’astrazione purissima e integrale. “Angelico geometrico” è quindi un’auto-definizione in cui l’artista accosta immaginazione e raziocinio, concretezza tattile degli oggetti e impalpabilità eterea della loro forma. La mostra al Mart, a cura di Denis Viva, punta a interpretare questa convivenza di leggerezza e rigore con un percorso che metterà in luce, in tutta la vicenda artistica di Melotti, una coerenza di intenti molto forte.
In particolare, l’esposizione si concentra sulla fase di rinascita dell’opera di Melotti a partire dagli anni Sessanta. In un clima di profondo e generalizzato cambiamento in atto nel paese, i giovani astrattisti di quegli anni guardavano con ammirazione e stupore alle pionieristiche opere di Melotti negli anni Trenta. Parallelamente, “Angelico Geometrico” ripercorre l’evoluzione più personale dello scultore roveretano con opere quali "Città" (1963) ed "Ellissi" (1964). In questi anni infatti Melotti svilupperà maggiormente componenti oniriche e metafisiche, in cui l’ambiguità fra astrazione e figurazione prevale sull’iniziale rigore geometrico.
Le cento opere in mostra, dal 23 giugno al 30 settembre 2012, comprendono un’ampia serie di confronti con le opere di artisti come Kenneth Armitage, Agostino Bonalumi, Alexander Calder, Carlo Carrà, Enrico Castellani, Giorgio de Chirico, Lucio Fontana, Alberto Giacometti, Piero Manzoni, Marino Marini, Louise Nevelson, Pablo Picasso.
Un’esposizione come quella, in Italia, non si era mai vista: un’astrazione purissima e integrale. “Angelico geometrico” è quindi un’auto-definizione in cui l’artista accosta immaginazione e raziocinio, concretezza tattile degli oggetti e impalpabilità eterea della loro forma. La mostra al Mart, a cura di Denis Viva, punta a interpretare questa convivenza di leggerezza e rigore con un percorso che metterà in luce, in tutta la vicenda artistica di Melotti, una coerenza di intenti molto forte.
In particolare, l’esposizione si concentra sulla fase di rinascita dell’opera di Melotti a partire dagli anni Sessanta. In un clima di profondo e generalizzato cambiamento in atto nel paese, i giovani astrattisti di quegli anni guardavano con ammirazione e stupore alle pionieristiche opere di Melotti negli anni Trenta. Parallelamente, “Angelico Geometrico” ripercorre l’evoluzione più personale dello scultore roveretano con opere quali "Città" (1963) ed "Ellissi" (1964). In questi anni infatti Melotti svilupperà maggiormente componenti oniriche e metafisiche, in cui l’ambiguità fra astrazione e figurazione prevale sull’iniziale rigore geometrico.
Le cento opere in mostra, dal 23 giugno al 30 settembre 2012, comprendono un’ampia serie di confronti con le opere di artisti come Kenneth Armitage, Agostino Bonalumi, Alexander Calder, Carlo Carrà, Enrico Castellani, Giorgio de Chirico, Lucio Fontana, Alberto Giacometti, Piero Manzoni, Marino Marini, Louise Nevelson, Pablo Picasso.
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