Paolo Ventura. Mago Futurista

Paolo Ventura, Il mago, 2012
Dal 22 Giugno 2013 al 13 Ottobre 2013
Rovereto | Trento
Luogo: Mart, Casa Depero
Indirizzo: via dei Portici 38
Orari: da martedi a domenica 10-18
Curatori: Nicoletta Boschiero
Costo del biglietto: intero 7 €, ridotto 4 €, gratuito fino a 14 anni
Telefono per informazioni: +39 0464 431813/ 800 397760
E-Mail info: info@mart.trento.it
Sito ufficiale: http://www.mart.tn.it
Seppur impalpabili come sogni, le immagini nate dalla poetica di Ventura hanno la forza popolare ed evocativa delle tavole utilizzate dai cantastorie. Fotografie frutto di una meticolosa messa in scena, rappresentano dei “ricordi possibili” in bilico tra memoria e immaginazione.
L’artista impersona il protagonista della storia in fondali dipinti da lui stesso che danno vita a un racconto sospeso temporalmente, come accade al circo, nei luna park o nelle rappresentazioni dei burattini. Una città, riconoscibile come una Milano “sironiana”, è la quinta teatrale in cui il protagonista. il “mago”, dà spettacolo controllando la scomparsa e ricomparsa di un bambino, destinato misteriosamente, negli scatti finali, a scomparire davvero nella nebbia.
La suggestione creata delle fotografie dell’artista muove un senso di aspettativa sulle vicende che riguardano il tempo, l’infanzia, l’innocenza, la guerra, il mistero. I progetti di entrambe le serie sono fortemente legate al profilo della sede espositive: “il mago” è il nomignolo con il quale viene ancor oggi ricordato Fortunato Depero. Così commenta il suo lavoro Paolo Ventura, a proposito del tema della scomparsa, già peraltro affrontato in altri suoi
lavori: "Mi piaceva l’idea di interpretare qualcuno che scompare. Il Mago, lo Zuavo, li ho scelti innanzitutto perché sono ?gure senza tempo, fanno parte di me. Personaggi immutabili,come i preti, i carabinieri che hanno ottenuto, di poter essere trasferiti in qualsiasi luogo, in qualsiasi tempo e non cambiano. Le loro divise diventano dei costumi, come i clown. Mi piacciono queste ?gure che vivono un non-tempo”.
L’artista impersona il protagonista della storia in fondali dipinti da lui stesso che danno vita a un racconto sospeso temporalmente, come accade al circo, nei luna park o nelle rappresentazioni dei burattini. Una città, riconoscibile come una Milano “sironiana”, è la quinta teatrale in cui il protagonista. il “mago”, dà spettacolo controllando la scomparsa e ricomparsa di un bambino, destinato misteriosamente, negli scatti finali, a scomparire davvero nella nebbia.
La suggestione creata delle fotografie dell’artista muove un senso di aspettativa sulle vicende che riguardano il tempo, l’infanzia, l’innocenza, la guerra, il mistero. I progetti di entrambe le serie sono fortemente legate al profilo della sede espositive: “il mago” è il nomignolo con il quale viene ancor oggi ricordato Fortunato Depero. Così commenta il suo lavoro Paolo Ventura, a proposito del tema della scomparsa, già peraltro affrontato in altri suoi
lavori: "Mi piaceva l’idea di interpretare qualcuno che scompare. Il Mago, lo Zuavo, li ho scelti innanzitutto perché sono ?gure senza tempo, fanno parte di me. Personaggi immutabili,come i preti, i carabinieri che hanno ottenuto, di poter essere trasferiti in qualsiasi luogo, in qualsiasi tempo e non cambiano. Le loro divise diventano dei costumi, come i clown. Mi piacciono queste ?gure che vivono un non-tempo”.
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