Nel vento della Poesia: Cibo e Bestiario nei libri e nelle opere di Alberto Casiraghy
Dal 04 Maggio 2024 al 02 Giugno 2024
Asolo | Treviso
Luogo: Galleria Browning
Indirizzo: Via Browning 167
Orari: da mercoledì a venerdì 15:30 – 19:30 Sabato e domenica 10:30 – 12:00 / 15:30 – 19:30 Lunedì e martedì chiuso
Curatori: Andrea Tomasetig
Ad Asolo, borgo storico trevigiano ricco di palazzi e residenze patrizie venete, circondato dalle colline del Prosecco, la Galleria Browning ospita la mostra “Nel vento della Poesia: Cibo e Bestiario nei libri e nelle opere di Alberto Casiraghy”, con la curatela del libraio antiquario milanese Andrea Tomasetig e in collaborazione con l’Associazione culturale Asolo Arte. La mostra, aperta dal 5 maggio al 2 giugno 2024, ha il patrocinio del Comune di Asolo ed è realizzata con il contributo della Fondazione Biblioteca di via Senato e di Villa Pasina - Asolo.
Alberto Casiraghy è un multiforme artista che riunisce in sé molte doti. Innanzitutto, è un tipografo che compone a mano alla Gutenberg con i caratteri mobili librini di otto pagine (con un aforisma, una breve poesia o un pensiero e insieme con un’operina originale), poi li stampa e li cuce sempre a mano in pochi esemplari. È anche l’autore di sorprendenti aforismi che colgono nel segno e non si dimenticano. È poi il grafico che accompagna molti di quei librini con sue opere originali di sapore surreal-dadaista, creando talora originali libri oggetto. È, infine, l’editore delle edizioni Pulcinoelefante – chiamate affettuosamente pulcini – giunte in quarantadue anni di attività a quasi dodicimila titoli, a cui hanno contribuito centinaia e centinaia di scrittori, artisti e persone comuni.
Nei tre piani della Galleria Browning sono esposti oltre un centinaio di pezzi, tra pubblicazioni e opere originali, disposte in un sapiente allestimento dall’architetto Leo Guerra, all’insegna di un duplice tema: il cibo nei suoi molteplici risvolti e il personale bestiario, reale e fantastico, dell’artista.
Il mondo della cucina è presentato in un’ampia selezione di pulcini con aforismi, riflessioni e versi di scrittori e gastronomi. Si va dagli acuti pensieri dello scrittore Aldo Buzzi (il profetico “Nei periodi di decadenza il culto della cucina diventa eccessivo”) e dello studioso Alberto Capatti (“Senza la pentola non bolle libro”) alle riflessioni di cuochi famosi, come Gualtiero Marchesi (“Ho sempre paragonato l’arte di cucinare alla musica che ti avvolge e penetra senza tregua”) e Davide Oldani, a cui si aggiungono ironiche ricette letterarie come nel caso di Francis Scott Fitzgerald.
I librini hanno sempre un doppio registro di lettura: testo e immagine sono in gara tra loro a meglio figurare. Meritano allora, oltre alle acutezze del pensiero, di essere citati i fantasiosi disegni a china acquerellati di Alberto Rebori, le calcografie graffianti e all’insegna dell’humor nero di Luciano Ragozzino, gli ori sapienti di Luigi Mariani, i pani disegnati magistralmente da Roberto Giavarini, i sofisticati libri-oggetto di Roberto Bernasconi.
Anche il bere e il vino hanno un loro spazio: insieme agli elogi del vino dei grandi poeti dell’Oriente, Omar Khayyâm e Li Po, ci sono due bottiglie con etichetta d’artista, opera di Casiraghy, per due destinatari illustri, lo stampatore Giorgio Lucini e papa Francesco, ricordato dai suoi “concittadini” con un Grignolino d’Asti prodotto da un vigneto di Portacomaro “in omaggio alle radici dei suoi avi”.
Di particolare interesse sono poi alcuni libri-oggetto, dove testo e oggetto, talora ancora di carta, dialogano tra loro all’interno della stessa edizione. Così, stampato su una carta che rimanda alla sua pasta, è omaggio al Gorgonzola (2010), mentre un vasetto di vetro contenente caratteri di piombo diventa cibo per la mente. L’insieme è un fantasioso e originale catalogo gastronomico.
L’altra sezione in mostra è dedicata agli “amici animali” e vede Alberto Casiraghy come unico autore di lirici librini in tema e soprattutto di opere uniche in tecnica mista di maggior formato, popolate di animali liberi e fantastici, uno straordinario Bestiario dilatato in una dimensione onirica e fantasiosa e per la prima volta radunato così copiosamente. È un corpus molto vario e comprende balene arpionate, pesci volanti, capre e cavalli dotati di un misterioso occhio gigante, gatti statuari, agnellini, uccellini e nidi insieme a rinoceronti, zebre e altri animali della “cara Africa”. Ma non si tratta di raffigurazioni naturalistiche, piuttosto di presenze sorprendenti in contesti surreali, che testimoniano il loro profondo legame con l’universo immaginario di Alberto Casiraghy.
In parallelo alla mostra asolana fino al 16 giugno sarà possibile visitare a Venezia la mostra “L’Arte nei libri e nelle opere di Alberto Casiraghy” (Bottega Cini, Dorsoduro 860 A), a cura di Andrea Tomasetig. È l’occasione per conoscere più da vicino, in coincidenza con l’apertura della Biennale, l’artista che ha fatto del libro il suo strumento d’elezione avvicinandosi più di chiunque altro – nell’intreccio tra tipografia, parola e arte – all’inafferrabile obiettivo dell’arte totale.
Alberto Casiraghy (1952) è un poeta-artista e un artista-poeta brianzolo che può considerarsi come l’erede più vicino di Bruno Munari. Sbalorditivo e impossibile da replicare per qualunque altro stampatore al mondo è il numero degli scrittori e degli artisti coinvolti nei suoi progetti: tra gli altri, Enrico Baj, Maurizio Cattelan, Guido Ceronetti, Gillo Dorfles, Emilio Isgrò, Franco Loi, Giorgio Manganelli, Gualtiero Marchesi, Bruno Munari, Fernanda Pivano, Giuseppe Pontiggia, Arturo Schwarz, Ettore Sottsass, Tonino Guerra, Sebastiano Vassalli, fino a Andy Warhol e i poeti della beat generation. Su tutti spicca il rapporto privilegiato con Alda Merini, che nell’arco di diciotto anni ha prodotto ben 1.189 titoli. L’editore Vanni Scheiwiller lo aveva definito per la sua incessante attività quotidiana “il panettiere degli editori, l’unico che stampa in giornata”. Il fondatore delle edizioni Pulcinoelefante è anche liutaio e violinista per diletto.
Inaugurazione | sabato 4 maggio ore 18.00
Alberto Casiraghy è un multiforme artista che riunisce in sé molte doti. Innanzitutto, è un tipografo che compone a mano alla Gutenberg con i caratteri mobili librini di otto pagine (con un aforisma, una breve poesia o un pensiero e insieme con un’operina originale), poi li stampa e li cuce sempre a mano in pochi esemplari. È anche l’autore di sorprendenti aforismi che colgono nel segno e non si dimenticano. È poi il grafico che accompagna molti di quei librini con sue opere originali di sapore surreal-dadaista, creando talora originali libri oggetto. È, infine, l’editore delle edizioni Pulcinoelefante – chiamate affettuosamente pulcini – giunte in quarantadue anni di attività a quasi dodicimila titoli, a cui hanno contribuito centinaia e centinaia di scrittori, artisti e persone comuni.
Nei tre piani della Galleria Browning sono esposti oltre un centinaio di pezzi, tra pubblicazioni e opere originali, disposte in un sapiente allestimento dall’architetto Leo Guerra, all’insegna di un duplice tema: il cibo nei suoi molteplici risvolti e il personale bestiario, reale e fantastico, dell’artista.
Il mondo della cucina è presentato in un’ampia selezione di pulcini con aforismi, riflessioni e versi di scrittori e gastronomi. Si va dagli acuti pensieri dello scrittore Aldo Buzzi (il profetico “Nei periodi di decadenza il culto della cucina diventa eccessivo”) e dello studioso Alberto Capatti (“Senza la pentola non bolle libro”) alle riflessioni di cuochi famosi, come Gualtiero Marchesi (“Ho sempre paragonato l’arte di cucinare alla musica che ti avvolge e penetra senza tregua”) e Davide Oldani, a cui si aggiungono ironiche ricette letterarie come nel caso di Francis Scott Fitzgerald.
I librini hanno sempre un doppio registro di lettura: testo e immagine sono in gara tra loro a meglio figurare. Meritano allora, oltre alle acutezze del pensiero, di essere citati i fantasiosi disegni a china acquerellati di Alberto Rebori, le calcografie graffianti e all’insegna dell’humor nero di Luciano Ragozzino, gli ori sapienti di Luigi Mariani, i pani disegnati magistralmente da Roberto Giavarini, i sofisticati libri-oggetto di Roberto Bernasconi.
Anche il bere e il vino hanno un loro spazio: insieme agli elogi del vino dei grandi poeti dell’Oriente, Omar Khayyâm e Li Po, ci sono due bottiglie con etichetta d’artista, opera di Casiraghy, per due destinatari illustri, lo stampatore Giorgio Lucini e papa Francesco, ricordato dai suoi “concittadini” con un Grignolino d’Asti prodotto da un vigneto di Portacomaro “in omaggio alle radici dei suoi avi”.
Di particolare interesse sono poi alcuni libri-oggetto, dove testo e oggetto, talora ancora di carta, dialogano tra loro all’interno della stessa edizione. Così, stampato su una carta che rimanda alla sua pasta, è omaggio al Gorgonzola (2010), mentre un vasetto di vetro contenente caratteri di piombo diventa cibo per la mente. L’insieme è un fantasioso e originale catalogo gastronomico.
L’altra sezione in mostra è dedicata agli “amici animali” e vede Alberto Casiraghy come unico autore di lirici librini in tema e soprattutto di opere uniche in tecnica mista di maggior formato, popolate di animali liberi e fantastici, uno straordinario Bestiario dilatato in una dimensione onirica e fantasiosa e per la prima volta radunato così copiosamente. È un corpus molto vario e comprende balene arpionate, pesci volanti, capre e cavalli dotati di un misterioso occhio gigante, gatti statuari, agnellini, uccellini e nidi insieme a rinoceronti, zebre e altri animali della “cara Africa”. Ma non si tratta di raffigurazioni naturalistiche, piuttosto di presenze sorprendenti in contesti surreali, che testimoniano il loro profondo legame con l’universo immaginario di Alberto Casiraghy.
In parallelo alla mostra asolana fino al 16 giugno sarà possibile visitare a Venezia la mostra “L’Arte nei libri e nelle opere di Alberto Casiraghy” (Bottega Cini, Dorsoduro 860 A), a cura di Andrea Tomasetig. È l’occasione per conoscere più da vicino, in coincidenza con l’apertura della Biennale, l’artista che ha fatto del libro il suo strumento d’elezione avvicinandosi più di chiunque altro – nell’intreccio tra tipografia, parola e arte – all’inafferrabile obiettivo dell’arte totale.
Alberto Casiraghy (1952) è un poeta-artista e un artista-poeta brianzolo che può considerarsi come l’erede più vicino di Bruno Munari. Sbalorditivo e impossibile da replicare per qualunque altro stampatore al mondo è il numero degli scrittori e degli artisti coinvolti nei suoi progetti: tra gli altri, Enrico Baj, Maurizio Cattelan, Guido Ceronetti, Gillo Dorfles, Emilio Isgrò, Franco Loi, Giorgio Manganelli, Gualtiero Marchesi, Bruno Munari, Fernanda Pivano, Giuseppe Pontiggia, Arturo Schwarz, Ettore Sottsass, Tonino Guerra, Sebastiano Vassalli, fino a Andy Warhol e i poeti della beat generation. Su tutti spicca il rapporto privilegiato con Alda Merini, che nell’arco di diciotto anni ha prodotto ben 1.189 titoli. L’editore Vanni Scheiwiller lo aveva definito per la sua incessante attività quotidiana “il panettiere degli editori, l’unico che stampa in giornata”. Il fondatore delle edizioni Pulcinoelefante è anche liutaio e violinista per diletto.
Inaugurazione | sabato 4 maggio ore 18.00
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