Sabrina Ferrari. Modus vivendi
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© Sabrina Ferrari
Dal 12 Maggio 2017 al 11 Giugno 2017
Treviso
Luogo: Ca' dei Carraresi
Indirizzo: via Palestro 33 / 38
Curatori: Federico Martinelli
Enti promotori:
- Con il patrocinio di Regione Veneto
- Provincia di Verona
- Provincia di Treviso
- Comune di Treviso
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.quintaparete.it
Dal 12 maggio all’11 giugno 2017 l’artista Sabrina Ferrari sarà protagonista di “Modus vivendi”, mostra antologica presso Ca’ dei Carraresi a Treviso.
La prestigiosa sede museale, dopo la mostra dedicata a Francis Bacon, si appresta a ospitare una delle più apprezzate scultrici italiane contemporanee.
Un percorso artistico iniziato da un amore profondo per la cera e per il bronzo, materie dalle quali nasce il modello e, successivamente, la fusione. Una carriera, quella della Ferrari, iniziata in fonderia, accanto a grandi maestri nazionali con i quali tutt’ora collabora.
Pur nella loro essenza ed esistenza multipla – troviamo ruggenti e aggressivi animali, danzatori e acrobati nello slancio di un difficile esercizio circense, aggraziate creature velate, figure maschili e femminili di imponente quanto aggraziata presenza – il mondo scultoreo di Sabrina è aggraziato e vive, comunque e sempre in armonia.
Nello slancio di una danzatrice, nel brutale istinto di un toro, ippopotamo o tigre, nella linearità semplice e aggraziata di un artista di strada, la materia si sublima.
Ca’ dei Carraresi, che si è spesso caratterizzata per aver ospitato mostre di contemporanei, all’insegna di un'apprezzata selezione in ambito moderno, con Sabrina Ferrari, attraverso una quarantina di opere omaggia l’energia della scultura, fascino d’indubbia forza grazie alla particolare resa e agli effetti cromatici che hanno consacrato Sabrina Ferrari a livello internazionale.
L’esposizione è arricchita da un ampio catalogo, edito da Quinta Parete, con tutte le opere in mostra e numerose altre a ideale completamento di un progetto artistico il più possibile articolato.
La mostra, aperta tutti i giorni dalle 11 alle 20.
Contributo critico
Il gusto estetico, le proporzioni, lo struggente alternarsi di sentimenti caratterizza l’arte scultorea di Sabrina Ferrari. Il lavoro sul materiale, i graffiati, i chiaroscuri, i giochi di lucido e opaco, quelle forme ora piatte ora piene, ora di luccicante energia, ora, dove il bronzo si fa scuro, di una pienezza d’ombra senza pari diventano caratteristica tecnica ed estetica che sublima la materia – in questo caso il bronzo – elevandola ad arte.
È dalla creta che nasce tutto, da prime forme già ben definite che aspettano l’incandescenza del bronzo per liberare tutta la loro energia. Nel mondo della Ferrari troviamo ruggenti e aggressivi animali, danzatori e acrobati nello slancio di un difficile esercizio circense, creature velate, figure di imponente quanto aggraziata presenza. Se l’animale ruggisce, salta, graffia o scalpita, l’osservatore ne avverte la forza, ne percepisce il suono, come proiettato in un bosco o in una radura selvaggia. Come pure avverte l’ovattato silenzio che aleggia prima di una difficile esecuzione circense.
Tutto è grazia, armonia di forma e dinamismo assorto, mondo contemporaneo in continua metamorfosi. Sono creature che, stracciate le vesti o la pelle, lasciano alla loro essenza – la materia – lo strumento e il mezzo per raccontarsi.
Se l’arte è mutamento il mondo di Sabrina è permeato da questo: c’è sempre slancio, proiezione verso un orizzonte o un punto che è al di là di qualcosa di definito. Grazia ed energia convivono, straordinariamente, assieme. Con energia ogni soggetto sembra cercare il modo per liberarsi da quella pelle di bronzo – specialmente per quel mondo di animali che ruggiscono, graffiano, mordono – ma con altrettanta grazia che è propria di una scultura che è sempre e comunque poesia assoluta. Ed è forse questo il superamento più grande dell’arte di Sabrina: il saper andare oltre. E allora, il mondo di queste creature, forse si è davvero liberato di ogni struttura, di ogni confine, pelle o vestiti che siano. Tutto è superato. E, davanti agli occhi, ci appare solo la più essenziale delle essenze di queste creature: l’anima.
Federico Martinelli
curatore della mostra
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