Tibet. Tesori dal tetto del mondo
Dal 20 Ottobre 2012 al 02 Giugno 2013
Treviso
Luogo: Casa dei Carraresi
Indirizzo: via Palestro 33/35
Orari: lunedì, martedì, giovedì 9-19; mercoledì 9-21; venerdì, sabato e domenica 9-20
Curatori: Adriano Màdaro
Enti promotori:
- Fondazione Cassamarca
Costo del biglietto: intero euro 13, ridotto euro 10, scuole euro 5
Telefono per informazioni: +39 0422 513150
E-Mail info: cristina.sartori1@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.laviadellaseta.info/
La mostra evento TIBET. TESORI DAL TETTO DEL MONDO inaugura il 20 ottobre a Casa dei Carraresi a Treviso. A poco più di un mese dall’apertura, il curatore Adriano Màdaro, giornalista e sinologo è nuovamente in partenza per Lhasa per andare ad imballare gli oltre 300 reperti che eccezionalmente, per la prima volta al mondo, verranno prestati dal Tibet e dalla Cina per essere esposti in un paese straniero.
La città di Treviso quindi avrà l’onore di mostrare in anteprima assoluta ed esclusiva -grazie ai proficui ed intensi rapporti intessuti dal curatore con il Governo Cinese dal 1976 ad oggi -, oggetti sacri, reperti, monili, strumenti musicali, dipinti, documenti che raccontano l’arte, la storia, la religione del “Popolo delle Nevi”, databili dal XIV secolo ai giorni nostri.
Cresce l’attesa per questa mostra di respiro davvero internazionale: già al 1 settembre scorsoerano già state superate le 30 mila prenotazioni, molte provenienti da Croazia, Slovenia e Repubblica Ceca. La corsa alla prenotazione era già iniziata nei mesi scorsi, prima della chiusura della fortunata mostra MANCIU’. L’ULTIMO IMPERATORE, curata anch’essa da Adriano Màdaro, che ha concluso, sempre a Casa dei Carraresi, il suggestivo ciclo sulla storia del Celeste Impero.
Dopo oltre due anni di sopralluoghi nelle città tibetane di Lhasa, Shigatze e Gyantze, e nel Museo delle Nazionalità di Pechino, oltre che nelle collezioni imperiali custodite nella Città Proibita,Adriano Màdaro infatti, coadiuvato da una commissione scientifica costituita dai maggiori tibetologi cinesi, ha scelto tutti i reperti secondo un itinerario espositivo che illustrerà le varie peculiarità storiche, religiose, artistiche ed etniche del Tibet e del suo popolo.
Cinque i grandi temi che animano la rassegna, sviluppati secondo un racconto continuo e correlato, che guideranno il visitatore alla scoperta di un popolo e di una civiltà antica e così lontana da noi: si inizia dalla situazione storica nella quale si è venuto a trovare l’altopiano tibetano attraverso i secoli fin dai tempi nei quali Gengis Khan lo incluse nel grande Impero mongolo-cinese del XIII secolo. Tra i reperti qui esposti, oltre a documenti storici di varie epoche, risulteranno di particolare interesse i doni che i vari Dalai Lama presentarono alla Corte imperiale di Pechino e le antiche statue del Buddismo tantrico al quale si erano convertiti gli imperatori Ming e Qing.
Un ampio tema sarà inoltre dedicato al grande numero di divinità buddiste tibetane e alla produzione di statue e dipinti religiosi a loro dedicati, così da poter spiegare ai visitatori le particolari specificità del Buddismo tantrico della setta dei Berretti Gialli, alla quale appartengono i Dalai Lama fin dall’inizio dell’istituzione della loro carica. Accanto all’incredibile statuaria, che raggiunge punti artistici di notevole valore, saranno esposti anche gli oggetti di culto tuttora usati nei monasteri e nei templi durante le cerimonie rituali. Tra questi, gli strumenti musicali ricavati da ossa umane, come è nella particolare tradizione del Tantrismo. Si tratterà di una autentica sorpresa per il pubblico occidentale poiché il Buddismo tibetano eccelle per l’uso di oggetti realizzati con ossa umane, compresa la tazza sacra costituita da una calotta cranica rivestita d’oro.
Sezione di rilevante interesse artistico sarà quindi riservata alle “Tangke”, i famosi dipinti sacri che oltre a rappresentare le storie del principe Siddharta (il Budda storico) celebrano la ritualità nei monasteri e nei templi con la raffigurazione dei Dalai Lama e dei monaci nelle loro attività religiose. Come noto le “Tangke” vengono esposte nei templi solo in particolari occasioni di feste e di riti, quindi la loro visione è particolarmente rara, ed eccezionale per un paese estero.
Per completare l’ampia parte religiosa della Mostra sarà allestito anche uno spazio nel quale verranno esibite le famose maschere divinatorie indossate dai monaci nelle danze rituali che rappresentano una caratteristica unica dell’altopiano tibetano, insieme agli strumenti musicali indispensabili nelle cerimonie sacre.
Si racconterà inoltre la vita del popolo, i suoi costumi, le sue tradizioni folkloristiche con abiti, ornamenti, gioielli e oggetti di uso quotidiano. Verrà in questo modo spiegata la vita dei pastori che da secoli è rimasta immutata e testimonia la forte spiritualità di quello che è definito “Il Popolo delle Nevi”.
La città di Treviso quindi avrà l’onore di mostrare in anteprima assoluta ed esclusiva -grazie ai proficui ed intensi rapporti intessuti dal curatore con il Governo Cinese dal 1976 ad oggi -, oggetti sacri, reperti, monili, strumenti musicali, dipinti, documenti che raccontano l’arte, la storia, la religione del “Popolo delle Nevi”, databili dal XIV secolo ai giorni nostri.
Cresce l’attesa per questa mostra di respiro davvero internazionale: già al 1 settembre scorsoerano già state superate le 30 mila prenotazioni, molte provenienti da Croazia, Slovenia e Repubblica Ceca. La corsa alla prenotazione era già iniziata nei mesi scorsi, prima della chiusura della fortunata mostra MANCIU’. L’ULTIMO IMPERATORE, curata anch’essa da Adriano Màdaro, che ha concluso, sempre a Casa dei Carraresi, il suggestivo ciclo sulla storia del Celeste Impero.
Dopo oltre due anni di sopralluoghi nelle città tibetane di Lhasa, Shigatze e Gyantze, e nel Museo delle Nazionalità di Pechino, oltre che nelle collezioni imperiali custodite nella Città Proibita,Adriano Màdaro infatti, coadiuvato da una commissione scientifica costituita dai maggiori tibetologi cinesi, ha scelto tutti i reperti secondo un itinerario espositivo che illustrerà le varie peculiarità storiche, religiose, artistiche ed etniche del Tibet e del suo popolo.
Cinque i grandi temi che animano la rassegna, sviluppati secondo un racconto continuo e correlato, che guideranno il visitatore alla scoperta di un popolo e di una civiltà antica e così lontana da noi: si inizia dalla situazione storica nella quale si è venuto a trovare l’altopiano tibetano attraverso i secoli fin dai tempi nei quali Gengis Khan lo incluse nel grande Impero mongolo-cinese del XIII secolo. Tra i reperti qui esposti, oltre a documenti storici di varie epoche, risulteranno di particolare interesse i doni che i vari Dalai Lama presentarono alla Corte imperiale di Pechino e le antiche statue del Buddismo tantrico al quale si erano convertiti gli imperatori Ming e Qing.
Un ampio tema sarà inoltre dedicato al grande numero di divinità buddiste tibetane e alla produzione di statue e dipinti religiosi a loro dedicati, così da poter spiegare ai visitatori le particolari specificità del Buddismo tantrico della setta dei Berretti Gialli, alla quale appartengono i Dalai Lama fin dall’inizio dell’istituzione della loro carica. Accanto all’incredibile statuaria, che raggiunge punti artistici di notevole valore, saranno esposti anche gli oggetti di culto tuttora usati nei monasteri e nei templi durante le cerimonie rituali. Tra questi, gli strumenti musicali ricavati da ossa umane, come è nella particolare tradizione del Tantrismo. Si tratterà di una autentica sorpresa per il pubblico occidentale poiché il Buddismo tibetano eccelle per l’uso di oggetti realizzati con ossa umane, compresa la tazza sacra costituita da una calotta cranica rivestita d’oro.
Sezione di rilevante interesse artistico sarà quindi riservata alle “Tangke”, i famosi dipinti sacri che oltre a rappresentare le storie del principe Siddharta (il Budda storico) celebrano la ritualità nei monasteri e nei templi con la raffigurazione dei Dalai Lama e dei monaci nelle loro attività religiose. Come noto le “Tangke” vengono esposte nei templi solo in particolari occasioni di feste e di riti, quindi la loro visione è particolarmente rara, ed eccezionale per un paese estero.
Per completare l’ampia parte religiosa della Mostra sarà allestito anche uno spazio nel quale verranno esibite le famose maschere divinatorie indossate dai monaci nelle danze rituali che rappresentano una caratteristica unica dell’altopiano tibetano, insieme agli strumenti musicali indispensabili nelle cerimonie sacre.
Si racconterà inoltre la vita del popolo, i suoi costumi, le sue tradizioni folkloristiche con abiti, ornamenti, gioielli e oggetti di uso quotidiano. Verrà in questo modo spiegata la vita dei pastori che da secoli è rimasta immutata e testimonia la forte spiritualità di quello che è definito “Il Popolo delle Nevi”.
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