When the Globe is Home
Dal 03 Luglio 2020 al 29 Novembre 2020
Treviso
Luogo: Gallerie delle Prigioni
Indirizzo: piazza del Duomo 20
Orari: venerdì: 15—19; sabato e domenica: 10—13 / 15—19
Curatori: Claudio Scorretti, Irina Ungureanu
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.imagomundiart.com
Fondazione Imago Mundi è lieta di annunciare When the Globe is Home, nuova mostra con la quale le Gallerie delle Prigioni (Treviso) riaprono le attività.
Curata da Claudio Scorretti e Irina Ungureanu, l’esposizione riunisce le opere - molte delle quali presentate per la prima volta - di 13 artisti internazionali selezionati dalle collezioni Art Theorema di Imago Mundi, per indagare sulla continua mediazione contemporanea tra globale e locale, tra vicino e lontano, tra collettivo e individuale: tra «Mondo» e «Casa». When the Globe is Home sarà visitabile sino al 29 novembre e si propone come un nuovo passo nel lavoro di conoscenza e dialogo delle culture visive contemporanee del progetto artistico Imago Mundi promosso da Luciano Benetton.
Concepita e in parte allestita prima dello scoppio della pandemia globale (la data dell’inaugurazione doveva essere il 31 marzo), alla luce della recente comune esperienza del lockdown, l’idea centrale della mostra che collega specularmente il mondo e la casa, assume un nuovo potere evocativo: nel percorso espositivo ogni singola “cella” che compone le Gallerie delle Prigioni - l’ex carcere asburgico restaurato dall’architetto Tobia Scarpa - è stata concepita come una “casa”, uno spazio intimo e familiare in cui l’artista possa esprimere, concentrare o finalmente espandere la propria visione.
L’emergenza climatica, la sostenibilità, le trasformazioni sociali delle città, le migrazioni insieme alle nuove sensibilità estetiche, i nuovi incontri, le esperienze e le accelerazioni della globalità contemporanea sono alcuni dei temi affrontati dai 13 artisti fra i quali emerge con energia e passione creativa la figurazione di una “nuova casa”: la perdita, il ritrovamento, la ricostruzione.
Selçuk Demirel, illustratore e fumettista di origini turche residente in Francia dal 1978, riporta nella sua “cella” alcuni dei momenti più importanti della cronaca dei nostri tempi che ha commentato con le sue tavole nelle pagine dei più autorevoli quotidiani francesi (Le Monde, Le Monde Diplomatique, Le Nouvel Observateur) e degli Stati Uniti (The Washington Post, The New York Times, The Wall Street Journal, Time, ecc.).
Walid Siti è uno dei più significativi artisti curdi della scena internazionale. Nato in Iraq, Siti da tempo risiede a Londra, le sue opere sono state esposte al Metropolitan Museum di New York, al British Museum , al Victoria & Albert Museum di Londra, alla Galleria Nazionale di Amman. Per la sua “cella” ha appositamente concepito due nuove installazioni, Magic Mountains e Three Peaks, che esplicitano la sua visione del mondo come luogo di cambiamento ed esilio e la perenne ricerca di un posto sicuro che possa rispecchiare la terra natia che ha dovuto lasciare negli anni ’80.
Per raccontare l’ancestrale e istintiva necessità dell’uomo di trasformare anche lo spazio meno accogliente che si possa immaginare – un campo di lavori forzati in Albania durante la dittatura – in un ambiente vivibile e proprio, Halida Boughriet, artista francese di origine algerina, ha creato per le Gallerie delle Prigioni Ruine I, Gradishte, un’installazione composta da alcuni blocchi di cemento, da una serie di fotografie e di ritratti delle persone confinate in questo luogo di pena. Nell’opera anche la voce di una donna che è vissuta fino ai suoi 17 anni a Gradishte, che continua a considerare il primo luogo di appartenenza della sua infanzia e adolescenza. Boughriet ha già esposto tra l’altro al Centre Pompidou e all’Institut du Monde Arabe di Parigi, alla Biennale di Rabat, alla Depart Foundation di Los Angeles, a documenta 14.
E ancora: nella sua “casa” delle Gallerie delle Prigioni, Antonio Riello, uno dei più eclettici artisti concettuali italiani (lavora con la pittura, scultura, design, fotografia, installazioni e video-game), elabora un’ironica riflessione sulla modernità. Le due opere realizzate per la mostra – Rischio insostenibile (amo i ciclisti) e Tarda modernità – esplorano alcuni paradossi e ambiguità dei nostri tempi: una “bicicletta impossibile” e un tappeto in cocco pieno di segni allegorici (come una sorta di arazzo di Bayeux contemporaneo) per raccontare le smisurate, a volte insostenibili aspirazioni dell’individuo globale. Riello ha partecipato a eventi collaterali della 54esima e 57esima edizione della Biennale di Venezia e ha esposto in numerosi contesti nazionali (tra questi, Pac e Fondazione Arnaldo Pomodoro a Milano) e internazionali (Mudac di Losanna, Chelsea Museum of Art di New York).
L’indagine creativa di Dorina Vlakančić, artista concettuale croata, si ispira infine a un elemento proprio delle Prigioni: lo spioncino di controllo delle guardie posto su ogni antica porta di legno che chiude le singole “celle”, particolare architettonico conservato nel restauro. Nella sua installazione, Point of View, Vlakančić pone al centro la riflessione sul corpo, visto proprio come “cella” personale di tutti noi invitandoci a trovare una via d’evasione e di libertà.
When the Globe is Home presenta inoltre le prime due raccolte di Art Theorema, progetto curato da Claudio Scorretti e Irina Ungureanu, che affianca annualmente le collezioni nazionali di Imago Mundi con una selezione di opere realizzate da artisti provenienti da tutto il mondo scelti da un comitato di esperti. In esposizione le opere formato 10 per 12 centimetri di 382 artisti da oltre 120 Paesi, dall’Europa Orientale a quella Occidentale, dai paesi africani all’Australia, dal Canada agli Stati Uniti, dall’America Latina ai Caraibi, dall’Asia Centrale al Medio e all’Estremo Oriente.
Artisti in mostra: Armen Agop (Egitto, Italia); Halida Boughriet (Francia, Algeria); Beya Gille Gacha (Francia, Camerun); Jarik Jongman (Paesi Bassi); Erkan Özgen (Turchia); Antonio Riello (Italia); Aldo Runfola (Italia); Ghizlane Sahli (Marocco); Demirel Selçuk (Turchia, Francia); Walid Sit (Iraq); The Icelandic Love Corporation (Islanda); Dubravka Vidović (Croazia, Cina, Italia); Dorina Vlakančić (Croazia).
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