Lucio Scortegagna. Pensiero Fluido
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Lucio Scortegagna. Pensiero Fluido, Sala Comunale d’Arte, Trieste
Dal 20 Dicembre 2013 al 08 Gennaio 2014
Trieste
Luogo: Sala Comunale d’Arte
Indirizzo: piazza dell’Unità 4
Orari: tutti i giorni 10-13/ 16-20
Curatori: Maria Yvonne Pugliese
Enti promotori:
- Comune di Trieste
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 040 6754033/ 040 6754850
E-Mail info: info@yvonneartecontemporanea.com
Sito ufficiale: http://www.yvonneartecontemporanea.com
Venerdì 20 dicembre alle ore 18 presso la Sala Comunale d’Arte di Trieste inaugura "Pensiero Fluido", mostra personale di Lucio Scortegagna.
Nella mostra Pensiero fluido, voluta e sostenuta dal Comune di Trieste con l’importante sostegno della ditta Lafer di Schio, sono esposte dieci sculture, sintesi del lavoro degli ultimi 5 anni di Lucio Scortegagna, accompagnate ad alcuni suoi materici a parete. Le sculture sono tutte realizzate in cemento, acciaio, ossidi e hanno un cromatismo comune di grigi, marroni bruciati, rossi ruggine.
I titoli si rincorrono principalmente su due parole costanti: cesure e zolle. La parola cesura deriva dal sostantivo latino che
significa taglio, un taglio netto e duro. Fra i suoi sinonimi troviamo frattura, interruzione, rottura e spezzatura, ma anche pausa, sospensione e stacco.
Il termine zolla deriva invece dal longobardo e indica un pezzo compatto di terra, non molto grande, che si stacca dal terreno per un intervento meccanico guidato dall’uomo. Entrambe le parole convivono strettamente con le opere, per forza, incisione, massa e potenza. Uomo e materia sono a confronto guidati nel tempo e nello spazio da un costante fluido pensiero. Cesure verticali, cesure ellissoidali, cesure strutturanti in sospensione, zolle riverse…
La ricerca artistica di Lucio Scortegagna (Schio, 1948) di altissimo livello formale, rivela il suo pensiero costantemente nutrito da una vivace curiosità. “Solo se conosci puoi violare”…. Sì, la curiosità vivace del suo dialogo è fresca e rigenerante, quasi adolescenziale. Per questo il suo pensiero rimane fluido e sempre pronto ad approfondire nuove visioni. Il suo lavoro è partito negli anni ’60 con studi ed elaborati nel contesto dell’arte povera, passando poi alla scultura che si è evoluta nel tempo da una figurazione gratificante ad una forma in grado di aprire un dialogo più stretto con la contemporaneità. In tutto il percorso di ricerca e lavoro non ha mai abbandonato la materia iniziale dura e pesante e la sfida è proprio qui: nel desiderio di superare la staticità del medium attraverso il pensiero che può rendere fluida e adattabile anche la stessa materia.
Nella mostra Pensiero fluido, voluta e sostenuta dal Comune di Trieste con l’importante sostegno della ditta Lafer di Schio, sono esposte dieci sculture, sintesi del lavoro degli ultimi 5 anni di Lucio Scortegagna, accompagnate ad alcuni suoi materici a parete. Le sculture sono tutte realizzate in cemento, acciaio, ossidi e hanno un cromatismo comune di grigi, marroni bruciati, rossi ruggine.
I titoli si rincorrono principalmente su due parole costanti: cesure e zolle. La parola cesura deriva dal sostantivo latino che
significa taglio, un taglio netto e duro. Fra i suoi sinonimi troviamo frattura, interruzione, rottura e spezzatura, ma anche pausa, sospensione e stacco.
Il termine zolla deriva invece dal longobardo e indica un pezzo compatto di terra, non molto grande, che si stacca dal terreno per un intervento meccanico guidato dall’uomo. Entrambe le parole convivono strettamente con le opere, per forza, incisione, massa e potenza. Uomo e materia sono a confronto guidati nel tempo e nello spazio da un costante fluido pensiero. Cesure verticali, cesure ellissoidali, cesure strutturanti in sospensione, zolle riverse…
La ricerca artistica di Lucio Scortegagna (Schio, 1948) di altissimo livello formale, rivela il suo pensiero costantemente nutrito da una vivace curiosità. “Solo se conosci puoi violare”…. Sì, la curiosità vivace del suo dialogo è fresca e rigenerante, quasi adolescenziale. Per questo il suo pensiero rimane fluido e sempre pronto ad approfondire nuove visioni. Il suo lavoro è partito negli anni ’60 con studi ed elaborati nel contesto dell’arte povera, passando poi alla scultura che si è evoluta nel tempo da una figurazione gratificante ad una forma in grado di aprire un dialogo più stretto con la contemporaneità. In tutto il percorso di ricerca e lavoro non ha mai abbandonato la materia iniziale dura e pesante e la sfida è proprio qui: nel desiderio di superare la staticità del medium attraverso il pensiero che può rendere fluida e adattabile anche la stessa materia.
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