Ritmo sopra a tutto
Dal 14 Ottobre 2016 al 19 Febbraio 2017
Gallarate | Varese
Luogo: Museo MA*GA
Indirizzo: via Egidio de Magri 1
Curatori: Franco Buffoni
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3. Gratuito per i minori di 14 anni, disabili che necessitano di accompagnatore , accompagnatore del disabile; dipendenti MiBACT; accompagnatori e guide turistiche Regione Lombardia, 1 insegnante ogni 10 studenti, membri ICOM, soci AMACI; giornalisti accreditati, giornalisti con tesserino in corso di validità
Telefono per informazioni: +39 0331 706011
E-Mail info: info@museomaga.it
Sito ufficiale: http://www.museomaga.it/
Il Museo MA*GA di Gallarate celebra i suoi primi cinquant’anni di attività con la mostra Ritmo sopra a tutto, a cura di Franco Buffoni, che dal 15 ottobre 2016 al 5 febbraio 2017 documenta attraverso cento opere il percorso che ha portato alla formazione delle collezioni del museo stesso, partendo dall’attenzione per il MAC – Movimento Arte Concreta e arrivando alle più recenti tendenze. Un viaggio per immagini che contestualizza il lavoro di ricerca del MA*GA, tra le più longeve istituzioni lombarde rivolte all’arte moderna e contemporanea, in un contesto di respiro nazionale, operando una sintesi delle principali esperienze artistiche sviluppatesi dal dopoguerra ad oggi.
Scelta non casuale quella di affidare il progetto alla curatela di Franco Buffoni, poeta e intellettuale originario proprio di Gallarate. Il suo è uno sguardo laterale rispetto all’arte, capace quindi di osservarne i fenomeni in rapporto alla scena culturale generale: da qui la costruzione di un percorso espositivo che trova come referenti concettuali testi dei più grandi poeti del Novecento – da Eugenio Montale a Giovanni Raboni – e che indugia con particolare attenzione su figure che hanno saputo frequentare con uguale fortuna sia l’arte visuale sia la letteratura, spesso ibridandone i linguaggi: non mancano infatti in mostra lavori di Nanni Balestrini, Emilio Isgrò e Emilio Villa.
A fare da prologo ideale a Ritmo sopra a tutto è il riallestimento integrale della storica mostra con cui, il 15 ottobre 1966, aprì nella sede originale di Viale Milano l’allora Civica Galleria d’Arte Moderna, ribattezzata MA*GA con lo spostamento nell’attuale edificio, avvenuto nel 2010. Ad essere esposti, oggi come all’epoca, i lavori di quanti parteciparono all’VIII edizione del Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate e le opere fino a quell’anno acquisite con le precedenti edizioni, andando a costituire la collezione della Civica Galleria: tra gli altri Renzo Vespignani, Emilio Scanavino, Mario Radice, Franco Gentilini, Bruno Saetti.
Chiusa la parentesi dedicata alla mostra del ’66, il percorso espositivo di Ritmo sopra a tutto si articola secondo una duplice direttrice, sia cronologica sia tematica. Una prima sezione si concentra sull’arte a cavallo tra la fine degli Anni Quaranta e gli Anni Cinquanta. Dalla sala dedicata al MAC – Movimento Arte Concreta, che conta su opere tra gli altri di Atanasio Soldati, Gillo Dorfles, Bruno Munari, Augusto Garau ed è condotta nel segno, sia concettuale sia visivo, della poetessa Amelia Rosselli, di cui sono proposti sia testi in versi sia alcuni inediti acquerelli, si passa a quella che indaga il tema di un paesaggio che si fa sempre più allusivo e introspettivo. Le poesie di Eugenio Montale e Cesare Pavese, quindi, si accompagnano alle tele di Mario Sironi, Ottone Rosai, Giorgio Morandi, Felice Casorati, Ernesto Treccani, Giuseppe Guerreschi, Renzo Vespignani, per un’indagine che interpreta secondo stili e sensibilità differenti lo spaesamento dell’artista nei confronti di un ambiente, naturale e urbano, in vertiginoso mutamento.
Il tema del paesaggio trova una ulteriore originale declinazione nella sala dedicata alla pittura più specificamente naturalista (con opere, tra gli altri, di Ennio Morlotti, Mattia Moreni e Silvio Zanella), cui fa da contraltare la selezione di opere di maestri dello spazialismo come Lucio Fontana ed Emilio Scanavino: un accostamento di forte impatto tra tendenze divergenti sotto il profilo visuale, che sottintendono però una medesima tensione al superamento delle tradizionali dimensioni della figurazione.
Nella sezione dedicata agli Anni Sessanta e Settanta si accentua la correlazione tra le arti visuali e altre forme espressive, nella definizione di una comune – spesso addirittura coincidente – volontà di riscrivere i termini dell’uso del linguaggio. Siamo nella stagione delle cosiddette Neo-avanguardie, che vedono emergere la poesia visiva e le ricerche verbovisuali di Emilio Villa, Nanni Balestrini edEmilio Isgrò, doverosamente presenti in mostra al MAGA. Ma siamo anche nella stagione delle contestazioni e delle grandi battaglie per i diritti civili, che ha tra le sue forze propulsive il movimento femminista: ad esprimere la decisiva esperienza delle donne nell’arte del periodo sono le opere di Carol Rama, Marinella Pirelli, Mirella Bentivoglio e ancora Amelia Rosselli.
Il tempo delle grandi illusioni è però drammaticamente breve, tant’è che già negli stessi anni si sviluppano visioni critiche della società contemporanea, che trovano spesso una efficace valvola di sfogo in un’arte a tratti grottesca, giocosa e quindi apparentemente innocua, in realtà a volte crudelmente satirica, come documentano in mostra le Dame e i Generali di Enrico Baj o gli incubi disegnati di Franco Vaccari.
L’ultima parte della mostra si avvicina alla più stringente contemporaneità e quindi ad un rapporto dialettico tra le arti che si arricchisce di nuovi mezzi espressivi. Si passa così alle articolate strutture concettuali di Alberto Garutti, Cesare Pietroiusti e Luca Vitone e, soprattutto, alle prime ed epocali opere multimediali di Studio Azzurro, cui fanno da pendant gli scritti di Aldo Nove, che all’inizio degli Anni Novanta contribuisce a traghettare la letteratura italiana nel post-moderno. Ormai il processo mimetico tra i più diversi linguaggi espressivi è giunto a completa maturazione, al punto che è lo stesso processo creativo ad essere opera d’arte: come nelle installazioni di Marzia Migliora e Luigi Presicce, come nei complessi progetti di Adrian Paci.
Orari:
Lunedì chiuso; martedì-venerdì 10-18.30; sabato e domenica 11-19
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