Al termine del binario: Auschwitz

Al termine del binario: Auschwitz

 

Dal 22 Marzo 2017 al 22 Aprile 2017

Venezia

Luogo: Fondazione di Venezia

Indirizzo: Rio Novo, Dorsoduro 3488/U

Orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle ore 17

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 041 2201211

E-Mail info: segreteria@fondazionedivenezia.org

Sito ufficiale: http://www.fondazionedivenezia.org/



La scritta “Arbeit Macht Frei”, i confini segnati da chilometri di filo spinato, gli edifici robusti e le rovine, quel che resta dei forni crematori, i binari della “ferrovia della morte”, ma anche valigie con incisi i nomi dei deportati, una montagna di scarpe e un cumulo di protesi appartenute ai prigionieri. Sono solo alcuni degli ambienti e dei soggetti ritratti nelle fotografie, realizzate da Aldo Navoni, che la Fondazione di Venezia ha raccolto nella mostra Al termine del binario: Auschwitz e che, da oggi 22 marzo al 12 aprile 2017dalle ore 9.30 alle ore 17.00, ospita nella sua sede.
 
Attraverso 21 scatti, in bianco e nero, l’esposizione propone l’esperienza del viaggio nel campo di concentramento al nord della Polonia così come è stato lasciato dai nazisti e come appare oggi ai visitatori, con un costante rimando alle immagini della shoah che sono oggi parte della memoria collettiva.
 
Le fotografie in mostra sono tratte dal volume “Al termine del binario: Auschwitz” di Aldo Navoni Federica Pozzi, edito da La Toletta Edizioni e pubblicato, lo scorso gennaio, con il sostegno della Fondazione di Venezia. Nato dalla visita dei due autori al campo di sterminio nazista più noto d’Europa e dalla curiosità di vedere, con i propri occhi, la realtà del campo, il libro è un documento iconografico in cui immagini e riflessioni accompagnano il lettore proprio nel luogo in cui trovarono la morte milioni di persone. 
 
Per il tema trattato e il potere formativo delle immagini contenute nel volume, lo scorso gennaio, la Fondazione di Venezia ha distribuito il testo agli studenti delle classi V degli Istituti di Istruzione Secondaria di II grado del Comune di Venezia.
 
«Fondazione di Venezia ha voluto aprire le sue porte a questa mostra e al pubblico -dichiara Giovanni Dell’Olivo, direttore della Fondazione di Venezia- perché coglie il valore storico-sociale del racconto e della testimonianza per la comprensione degli avvenimenti storici. Il libro racconta attraverso le immagini, forti e impattanti, del campo di Auschwitz oggi, la barbarie compiuta ieri. In una città la cui storia è stata particolarmente segnata da questa pagina dolorosa, operiamo per la formazione e la crescita del capitale umano. Da qui il nostro impegno nel portare nelle scuole veneziane il volume di Navoni e Pozzi, perché tutti i ragazzi, parafrasando i due autori, possano incontrare la storia con la S maiuscola con i loro occhi e non solo attraverso la lettura dei più convenzionali testi didattici».

«Visitare Auschwitz e fare questo lavoro  -spiegano Aldo Navoni e Federica Pozzi, autori del testo-  è stato per noi non solo un viaggio nella Storia con la S maiuscola ma anche l’occasione per un’importante riflessione personale che ci ha portati a studiare quanto accaduto nel campo di Aushwitz e negli altri lager  nazisti in Europa. La nostra riflessione si è via via spostata dal τόπος all’ἄνθρωπος, dal luogo all’uomo. Le immagini realizzate si pongono quindi come ponte fra la storia e le storie, fra ieri e oggi».

«Per La Toletta Edizioni –afferma Giovanni Pelizzato, titolare della Libreria Toletta - è stata una felice esperienza quella di collaborare con Fondazione di Venezia alla pubblicazione di questo libro a partire dalla scelta del tema, con il suo fortissimo richiamo alla perpetuazione della memoria attraverso le immagini, e ancor più attraverso la diffusione, capillare, presso gli studenti dell’ultimo anno delle superiori. Un simbolico passaggio di testimone ancor più significativo in un momento storico che vede riaffermarsi l'indifferenza, la diffidenza e l’odio per il diverso».

«Sono molto contento -commenta Riccardo Calimani, storico e scrittore- che la Fondazione di Venezia abbia preso una decisione meritoria, intrisa di alto valore civile e sensibilità politica, di distribuire nelle scuole il libro di Pozzi e di Navoni. In questo modo il libro arriverà ai genitori, alle famiglie e potrà favorire al loro interno un momento di riflessione e di dibattito autentico su un passato terribile che non bisogna dimenticare proprio perché non deve mai ripetersi una simile tragedia. L'iniziativa è originale, intelligente e merita attenzione in un momento politico come quello che stiamo vivendo caratterizzato da rigurgiti xenofobi e da razzismi vaganti».

“AL TERMINE DEL BINARIO: AUSCHWITZ”: GLI AUTORI

Aldo Navoni nasce a Milano da madre venezuelana e padre italiano, il 1 aprile 1960, sin da giovanissimo si appassiona al mondo della fotografia e poco più che tredicenne installa in casa la sua prima camera oscura.
Il clima internazionale che respira in famiglia, lo porta, giovane ventenne, a viaggiare con il padre imprenditore in America e Sudamerica, dove la gente e i suoi colori diventano quei soggetti privilegiati del suo lavoro fotografico. Dopo il diploma al liceo scientifico e vari lavori, decide di frequentare la facoltà di farmacia a Milano dove si laurea. Affianca quindi alla professione farmaceutica a livello imprenditoriale il lavoro fotografico. La sua ricerca trova terreno fertile quando si trasferisce a Venezia e diviene fra l’altro socio del circolo fotografico “La Gondola”. Diverse sono le collettive fotografiche a cui partecipa oltre alla prima personale “Venice Graffiti” presso la residenza Ca’ Gottardi per la rassegna “Gli Ospiti di Ca’ Gottardi”.

Federica Pozzi vive e lavora a Venezia, come insegnante, da sempre appassionata di letteratura ha organizzato diverse conferenze e incontri presso la libreria di cui era proprietaria, e ha collaborato con alcune riviste per le quali curava mensilmente recensioni e proposte di lettura.
Non meno formativa e interessante l’esperienza di due anni come presidente del Lions Club a Angelo Partecipazio per il quale ha organizzato eventi e conferenze di carattere sociale e culturale.
 


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