Enrico Castellani e Gunther Uecker
Dal 01 Settembre 2012 al 13 Gennaio 2013
Venezia
Luogo: Cà Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Indirizzo: Santa Croce 2076
Orari: da martedì a domenica 10-18; dall' 1 novembre 10-17
Curatori: Lóránd Hegyi, Davide Di Maggio
Enti promotori:
- Fondazione Musei Civici di Venezia
- Fondazione Mudima-Milano
Costo del biglietto: Museo+Mostra: intero euro 8, ridotto euro 5.50
Telefono per informazioni: 848082000
E-Mail info: info@fmcvenezia.it
Sito ufficiale: http://capesaro.visitmuve.it
Due grandi maestri dell’arte contemporanea, rappresentanti di rilievo dell’ultima generazione del Gruppo Zero, si ritrovano dopo quasi cinquant’anni per questo evento espositivo. Enrico Castellani e Gunther Uecker presentano una selezione di lavori storici tra i più rappresentativi della loro produzione, oltre a opere recenti, alcune realizzate appositamente per l’evento.
La mostra, coprodotta dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e dalla Fondazione Mudima di Milano, è curata da Lóránd Hegyi e Davide Di Maggio, e offre un particolare paragone tra due strade artistiche, quella italiana e quella tedesca, tra due modelli di un’arte sistematica, concettuale e anche sensoriale, che permette di riflettere sulle grandi linee dello sviluppo della ricerca artistica del secondo dopoguerra.
Enrico Castellani espone una ventina di lavori scelti tra i più significativi e importanti del suo percorso fino ad arrivare ad opere più recenti. Altrettante le opere di Günther Uecker, di grandi dimensioni e datate a partire dagli anni ’60.
Accompagneranno l’esposizione due volumi, raccolti in un’unica edizione, ognuno dedicato a ciascun artista, editi dalla Fondazione Mudima e dalla Fondazione Musei Civici di Venezia.
Enrico Castellani, nasce nel 1930 in provincia di Rovigo. Nel 1957 si stabilisce a Milano, e diviene esponente attivo della nuova scena artistica. Stringe rapporti di amicizia e collaborazione in particolare con Piero Manzoni. Dopo prime esperienze di carattere informale, ispirate all’action painting americana, riconoscendo questo tipo di arte come maturo per un superamento, elabora con la collaborazione alla rivista Azimuth da lui fondata insieme a Manzoni, un nuovo inizio, che propone l’azzeramento totale dell’esperienza artistica precedente, basato su un nuovo patto con il progresso sociale.Tale azzeramento viene realizzato da Castellani insieme a Piero Manzoni e Agostino Bonalumi con l’utilizzo di tele monocrome (spesso totalmente bianche) estroflesse con varie tecniche in modo da creare effetti di luci ed ombre cangianti con l’inclinazione della sorgente luminosa. Si tratta di un’esperienza del tutto originale e considerata di fondamentale importanza nella storia dell’arte astratta del novecento, non solo per quanto riguarda la scena italiana, ma soprattutto di quella internazionale, la cui eco influenzò ed ispirò Donald Judd che in un articolo del 1966 definì Enrico Castellani padre del minimalismo.
Da allora Enrico Castellani avvia un percorso rigorosissimo di studio ed analisi delle possibilità fornite dall’estroflessione della tela mediante l’utilizzo di chiodi, centine e di sagome di legno e metallo inserite dietro la tela. Nel 1959 realizza la sua prima superficie a rilievo, dando vita ad una poetica che sarà la sua cifra stilistica costante e rigorosa e definendo ciò che la critica ha chiamato “ripetizione differente”, considerata da molti critici di estrema purezza, dove la ripetizione accuratamente scelta dei pieni e dei vuoti data dalle ritmiche estroflessioni della tela costituisce un percorso sempre nuovo, anche se coerente ed intenso.. Da allora il suo procedere continua a svilupparsi nell’ambito dell’estroflessione, ma nella sua compatta e coerente produzione ha realizzato e continua a farlo, opere che si discostano nettamente dalle superfici a rilievo, rivelando molto su temi a lui cari quali il tempo, il ritmo e lo spazio.
Günther Uecker nasce nel 1930 a Wendorf, Mecklenburg, in Germania. Scultore, scenografo e artista cinetico, compie i suoi primi studi artistici a Wismar e all’Accademia di Berlin-Weissensse dal 1949 al 1953, realizzando inizialmente opere nello stile del Realismo Socialista. Fino al 1957 frequenta l’Accademia di Düsseldorf e in questi anni esegue i suoi primi dipinti con forme in rilievo.
Nel 1957 inizia a dipinge opere nei colori bianco, nero o rosso con una struttura di punti o linee verticali o orizzontali che ne ricopre completamente la superficie. Allo stesso anno risalgono i primi lavori a rilievo in cui fa uso dei chiodi, primo passo di una sperimentazione che lo porta in seguito a porre sulla superficie del quadro altri oggetti, come ad esempio turaccioli o tubi di cartone. La superficie ricoperta di chiodi si pone come antitesi alla superficie dipinta e consente nello stesso tempo all’artista di esplorare l’articolazione della luce attraverso le ombre create dai chiodi.
Lavorando prima su sequenza matematiche regolari di chiodi, a partire dal 1960 l’artista introduce strutture organiche e realizza le sue prime strutture rotanti a forma di disco e le sue prime scatole illuminate (light boxes). Amico di Yves Klein, Heinz Mack e Otto Piene, nel 1961 fonda con questi ultimi il Gruppo Zero, che sviluppa interessanti ricerche cinetico visuali nell’ambito della nascente Arte cinetica, della quale rappresenta il versante tedesco. Interessata al movimento, quest’arte nuova ha inediti punti di contatto con la scienza e la tecnologia, rivelando inoltre agganci con il Dadaismo e il Futurismo. Il Gruppo Zero, diventa ben presto punto di riferimento e d’ispirazione di molte tendenze europee di quegli anni, come il Gruppo T ed il Gruppo N in Italia e varie sperimentazioni di Optical Art in tutta Europa.
La sperimentazione di Uecker si esprime attraverso strutture oscillanti, sedie, tavoli e pianoforti ricoperti di chiodi, comprendendo dal 1966 anche progetti con la corrente ad alta frequenza e, dal 1969, progetti di grandi dimensioni all’aperto. I suoi lavori comprendono anche stampe monocrome a rilievo, films e la realizzazione delle scenografie e i costumi per le opere Fidelio (1974) e Parsifal (1976)
La mostra, coprodotta dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e dalla Fondazione Mudima di Milano, è curata da Lóránd Hegyi e Davide Di Maggio, e offre un particolare paragone tra due strade artistiche, quella italiana e quella tedesca, tra due modelli di un’arte sistematica, concettuale e anche sensoriale, che permette di riflettere sulle grandi linee dello sviluppo della ricerca artistica del secondo dopoguerra.
Enrico Castellani espone una ventina di lavori scelti tra i più significativi e importanti del suo percorso fino ad arrivare ad opere più recenti. Altrettante le opere di Günther Uecker, di grandi dimensioni e datate a partire dagli anni ’60.
Accompagneranno l’esposizione due volumi, raccolti in un’unica edizione, ognuno dedicato a ciascun artista, editi dalla Fondazione Mudima e dalla Fondazione Musei Civici di Venezia.
Enrico Castellani, nasce nel 1930 in provincia di Rovigo. Nel 1957 si stabilisce a Milano, e diviene esponente attivo della nuova scena artistica. Stringe rapporti di amicizia e collaborazione in particolare con Piero Manzoni. Dopo prime esperienze di carattere informale, ispirate all’action painting americana, riconoscendo questo tipo di arte come maturo per un superamento, elabora con la collaborazione alla rivista Azimuth da lui fondata insieme a Manzoni, un nuovo inizio, che propone l’azzeramento totale dell’esperienza artistica precedente, basato su un nuovo patto con il progresso sociale.Tale azzeramento viene realizzato da Castellani insieme a Piero Manzoni e Agostino Bonalumi con l’utilizzo di tele monocrome (spesso totalmente bianche) estroflesse con varie tecniche in modo da creare effetti di luci ed ombre cangianti con l’inclinazione della sorgente luminosa. Si tratta di un’esperienza del tutto originale e considerata di fondamentale importanza nella storia dell’arte astratta del novecento, non solo per quanto riguarda la scena italiana, ma soprattutto di quella internazionale, la cui eco influenzò ed ispirò Donald Judd che in un articolo del 1966 definì Enrico Castellani padre del minimalismo.
Da allora Enrico Castellani avvia un percorso rigorosissimo di studio ed analisi delle possibilità fornite dall’estroflessione della tela mediante l’utilizzo di chiodi, centine e di sagome di legno e metallo inserite dietro la tela. Nel 1959 realizza la sua prima superficie a rilievo, dando vita ad una poetica che sarà la sua cifra stilistica costante e rigorosa e definendo ciò che la critica ha chiamato “ripetizione differente”, considerata da molti critici di estrema purezza, dove la ripetizione accuratamente scelta dei pieni e dei vuoti data dalle ritmiche estroflessioni della tela costituisce un percorso sempre nuovo, anche se coerente ed intenso.. Da allora il suo procedere continua a svilupparsi nell’ambito dell’estroflessione, ma nella sua compatta e coerente produzione ha realizzato e continua a farlo, opere che si discostano nettamente dalle superfici a rilievo, rivelando molto su temi a lui cari quali il tempo, il ritmo e lo spazio.
Günther Uecker nasce nel 1930 a Wendorf, Mecklenburg, in Germania. Scultore, scenografo e artista cinetico, compie i suoi primi studi artistici a Wismar e all’Accademia di Berlin-Weissensse dal 1949 al 1953, realizzando inizialmente opere nello stile del Realismo Socialista. Fino al 1957 frequenta l’Accademia di Düsseldorf e in questi anni esegue i suoi primi dipinti con forme in rilievo.
Nel 1957 inizia a dipinge opere nei colori bianco, nero o rosso con una struttura di punti o linee verticali o orizzontali che ne ricopre completamente la superficie. Allo stesso anno risalgono i primi lavori a rilievo in cui fa uso dei chiodi, primo passo di una sperimentazione che lo porta in seguito a porre sulla superficie del quadro altri oggetti, come ad esempio turaccioli o tubi di cartone. La superficie ricoperta di chiodi si pone come antitesi alla superficie dipinta e consente nello stesso tempo all’artista di esplorare l’articolazione della luce attraverso le ombre create dai chiodi.
Lavorando prima su sequenza matematiche regolari di chiodi, a partire dal 1960 l’artista introduce strutture organiche e realizza le sue prime strutture rotanti a forma di disco e le sue prime scatole illuminate (light boxes). Amico di Yves Klein, Heinz Mack e Otto Piene, nel 1961 fonda con questi ultimi il Gruppo Zero, che sviluppa interessanti ricerche cinetico visuali nell’ambito della nascente Arte cinetica, della quale rappresenta il versante tedesco. Interessata al movimento, quest’arte nuova ha inediti punti di contatto con la scienza e la tecnologia, rivelando inoltre agganci con il Dadaismo e il Futurismo. Il Gruppo Zero, diventa ben presto punto di riferimento e d’ispirazione di molte tendenze europee di quegli anni, come il Gruppo T ed il Gruppo N in Italia e varie sperimentazioni di Optical Art in tutta Europa.
La sperimentazione di Uecker si esprime attraverso strutture oscillanti, sedie, tavoli e pianoforti ricoperti di chiodi, comprendendo dal 1966 anche progetti con la corrente ad alta frequenza e, dal 1969, progetti di grandi dimensioni all’aperto. I suoi lavori comprendono anche stampe monocrome a rilievo, films e la realizzazione delle scenografie e i costumi per le opere Fidelio (1974) e Parsifal (1976)
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