Francesco Vezzoli. Musei delle Lacrime
Dal 17 Aprile 2024 al 24 Novembre 2024
Venezia
Luogo: Museo Correr
Indirizzo: San Marco 52
Curatori: Donatien Grau
Enti promotori:
- In collaborazione e con il sostegno di Venice International Foundation
Telefono per informazioni: +39 041 2405211
Sito ufficiale: http://correr.visitmuve.it
Nell’ultimo decennio Francesco Vezzoli ha approfondito il suo percorso artistico che lo ha portato a creare un ponte tra la realtà in cui viviamo e la storia dell’arte, rivolgendo soprattutto la sua poetica all’antichità e alle sue espressioni più solenni e sacralizzate. Mediante diversi media, quali il video, la performance artistica e i suoi tipici ritratti con lacrime ricamate a piccolo punto, Vezzoli ha cercato di connettere il passato e le sue icone all’immaginario contemporaneo, districandosi tra linguaggi differenti in un gioco di riferimenti e mescolanze tra cultura classica, solenne, eterna, e cultura pop. Nel 2011, per la prima volta, Vezzoli ha portato la sua visione a New York con la mostra personale Sacrilegio, nella quale ha trasformato gli spazi della Gagosian Gallery a Chelsea in una cappella rinascimentale, esponendo la sua personale reinterpretazione di alcuni dei più noti dipinti cinquecenteschi italiani di Madonne con Bambino. Al posto dei volti virginali e ieratici pennellati da Leonardo, Botticelli e Bellini, Vezzoli ha inserito quelli profani e sensuali delle più famose top model degli anni Ottanta e Novanta, quali Claudia Schiffer, Linda Evangelista, Stephanie Seymour e Cindy Crawford, decorandoli con make-up, gioielli e grandi lacrime ricamate.
Successivamente, in una mostra personale alla Collection Lambert di Avignone (2019), Vezzoli ha creato un dialogo poetico tra le proprie sculture e le opere più celebri di Cy Twombly ispirate all’antichità romana. Negli anni a seguire, per la prima volta nella sua pratica artistica, si è cimentato con l’inserimento delle sue opere all’interno di veri e propri siti archeologici, ad esempio con la mostra Palcoscenici archeologici realizzata con la Fondazione Brescia Musei. Nel 2021, con il progetto Francesco Vezzoli in Florence, ha realizzato due nuove sculture site-specific. In Piazza della Signoria, nell’opera Pietà, un monumentale leone rampante novecentesco installato su un basamento antico stritola tra le fauci una testa romana del II secolo d.C., in un pastiche tra diverse epoche artistiche che è diventato la cifra di molte opere recenti di Vezzoli. La seconda scultura, La Musa dell’Archeologia piange, posizionata all’interno dello Studiolo di Francesco I de’ Medici a Palazzo Vecchio, innesta su una figura di togato romana una testa “metafisica” di bronzo, citazione degli Archeologi di Giorgio de Chirico, una delle opere che meglio rappresentano il recupero della classicità in epoca moderna.
L’idea di un nuovo progetto per la città di Venezia nasce come naturale proseguimento e completamento di questo lungo discorso fatto di archeologia, memoria e invenzione contemporanea, ulteriormente approfondito nella recente mostra Vita dulcis.
Paura e desiderio nell’Impero romano (Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2023). Insieme a Donatien Grau, Francesco Vezzoli ha concepito la mostra intitolata Musei delle Lacrime, all’interno della quale affiancherà sue opere (storiche, recenti e alcune realizzate per questa occasione) ai capolavori della collezione del Museo Correr, con l’intento di creare un dialogo e una nuova narrativa dove la storia dell’arte, invece che un modello immutabile, venga riproposta come materia attuale e viva nel presente; trovando nell’ibridazione con temi e iconografie – soprattutto a tema religioso – di altre epoche lo spunto per la riflessione artistica su argomenti come il culto dell’identità, l’autorialità, l’emotività, e su come vivere il passato senza rinnegarlo o cancellarlo.
Pensato precisamente per Venezia, città d’arte per eccellenza (eterna, ma eternamente in rinnovamento), il progetto vuole essere altresì un omaggio a Carlo Scarpa e al suo lavoro sull’identità storico-artistica della città e, in special modo, sui musei veneziani.
Un omaggio – in primis – concettuale, esteso agli elementi installativi, con l’intento di creare una serie di sovrapposizioni estetico-linguistiche che possano esaltare le forme della tradizione, celebrando il loro potere trascendentale e assolutamente dialettico con il presente.
Successivamente, in una mostra personale alla Collection Lambert di Avignone (2019), Vezzoli ha creato un dialogo poetico tra le proprie sculture e le opere più celebri di Cy Twombly ispirate all’antichità romana. Negli anni a seguire, per la prima volta nella sua pratica artistica, si è cimentato con l’inserimento delle sue opere all’interno di veri e propri siti archeologici, ad esempio con la mostra Palcoscenici archeologici realizzata con la Fondazione Brescia Musei. Nel 2021, con il progetto Francesco Vezzoli in Florence, ha realizzato due nuove sculture site-specific. In Piazza della Signoria, nell’opera Pietà, un monumentale leone rampante novecentesco installato su un basamento antico stritola tra le fauci una testa romana del II secolo d.C., in un pastiche tra diverse epoche artistiche che è diventato la cifra di molte opere recenti di Vezzoli. La seconda scultura, La Musa dell’Archeologia piange, posizionata all’interno dello Studiolo di Francesco I de’ Medici a Palazzo Vecchio, innesta su una figura di togato romana una testa “metafisica” di bronzo, citazione degli Archeologi di Giorgio de Chirico, una delle opere che meglio rappresentano il recupero della classicità in epoca moderna.
L’idea di un nuovo progetto per la città di Venezia nasce come naturale proseguimento e completamento di questo lungo discorso fatto di archeologia, memoria e invenzione contemporanea, ulteriormente approfondito nella recente mostra Vita dulcis.
Paura e desiderio nell’Impero romano (Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2023). Insieme a Donatien Grau, Francesco Vezzoli ha concepito la mostra intitolata Musei delle Lacrime, all’interno della quale affiancherà sue opere (storiche, recenti e alcune realizzate per questa occasione) ai capolavori della collezione del Museo Correr, con l’intento di creare un dialogo e una nuova narrativa dove la storia dell’arte, invece che un modello immutabile, venga riproposta come materia attuale e viva nel presente; trovando nell’ibridazione con temi e iconografie – soprattutto a tema religioso – di altre epoche lo spunto per la riflessione artistica su argomenti come il culto dell’identità, l’autorialità, l’emotività, e su come vivere il passato senza rinnegarlo o cancellarlo.
Pensato precisamente per Venezia, città d’arte per eccellenza (eterna, ma eternamente in rinnovamento), il progetto vuole essere altresì un omaggio a Carlo Scarpa e al suo lavoro sull’identità storico-artistica della città e, in special modo, sui musei veneziani.
Un omaggio – in primis – concettuale, esteso agli elementi installativi, con l’intento di creare una serie di sovrapposizioni estetico-linguistiche che possano esaltare le forme della tradizione, celebrando il loro potere trascendentale e assolutamente dialettico con il presente.
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