Miltos Manetas. The Unconnected - III Padiglione Internet
Dal 30 Maggio 2013 al 15 Settembre 2013
Venezia
Luogo: Oratorio di San Ludovico
Indirizzo: Dorsoduro 2552
Orari: da martedì a domenica 10-18
Curatori: Francesco Urbano Ragazzi
Telefono per informazioni: +39 041 2001413/ 366 6292992
E-Mail info: info@padiglioneinternet.com
Sito ufficiale: http://www.padiglioneinternet.com
In occasione della 55a Biennale Internazionale d'Arti Visive di Venezia, Associazione E e AmC Collezione Coppola sono lieti di presentare The Unconnected - III Padiglione Internet, un progetto di Miltos Manetas a cura di Francesco Urbano Ragazzi.
Dopo aver navigato assieme a ThePirateBay.org nel 2009 e aver conquistato l'isola di S. Servolo in una sera del 2011, per la sua terza edizione il Padiglione Internet trova sede nell'antico Oratorio di San Ludovico, una chiesa ancora consacrata del XVI secolo.
Sulle nude pareti della piccola cappella, Miltos Manetas interviene realizzando un ciclo di oli su tela ispirato alla pittura devozionale del Rinascimento veneziano. Tuttavia, se Vittore Carpaccio - ad esempio - glorificava nella Scuola di San Giorgio le gesta del santo cavaliere che uccise il drago, l'artista greco sceglie tutt'altro genere di patroni per la sua chiesa. Santi protettori del Padiglione Internet sono infatti gli Unconnected: quelle persone cioè che vivono ancora senza alcun account email o di social network, miracolosamente immuni dalla dipendenza dalla rete.
In un'epoca come la nostra, in cui il confine tra reale e virtuale è crollato, i disconnessi digitali sembrano proprio dei monaci o dei santoni che - volontariamente o meno - si distaccano dal mondo attraverso una pratica ascetica, liberandosi dal flusso caotico di immagini e informazioni. Ad illustrare loro com'è la vita ai tempi degli smartphones, tra vizi 2.0 e paradisi multimediali, ecco i dipinti "formato Tintoretto" di Miltos Manetas, i quali ritraggono i comportamenti e le posture di chi entra in contatto col web. Sguardi di meraviglia fissi sui piccoli schermi dei cellulari o espressioni pensose riprese dalle webcam dei PC animano tele di diverse dimensioni che, allestite in un luogo sacro, ricordano dei polittici o delle pale d'altare tanto quanto delle finestre aperte sul desktop di un computer.
Sapere chi sono veramente gli Unconnected non è facile. Proprio per questo la potenza della rete è stata messa alla prova. Una campagna di reclutamento è stata lanciata su Facebook nei due mesi precedenti all'apertura della Biennale. Agli utenti del social network è stato chiesto se conoscessero persone non connesse e di segnalare i loro nomi e cognomi allo staff del Padiglione Internet.
In poco tempo si è formato un rosario di identità dai profili più disparati: dai genitori di blogger molto noti a celeberrimi cantanti e showmen. Tra gli Unconnected ci sono ad esempio Luigi Ontani ed Enzo Cucchi, due tra gli artisti italiani più conosciuti nel mondo, oppure Donald Knuth, informatico e professore emerito alla Stanford University che a un certo punto della vita ha scelto di rinnegare internet.
La lista è ovviamente ancora incompleta. Per evocare all'interno del padiglione lo spirito degli Unconnected, alcune presenze agiranno nello spazio espositivo nel giorno dell'opening e nei mesi a venire. In particolare l'esperta di danza bharatanatyam Marianna Biadene e l'ingegnere informatico specializzato in interfacce neuronali Pasquale Fedele. L'incontro di frontiera tra danza contemporanea, rito e brain control, sotto il segno della pittura, darà vita ad un momento lirico, unico e irripetibile, che allontanerà lo spettatore dalla bulimia espositiva tipica della Biennale per consegnarlo a una dimensione contemplativa di pace interiore.
I multiformi risultati del III Padiglione Internet sono raccolti nel catalogo della mostra. La pubblicazione è un numero speciale di Solo, la rivista monografica prodotta da AcM Collezione Coppola: un elemento prezioso per decifrare la storia e i simboli di questo Padiglione Internet 2013.
III Padiglione Internet di Miltos Manetas
Francesco Urbano Ragazzi
Dopo l'Ambasciata dei Pirati e l'Isola della Rete, la navigazione del Padiglione Internet giunge ad un nuovo approdo. Nei pressi della stazione marittima di Venezia, una piccola cappella cinquecentesca è stata ribattezzata “la chiesa degli Unconnected”.
L'antico oratorio di San Ludovico ritrova la sua vocazione al raccoglimento e incontra l'attitudine al culto di Miltos Manetas. Un culto che è insieme temporale e spirituale, mondano ed eremitico.
Il popolo dell'internet è chiamato a raccolta. Il viaggio diventa ritiro.
Celebriamo gli Unconnected!
Il paese sconfinato dell'Internet chiama in rappresentanza proprio loro: i pochi che non usano email o frequentano social network, che ancora oggi si tengono fuori del confine. I mancati abitanti.
E costoro, immacolati, potrebbero non saperne nulla.
Nello stato dell'internet non ci sono Sans Papiers, ma solo i beati Unconnected. E noi funzionari francescani della rete non faremo proseliti, non cercheremo conversioni, non diverremo missionari.
Né d'altro canto abbiamo intenzione di spogliarci delle tecnologie per affermare il valore assoluto dell'unconnectivity. Gli Unconnected non sono modelli di vita da seguire, sono tutt'al più prove viventi di un'esistenza a tratti divina, ancestrale. La possibilità per noi di una redenzione mai assoluta da una connettività sempre più piena.
Attraverso di loro possiamo ricollegarci ad una parte intima di noi stessi, ad una solitudine primordiale. Non che gli Unconnected siano intrinsecamente più soli o isolati. A loro è dato di provare ancora quello stato di solitudine netto e definito che è dell'uomo senza connessione. Uno stato analogico dal funzionamento binario: essere solo / non essere solo.
Il Terzo Padiglione Internet è forse il racconto di un viaggio su questa frontiera che si fa sempre più incerta. A volte ci è sembrato nel mezzo di una rete di singolarità, altre nel cuore delle relazioni. Grazie agli Unconnected giungiamo alle colonne d'Ercole dell'Internet. L'ultimo baluardo prima di non poter tornare indietro.
Dopo aver navigato assieme a ThePirateBay.org nel 2009 e aver conquistato l'isola di S. Servolo in una sera del 2011, per la sua terza edizione il Padiglione Internet trova sede nell'antico Oratorio di San Ludovico, una chiesa ancora consacrata del XVI secolo.
Sulle nude pareti della piccola cappella, Miltos Manetas interviene realizzando un ciclo di oli su tela ispirato alla pittura devozionale del Rinascimento veneziano. Tuttavia, se Vittore Carpaccio - ad esempio - glorificava nella Scuola di San Giorgio le gesta del santo cavaliere che uccise il drago, l'artista greco sceglie tutt'altro genere di patroni per la sua chiesa. Santi protettori del Padiglione Internet sono infatti gli Unconnected: quelle persone cioè che vivono ancora senza alcun account email o di social network, miracolosamente immuni dalla dipendenza dalla rete.
In un'epoca come la nostra, in cui il confine tra reale e virtuale è crollato, i disconnessi digitali sembrano proprio dei monaci o dei santoni che - volontariamente o meno - si distaccano dal mondo attraverso una pratica ascetica, liberandosi dal flusso caotico di immagini e informazioni. Ad illustrare loro com'è la vita ai tempi degli smartphones, tra vizi 2.0 e paradisi multimediali, ecco i dipinti "formato Tintoretto" di Miltos Manetas, i quali ritraggono i comportamenti e le posture di chi entra in contatto col web. Sguardi di meraviglia fissi sui piccoli schermi dei cellulari o espressioni pensose riprese dalle webcam dei PC animano tele di diverse dimensioni che, allestite in un luogo sacro, ricordano dei polittici o delle pale d'altare tanto quanto delle finestre aperte sul desktop di un computer.
Sapere chi sono veramente gli Unconnected non è facile. Proprio per questo la potenza della rete è stata messa alla prova. Una campagna di reclutamento è stata lanciata su Facebook nei due mesi precedenti all'apertura della Biennale. Agli utenti del social network è stato chiesto se conoscessero persone non connesse e di segnalare i loro nomi e cognomi allo staff del Padiglione Internet.
In poco tempo si è formato un rosario di identità dai profili più disparati: dai genitori di blogger molto noti a celeberrimi cantanti e showmen. Tra gli Unconnected ci sono ad esempio Luigi Ontani ed Enzo Cucchi, due tra gli artisti italiani più conosciuti nel mondo, oppure Donald Knuth, informatico e professore emerito alla Stanford University che a un certo punto della vita ha scelto di rinnegare internet.
La lista è ovviamente ancora incompleta. Per evocare all'interno del padiglione lo spirito degli Unconnected, alcune presenze agiranno nello spazio espositivo nel giorno dell'opening e nei mesi a venire. In particolare l'esperta di danza bharatanatyam Marianna Biadene e l'ingegnere informatico specializzato in interfacce neuronali Pasquale Fedele. L'incontro di frontiera tra danza contemporanea, rito e brain control, sotto il segno della pittura, darà vita ad un momento lirico, unico e irripetibile, che allontanerà lo spettatore dalla bulimia espositiva tipica della Biennale per consegnarlo a una dimensione contemplativa di pace interiore.
I multiformi risultati del III Padiglione Internet sono raccolti nel catalogo della mostra. La pubblicazione è un numero speciale di Solo, la rivista monografica prodotta da AcM Collezione Coppola: un elemento prezioso per decifrare la storia e i simboli di questo Padiglione Internet 2013.
III Padiglione Internet di Miltos Manetas
Francesco Urbano Ragazzi
Dopo l'Ambasciata dei Pirati e l'Isola della Rete, la navigazione del Padiglione Internet giunge ad un nuovo approdo. Nei pressi della stazione marittima di Venezia, una piccola cappella cinquecentesca è stata ribattezzata “la chiesa degli Unconnected”.
L'antico oratorio di San Ludovico ritrova la sua vocazione al raccoglimento e incontra l'attitudine al culto di Miltos Manetas. Un culto che è insieme temporale e spirituale, mondano ed eremitico.
Il popolo dell'internet è chiamato a raccolta. Il viaggio diventa ritiro.
Celebriamo gli Unconnected!
Il paese sconfinato dell'Internet chiama in rappresentanza proprio loro: i pochi che non usano email o frequentano social network, che ancora oggi si tengono fuori del confine. I mancati abitanti.
E costoro, immacolati, potrebbero non saperne nulla.
Nello stato dell'internet non ci sono Sans Papiers, ma solo i beati Unconnected. E noi funzionari francescani della rete non faremo proseliti, non cercheremo conversioni, non diverremo missionari.
Né d'altro canto abbiamo intenzione di spogliarci delle tecnologie per affermare il valore assoluto dell'unconnectivity. Gli Unconnected non sono modelli di vita da seguire, sono tutt'al più prove viventi di un'esistenza a tratti divina, ancestrale. La possibilità per noi di una redenzione mai assoluta da una connettività sempre più piena.
Attraverso di loro possiamo ricollegarci ad una parte intima di noi stessi, ad una solitudine primordiale. Non che gli Unconnected siano intrinsecamente più soli o isolati. A loro è dato di provare ancora quello stato di solitudine netto e definito che è dell'uomo senza connessione. Uno stato analogico dal funzionamento binario: essere solo / non essere solo.
Il Terzo Padiglione Internet è forse il racconto di un viaggio su questa frontiera che si fa sempre più incerta. A volte ci è sembrato nel mezzo di una rete di singolarità, altre nel cuore delle relazioni. Grazie agli Unconnected giungiamo alle colonne d'Ercole dell'Internet. L'ultimo baluardo prima di non poter tornare indietro.
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