Nello Petrucci. Profili

Nello Petrucci, Red Fish, Venezia

 

Dal 17 Giugno 2022 al 26 Agosto 2022

Venezia

Luogo: Palazzo Contarini del Bovolo

Indirizzo: Scala Contarini del Bovolo - San Marco 4303

Orari: Tutti i giorni 10 - 18

Curatori: Chiara Canali

Costo del biglietto: 8 € | 6 € (12-26 anni, over 65, Soci FAI, Touring Club Italiano e GIST) | Gratuito: 0-11 anni, guide turistiche autorizzate, residenti, dipendenti IRE e Fondazione Venezia Servizi alla Persona

Telefono per informazioni: +39 041 309 6605

E-Mail info: cultura@fondazioneveneziaservizi.it

Sito ufficiale: http://www.museivenezia.it


Palazzo Contarini del Bovolo, recentemente restaurato e riaperto al pubblico, è lieto di presentare la mostra personale PROFILI dell’artista pompeiano NELLO PETRUCCI, a cura di Chiara Canali e con presentazione critica di Luca Beatrice.
 
L’esposizione, promossa da Contemply Art & Investiment e in concomitanza della 59. Biennale Arte, è ospitata all’interno della Sala del Tintoretto al secondo piano, con accesso da Scala Contarini del Bovolo di Venezia, e sarà visibile dal 17 giugno al 26 agosto 2022, con preview il 16 giugno alle ore 17.
 
Personalità già riconosciuta nel panorama artistico italiano e internazionale, Nello Petrucci è un autore e film maker italiano che lavora utilizzando diverse tecniche espressive (dalla pittura al collage, dalla stampa fotografica halftone alla serigrafia) e intervenendo all’interno di diversi campi mediali e linguistici (dal cinema all’arte contemporanea, dalla street art all’arte pubblica).
 
Nelle opere a collage e décollage, Nello Petrucci parte da una azione di ritrovamento, raccolta, riproduzione di frammenti di reale scomposto ed estraniato (i pezzi di locandine e affiches cinematografiche) che sottopone all’attenzione della coscienza dello spettatore, associati ai ritratti in primo piano di personaggi della sfera della storia, della musica o del cinema, affinché la coscienza ne possa liberamente disporre.
Sia per quanto riguarda i profili recuperati dalla classicità che per i soggetti provenienti dal cinema, Petrucci ha volutamente individuato e scelto la tecnica dell’halftone proprio per questa sua caratteristica di essere a “bassa definizione”, opaca, discontinua, perché fornendo poche informazioni visive all’osservatore, gli richiede un maggior coinvolgimento, una maggior partecipazione per completare ciò che è soltanto suggerito dalla maglia a mosaico dei puntini.
 
Questo procedimento dell’halftone viene estremizzato e diventa soggetto a tutto campo negli interventi di street art ideati e realizzati da Petrucci per il contesto urbano e posizionati in forma estemporanea in diverse città italiane e del mondo.
Considerata come immagine in “bassa definizione”, in cui i punti del retino fotografico diventano visibili ed esibiscono i vuoti e le lacune che li separano, l’immagine fotografica halftone si presta a essere presa come modello per una visione alternativa della storia e della realtà: una visione mira a scomporre il presente in frammenti e a rimontarlo in nuove configurazioni secondo il principio operativo del “montaggio” cinematografico. Ecco che quindi la formazione e l’attitudine del regista di Nello Petrucci ritorna anche nella poetica dello street artist. 
 
Come afferma Chiara Canali, “Assieme alla tecnica dell’halftone l’artista utilizza una sorta di montaggio scenico che gli consente di far migrare le immagini da un supporto all’altro, da un contesto all’altro e da una tempo storico all’altro, ma ne evidenzia anche gli slittamenti di senso, le distorsioni e le anacronie prodotte da tali migrazioni. Questo gli consente di intervenire in modo acuto e vibrante su alcune scottanti questioni della nostra attualità, per risvegliare la partecipazione percettiva, cognitiva e sociale dell’osservatore su alcuni temi come il diritto di voto, il sistema giudiziario, la sorveglianza sanitaria, l’abusivismo, la speculazione finanziaria, le contraddizioni della guerra”.
 
L’ultima opera monumentale, appositamente studiata per la personale a Palazzo Contarini del Bovolo, si intitola Hell e nasce in dialogo con il bozzetto di Jacopo Tintoretto, lì conservato, relativo al grande telero del Paradiso di Palazzo Ducale. In contrapposizione al Paradiso del Robusti, che aveva inteso ricostruire, in una sfera celeste, la perfezione gerarchica del governo veneziano, Petrucci rilegge una drammatica immagine di Inferno terreno, scattata in Ucraina nel momento in cui una statua di Cristo è stata rimossa dalla Cattedrale armena di Leopoli e portata in un bunker per essere protetta dai bombardamenti russi. Ancora una volta, le incoerenze e antinomie della guerra si ritrovano nel fardello appeso alle mani di Cristo, che riporta la scritta “Leo”, allusione ad una indiscriminata produzione di armi riscontrabile anche nell’industria italiana.
 
“Un’avventura, quella con Petrucci, iniziata ormai diversi anni fa, che ci ha portato reciprocamente a crescere e migliorare costantemente. Partendo da una base di duro lavoro e saldi valori siamo riusciti a raggiungere grandi obiettivi, primo tra tutti The essence of lightness, il murale permanente presso 3 World Trade Center a New York, di 15 × 3.5 m, realizzato nell’ambito del progetto Masterpiece in the sky promosso dal magnate Larry Silverstein. Questo è stato solo il trampolino di lancio per innumerevoli altri successi, tra cui la mostra Over the Sky presso l’ambasciata americana di Roma e Pompei e i misteri dell’eterna bellezza, personale all’interno della Casa del Criptoportico, Parco Archeologico di Pompei e ancora le varie installazioni site-specific come la spettacolare scultura intitolata Trame che è entrata a far parte della prestigiosa collezione permanente di Thetis Spa e ancora Margine, posizionata nello scenario di Torre Fossa lo Papa”, dichiara Giovanni Boccia, CEO Contemply Art & Investment.
 
La mostra sarà accompagnata da un catalogo di 144 pagine e 100 immagini a colori, edito da Silvana Editoriale, con testi di Luca Beatrice, Giovanni Boccia, Chiara Canali, Luigi Giordano.

Nello Petrucci (classe 1981) è un artista e film-maker italiano, vive e lavora tra Pompei e New York.
Ha studiato cinematografia a Roma presso la N.U.C.T; laureato all’Accademia di Belle Arti di Napoli in Scenografia. Ha lavorato con registi come: Martin Scorsese, Ari Taub, Manetti Bros, Antonio Capuano. Le opere di Petrucci sono fortemente influenzate dal cinema, in particolare dalle locandine cinematografiche che vengono rivisitate dall’artista come lasciti di memoria storica in cui passato e presente convivono.
E’il primo artista italiano a esporre al Word Trade Center di New York con l’opera permanente The essence of Lightness (2018) insieme a street artist di fama mondiale come Ron English, WhlsBe, Lauren YS, Layercake ecc…
Sensibile alle tematiche ambientali e sociali cui ha dedicato lavori come: Plastic River un’installazione pubblica raffigurante una balena colma di rifiuti.
Ha esposto al Palazzo Gravina di Napoli, all’Archivio Centrale di Stato di Roma, al Parco Archeologico degli Scavi di Pompei, all’Ambasciata Americana di Roma nel complesso monumentale di San Domenico Maggiore Napoli e in diverse gallerie in Italia e New York. Una sua opera è presente al Museo del Enslallido Social a Santiago del Cile. Ha realizzato diverse sculture open air di cui: Margine, a Torre Fossa Lo Papa, Punta Campanella. Trame, nell’ Arsenale di Venezia, inserendosi nella prestigiosa collezione dello Spazio Tethis insieme a Michelangelo Pitoletto, Jean Fabre, Beverly Pepper ecc. Ha realizzato vari progetti cinematografici indipendenti, da cortometraggi a videoarte, ricevendo numerosi premi. Con il suo ultimo lavoro: L’ultimo whisky con il cappellaio matto (2020) ottiene la nomination al “Globo d’oro” come miglior cortometraggio. Più che alla componente estetica dell’opera Petrucci guarda al valore etico che essa comunica, per un’arte che sia espressione di una rivoluzione interiore e impegno sociale, utilizzando proprio la strada come veicolo. Spesso il suo nome viene associato alla street art. Fra i lavori di street art sparsi un po’ per il mondo ricordiamo: Sweet Home (2020), considerata tra le nove opere più significative al mondo nel periodo della pandemia. La mano de Dios, Red Zone, Maschere, Restiamo Umani, Imago a Castellammare di Stabia, Sad Generation a Venezia, Distant Destination a Barcellona. Attese il suo ultimo lavoro a Miami dedicato a Chico Forti. La sua tecnica si basa sulla stampa (halftone su carta) i lavori di Petrucci sono scenografici ed impattanti nel pieno rispetto dell’eco sostenibilità e della tutela delle location scelte per i suoi interventi, definito “lo street artist gentile”. E’ il direttore artistico del Pompei Street Festival, e Stabiae Street (Festival internazionali di arte urbana) invitando a Pompei artisti della street art da tutto il mondo, da C215 a MCity, Francisco Bosoletti, Ledania, Gianpiero, MrKas ecc. Il suo impegno nel sociale porta una nuova sfida interessante: Social Vision un progetto che comprende diversi interventi per la comunità, e con la comunità, inserendo l’arte come unico denominatore…  L’arte come forma di cambiamento ed evoluzione sociale. “Credo fortemente nel potere dell’arte, e di ciò che può fare attraverso la connessione di persone”.

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