Omaggio a Franco Beraldo
Dal 27 Ottobre 2018 al 11 Novembre 2018
Venezia
Luogo: Centro Culturale Candiani
Indirizzo: via Einaudi 7
Orari: 16-20; chiuso lunedì
Curatori: Gabriella Belli, Elisabetta Barisoni
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 041 2405211
E-Mail info: info@fmcvenezia.it
Sito ufficiale: http://www.visitmuve.it
La Fondazione Musei Civici di Venezia, in linea con la propria proposta culturale che intende valorizzare gli artisti del territorio metropolitano - in collaborazione con la Città di Venezia - rende omaggio all’arte di Franco Beraldo (Meolo, 1944), con una mostra ospitata al Centro Culturale Candiani di Mestre dal 27 ottobre all’11 novembre 2018.
Del grande maestro veneto, già vincitore del Premio Burano nel 1981, il Centro Candiani - sempre più ‘fulcro’ di una nuova rete di percorsi artistico-culturali di carattere nazionale e internazionale che sta trovando in Mestre terreno fertile – presenta, nella città che ha visto i suoi natali artistici, 62 operetra dipinti, Haiku, disegni su carta,vasie piastre in vetro di Murano, tutte realizzate da Franco Beraldo tra il 2004 e il 2018.
Dall’acquerello alla sperimentazione con l’affresco, quello intrapreso dall’artista – fra gli esponenti di spicco di quel fermento intellettuale che da sempre ha caratterizzato la città di Mestre e il territorio metropolitano - è un continuo confronto con le infinite e varie potenzialità del colore.
‘Ed è proprio quest’ultimo, nella terza fase della sua produzione – come ricorda in catalogo Gabriella Belli, curatrice dell’esposizione insieme aElisabetta Barisoni- a frantumare la linea e il contorno, per diventare protagonista, libero e assoluto, di un racconto compositivo che fa propri i più disparati supporti materici, dalla tela, ai lacerti di carta, fino al vetro.’
Nelle opere presentate al Centro Candiani di Mestre, lo stile dell’artista dimostra quanto sia infinita la via della Storia per i veri maestri. Dopo aver sperimentato una pittura più descrittiva, dove il soggetto è ancora circoscritto all’interno della composizione, dai primi anni Duemila, Beraldo dona dunque piena libertà al colore, che invade e travolge la tela, con le linee e i contorni.
Come negli acquerelli degli anni ottanta, negli Haiku permane una dimensione quasi zen di procedimento a togliere, per arrivare all’essenziale di un’arte meditativa.
Il lavoro continuo di ricerca attraverso le tecniche, i materiali e le possibilità espressive dell’arte del ‘900, portano Beraldo a misurarsi anche con un oggetto di grande tradizione come il libro d’artista, che lui interpreta e svolge come un racconto tridimensionale.
Tra le più recenti sperimentazioni anche la ricca produzione vetraria.
Secondo l’autore, il vetro è il materiale ‘magico’ per eccellenza; vive solo con la luce, al buio diventa opaco e si spegne, un po’ come l’essere umano.
Beraldo si muove ormai con sicurezza tra giochi di trasparenze, arrivando a un risultato mai improvvisato, che ha radici ben consolidate nello studio e nell’osservazione dei maestri del nostro passato recente.
La mostra, accompagnata da un belcatalogo edito da Grafiche Battivelli (Conegliano, 2018), vuole rappresentare una grande testimonianza della vitalità della produzione di questo artista, celebrato da numerose e importanti esposizioni negli ultimi trent’anni.
Nato nel 1944 a Meolo, nell’entroterra veneziano, Franco Beraldo si trasferisce a Mestre con la famiglia e inizia giovanissimo a dedicarsi alla pittura suggestionato dall’astrattismo e dall’iconografia bizantina.
La produzione pittorica inizialmente si apre sotto l’influenza di Giorgio Morandi, il cui ascendente si percepisce nelle sue nature morte, per poi attraversare una fase metafisica nella rappresentazione del paesaggio.
Nel 1979 partecipa al Premio Burano e lo vince nell’edizione del 1981, diretta da Neri Pozza e Guido Perocco.
Nell’aprile dello stesso anno espone a Padova, presso la Galleria L’Alfiere; si tratta della prima di una lunga serie di mostre personali, tra cui quella alla Galleria della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia nel 1986, alternate alla partecipazione in esposizioni collettive, tenute in numerose città italiane ed europee.
Comincia a utilizzare la tecnica dell’affresco e nell’arco di pochi anni diventa uno dei più apprezzati e originali suoi interpreti.
Nel corso degli anni ottanta e novanta intensifica i progetti espositivi in spazi pubblici, presso l’Istituto Italiano di Cultura a Copenaghen, al Palazzo Roncale di Rovigo, alla Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate, al Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra, al Museo Canoviano di Possagno tra gli altri, che diventano sempre di più imperniati sulla componente astratta e informale del suo lavoro.
Vince per due anni di seguito il Premio Murano nella sezione “Fornace” e nel 2013 espone in Cina all’Hangzhou International Design Festival, con una mostra incentrata sulla sua produzione di vetri di Murano, risultato della collaborazione con i più importanti maestri vetrai dell’isola.
Nel 2015 Padova accoglie nel Centro Culturale San Gaetano La verità del colore. Opere 1979-2014, un’ampia mostra antologica introdotta da Virginia Baradel e Stefano Anibaletto, corredata da un catalogo edito da Allemandi.
Nel 2016 un suo lavoro in vetro è inserito nella mostra organizzata presso il Museo del Vetro di Murano “Murano Oggi - Emozioni di vetro”, a cura di Gabriella Belli e Chiara Squarcina; pubblica inoltre una raccolta di opere su carta accompagnate da haiku, scritti per l’occasione dal filosofo Salvatore Lavecchia.
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