Rinascimento in bianco e nero. L'arte dell'incisione a Venezia (1494-1615)
Dal 08 Marzo 2024 al 03 Giugno 2024
Venezia
Luogo: Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento Veneziano
Indirizzo: Dorsoduro 3136
Orari: 10.00 – 17.00 (ultimo ingresso ore 16.00) dal 01 novembre al 31 marzo; 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00) dal 01 aprile al 31 ottobre; Chiuso il martedì
Curatori: Giovanni Maria Fara e David Landau
Enti promotori:
- In collaborazione con Museo Civico di Bassano del Grappa
Costo del biglietto: Intero: 10,00 euro Ridotto: 7,50 euro (ragazzi da 6 a 14 anni; studenti dai 15 ai 25 anni; visitatori oltre 65 anni) Gratuito: Residenti e nati nel Comune di Venezia; bambini da 0 a 5 anni; persone con disabilità e accompagnatore; Guide turistiche; docenti accompagnatori
Telefono per informazioni: +39 041 2410100
Sito ufficiale: http://carezzonico.visitmuve.it
A cura di Giovanni Maria Fara e David Landau, tra i maggiori studiosi dell’arte incisoria, e da un autorevole comitato scientifico, la mostra propone oltre 180 capolavori grafici; fulcro della rassegna sono le collezioni delle due istituzioni, in parte restaurate grazie al sostegno di Save Venice, cui sono affiancate, al fine di consentire una visione compiuta di questo straordinario fenomeno artistico, opere provenienti da raccolte private e pubbliche. L’esposizione, nelle due sedi di Venezia e Bassano del Grappa, racconta lo sviluppo dell’incisione rinascimentale veneziana nell’ottica di una condivisa valorizzazione del patrimonio grafico veneto, di cui i due Istituti custodiscono alcune delle collezioni più prestigiose esistenti. Nei due percorsi è presentata una significativa selezione di capolavori di artisti italiani ed europei del XVI secolo che rivoluzionarono il modo stesso di guardare alla realtà: Andrea Mantegna, Albrecht Dürer, Jacopo de’ Barbari, Tiziano e le botteghe dei suoi incisori, Tintoretto,Veronese, Benedetto Montagna, Ugo da Carpi, Domenico Campagnola, Agostino Carracci e Giuseppe Scolari.
La mostra costituisce inoltre il punto culminante di un importante progetto di studio e valorizzazione del prezioso patrimonio grafico di ambo i musei: il restauro di 250 capolavori, di cui 87 in mostra, delle collezioni bassanesi, nonché 60 tra le 92 esposte provenienti dal nucleo veneziano. Un’imponente e lungo intervento conservativo reso possibile grazie al rilevante finanziamento di Save Venice, Inc. con i generosi sostegni di The Versailles Foundation, Inc., per la sede di Bassano del Grappa, e di Mary Ellen Oldenburg, per la sede di Venezia.
Il progetto vede, quindi, i massimi raggiungimenti dell’arte incisoria misurarsi con i temi fondanti dell’arte veneziana del Rinascimento: il paesaggio, i teleri, la pittura narrativa, il nudo femminile, il rapporto con le differenti tradizioni artistiche, una personale idea dell’antichità.
Grazie alle stampe, oggetti facilmente moltiplicabili e trasportabili, che non recano in sé alcuna precisa considerazione dei confini geografici e linguistici, Venezia si pose infatti come imprescindibile crocevia di esperienze artistiche in continuo, tumultuoso e interminabile aggiornamento. Fu proprio la Repubblica di Venezia il luogo dove nacquero e furono commercializzate alcune delle più importanti e affascinanti realizzazioni grafiche ed editoriali di tutto il Rinascimento. Protagonista di una vera e propria rivoluzione mediatica, l’arte incisoria investì capillarmente non solo l’Europa ma tutto il mondo allora conosciuto, diffondendo stili e idee: un fenomeno epocale, paragonabile alla diffusione del digitale che ha trasformato lo stile di vita globale negli ultimi decenni.
Seguendo un percorso cronologico-tematico articolato le due esposizioni immergono i visitatori nell’universo monocromatico della stampa, in un percorso di grande impatto visivo composto da circa novanta opere per ciascuna sede, attraverso sezioni sia comuni che specifiche per i due musei: Novità allo scadere del Quattrocento; I grandi formati; incisori veneti e forestieri fra primo e secondo decennio del Cinquecento; due sezioni dedicate a La nascita del chiaroscuro e «Da Tiziano […] molti paesi»; editori, poligrafi e l’illustrazione del libro veneziano alla metà del XVI secolo, protagoniste nella sede di Ca’ Rezzonico; «mediante le stampe, le maniere d’Italia» a Venezia; «Titianus inventor»: la bottega e la grafica dalla maturità alla tarda età del maestro; i due approfondimenti Agostino Carracci incisore da Veronese e Tintoretto e Giuseppe Scolari «eccellente disegnatore ed intagliatore di stampe in legno», presentate a Bassano.
La mostra è affiancata dall’importante e omonima pubblicazione scientifica, volume di oltre 350 pagine pubblicato sia in lingua italiana che in lingua inglese edito da Scripta edizioni.
Per questa eccezionale occasione i curatori, Giovanni Maria Fara, direttore del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali Università Ca’Foscari di Venezia e David Landau, hanno riunito un comitato scientifico di statura internazionale che ha contribuito alla stesura dei saggi a corredo delle schede di catalogo delle opere esposte, saggi che offrono importanti aggiornamenti sugli studi di settore. Gli autori, oltre ai due curatori, sono Laura Aldovini e Silvia Urbini, co-curatrici insieme a David Landau dell’Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia; Mattia Biffis, professore associato presso l'Università degli Studi di Messina - Dipartimento di Civiltà antiche e moderne; Paul Holberton, uno dei più autorevoli studiosi, a livello internazionale, di Giorgione e del Rinascimento italiano; Ilaria Andreoli, coordinatrice scientifica presso l’Institut National d'Histoire de l'Art (INHA) di Parigi; Giorgio Tagliaferro, professore associato di Storia dell'arte presso l'Università di Warwick; Samuel Vitali, redattore dal 2010 delle "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz"; Jamie Gabbarelli, curatore responsabile della collezione di opere europee su carta dal XV al XVIII secolo presso l'Art Institute di Chicago.
L’appuntamento con le Attività Educative di Fondazione Musei Civici a Ca’ Rezzonico è con Stampatori all’opera, laboratori svolti in collaborazione con gli studenti dei corsi di Grafica d’arte e di Didattica dell'arte dell'Accademia di Belle Arti di Venezia. Le scuole potranno così scoprire la Venezia nel Settecento attraverso una speciale introduzione alla mostra, mentre l’itinerario per adulti ripercorrerà l’ultima grande stagione della pittura veneziana Da Tiepolo a Canaletto.
Ad accompagnare poi il percorso espositivo bassanese, invece, sarà rivolto a famiglie e scuole di ogni ordine e grado il progetto didattico Visto…si stampi!, basato su metodologie didattiche innovative e ideato da Daniele Fraccaro, in collaborazione con docenti esperti di pedagogia dell’arte e delle pratiche incisorie dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Tra i servizi per il pubblico, una convenzione tra i musei con ingresso ridotto nelle due sedi per i visitatori della mostra.
Nella loro lunga storia è la prima volta che le due istituzioni portano avanti un progetto comune afferma Alberto Craievich, Responsabile di Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento Veneziano, un progetto volto alla valorizzazione del proprio patrimonio attraverso due iniziative parallele ma unite da un unico catalogo.
Due prestigiose collezioni - prosegue Barbara Guidi, Direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa - sono oggi unite da un percorso espositivo e di ricerca volto a far conoscere, scoprire e riscoprire, in modo nuovo e sorprendente, una delle pagine più rilevanti della storia dell'arte del Rinascimento veneto.
A distanza di alcuni decenni dalla memorabile esposizione londinese The Genius of Venice(1983-1984) e dalla fondamentale pubblicazione Tiziano e silografia veneziana del Cinquecento, di Michelangelo Muraro e David Rosand (1976), la mostra Rinascimento in bianco e nero. L’arte dell’incisione a Venezia (1494–1615) e relativo catalogo costituiscono un’occasione unica per riportare l’attenzione su una pagina determinante dell’arte europea dell’epoca moderna, e per permettere al pubblico di avvicinarsi a un’arte, quella dell’incisione, che fu in grado di dialogare con le conquiste della pittura, quando non addirittura di influenzarla, quasi che l’una fosse lo specchio dell’altra.
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