LA MANO CHE CREA. La Galleria pubblica di Ugo Zannoni (1836-1919). Scultore, collezionista e mecenate
Dal 27 Giugno 2020 al 03 Ottobre 2021
Verona
Luogo: Galleria d’Arte Moderna Achille Forti - Palazzo della Ragione
Indirizzo: Cortile Mercato Vecchio 6
Orari: Da martedì a venerdì 11 -17. Sabato, domenica e festivi 11 -17. Prenotazione orario d’ingresso e acquisto biglietti
Costo del biglietto: Il biglietto può essere acquistato esclusivamente online su museiverona.com, prenotando anche l’orario di ingresso. La biglietteria chiude 45 minuti prima
Telefono per informazioni: +39 045 8001903
Sito ufficiale: http://www.gam.comune.verona.it
Il punto di avvio, l’epicentro del progetto – curato dal direttore dei Musei Civici Francesca Rossi affiancata da un Comitato scientifico composto da Maddalena Basso, Camilla Bertoni, Elena Casotto, Tiziana Franco, Sergio Marinelli, Patrizia Nuzzo e Pietro Trincanato – è la vicenda di uno dei maggiori scultori dell’Ottocento veronese, Ugo Zannoni.
Artista che visse una lunga carriera all’insegna di relazioni artistiche tra Verona, Milano e Venezia, animata dall’impegno civile a favore della cultura e dei musei cittadini. Tra il 1905 e il 1918, Zannoni donò ai Musei Civici veronesi la sua cospicua collezione di opere d’arte, contribuendo così a gettare le basi per la costituzione di una Galleria d’Arte Moderna a Verona.
“Un omaggio che la città di Verona rivolge ad un artista che possiamo annoverare tra i fondatori della Galleria d’Arte Moderna cittadina – sottolinea l’assessore alla Cultura Francesca Briani –. Realizzata in stretta connessione con la comunità cittadina, ’Università di Verona, l’Accademia di Belle Arti, il centro Culturale Gaspare Bertoni agli Stimmatini e i Musei Civici – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, la mostra ricorda allo stesso tempo il generoso e solidale pensiero di un artista-cittadino che ha donato alla sua città le sue opere e la sua collezione. Un messaggio che giunge al pubblico in un particolare momento storico. La situazione che stiamo vivendo è infatti difficile e faticosa, ma è pur vero che proprio in frangenti come questo la cultura rappresenta un rifugio sicuro alla solitudine per far fronte all’emergenza”.
Fu grazie all’impulso e al profondo impegno civile e culturale di Ugo Zannoni, testimoniato dalla generosa donazione, che agli inizi del Novecento il Museo Civico poté rivolgere la sua attenzione all’arte allora contemporanea. “La mostra ha quindi il merito di offrire il primo studio approfondito sulle vicende della collezione Zannoni – afferma Francesca Rossi Direttore dei Musei Civici. Grazie a una sistematica campagna di ricognizione, le circa 200 opere donate, sono state oggetto di ricerche, interventi conservativi, documentazione fotografica e schedatura. Per questo, nell’attesa della riapertura della Galleria, sono stati organizzati appuntamenti virtuali – pillole video, visite guidate – per raccontare la mostra all’interno dell’iniziativa ‘Museo Agile’ diffusa tramite il portale internet e i canali social dei Musei Civici”.
Zannoni: Collezione privata
Nella raccolta delle circa 200 opere donate, sono presenti artisti che Zannoni ha frequentato e altri animatori di ricerche scultoree e pittoriche significative del secondo Ottocento, tra realismo, umori risorgimentali e nuove poetiche della luce.
Tra loro, Domenico Induno, Mosè Bianchi, Filippo Carcano, Leonardo Bazzaro, Julius Lange, Luigi Nono, e il più moderno pittore divisionista Angelo Morbelli. Tra i veronesi, Angelo Dall’Oca Bianca, Francesco Danieli e il cugino dello scultore, Giuseppe Zannoni. Tra i soggetti rappresentati spiccano generi figurativi del paesaggio e del ritratto.
Se la collezione Zannoni rappresenta uno spaccato esemplare dell’affascinante mondo del collezionismo d’arte ottocentesco, dietro alle ragioni che portarono il collezionista al lascito al Comune di Verona, si riflette il forte senso civico che ha animato singolarmente la società civile veronese e veneta tra Otto e Novecento.
In esposizione, nell’ampia quarta sala della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, saranno rievocati l’atelier dello scultore e la collezione dell’artista, tipica di una galleria privata dell’Ottocento.
Celebrazioni dei 700 anni della morte di Dante
La mostra fa rivivere, anche, l’ordinamento della prima esposizione civica d’arte moderna nelle cosiddette “Sale Zannoni”, allestita in tre sezioni nel Museo Civico a Palazzo Pompei dal 1908 al 1938 (con opere di Ugo e Giuseppe Zannoni, opere di artisti veronesi e ‘forestieri’).
Senza dubbio, la fama dell’artista è legata soprattutto alla realizzazione di un monumento simbolo, la celebre statua di Dante Alighieri, che, nel centro della piazza dei Signori, rivolge lo sguardo ai palazzi Scaligeri dove il Poeta, durante l’esilio da Firenze, fu accolto da Cangrande della Scala.
Zannoni eseguì quest’opera da giovane, non ancora trentenne, aggiudicandosi la vittoria di un importante concorso promosso per la ricorrenza del VI centenario della nascita del Poeta. A questo riguardo, l’esposizione è stata volutamente concepita per essere proposta al pubblico in concomitanza dell’ufficiale apertura dell’anno dedicato alle celebrazioni dei 700 anni della morte di Dante, prevista il prossimo settembre 2020.
In mostra, infatti, è esposto il bozzetto in bronzo del famoso monumento dantesco, a rappresentare questo episodio cruciale del percorso artistico dello scultore.
Ma se questa tappa della carriera di Zannoni è nota ai più, l’iniziativa considera anche risvolti meno popolari della vita dello scultore veronese e, in particolare, esplora il contesto delle amicizie, degli affetti famigliari e delle relazioni che ne hanno segnato il percorso in un’epoca di grande fervore civile della città e della Nazione.
Mostra-laboratorio, con Università e studenti
Interpretando lo spirito dell’artista e il forte significato educativo e identitario che egli attribuiva all’arte e alla funzione del museo, i Musei Civici hanno voluto creare un progetto innovativo rivolto a studenti di istituzioni universitarie, veronesi e non solo. Attraverso un’originale mostra-laboratorio, gli studenti sono entrati nel cuore della vita del museo, hanno collaborato con lo staff della Galleria nelle attività di cura delle collezioni e fatto esperienza diretta di ciò che avviene dietro le quinte, prima e durante il periodo di apertura della mostra al pubblico.
Secondo questo concetto di Museo partecipativo sono stati organizzati, con la collaborazione dell’Università di Verona, Dipartimento Culture e Civiltà, e dell’Accademia di Belle Arti di Verona, laboratori di alta formazione per la produzione artistica e la professione museale e alle metodologie di gestione del patrimonio culturale (catalogazione, restauro, mediazione culturale).
Il Dipartimento Culture e Civiltà dell’Ateneo veronese ha dedicato allo studio di cento opere provenienti dalla collezione Zannoni, un corso specialistico sulla catalogazione di beni culturali secondo gli standard ministeriali. L’Accademia di Belle Arti si è impegnata nella progettazione di un’utilissima linea del tempo “Linea del tempo” figurata, incentrata sui donatori dei Musei Civici tra Ottocento e primo Novecento, e a realizzare un cantiere di restauro in Galleria dedicato a gessi di Zannoni.
Collezionismo e mecenatismo contemporaneo
Durante il periodo della mostra si darà spazio inoltre a una esplorazione del tema del collezionismo e del mecenatismo contemporaneo grazie a testimonianze dirette di collezionisti veronesi.
Tutto questo è stato condiviso con un comitato scientifico composto da studiosi e con giovani volontari del Servizio Civile Nazionale che hanno seguito ogni fase del progetto: dalla ricognizione delle opere d’arte nei depositi museali, alla ricerca documentaria in biblioteche e archivi.
Il progetto rinnova profondamente un filone di iniziative coordinate tra le raccolte del sistema museale civico dedicate a valorizzare le collezioni non esposte al pubblico, custodite perlopiù in depositi museali.
Esposizioni 2018: “Bottega Scuola Accademia. La pittura a Verona dal 1570 alla peste del 1630”, al Museo di Castelvecchio; “Bellezza e cura del corpo”, al Museo Archeologico al Teatro Romano, “Etiopia. La bellezza rivelata. Sulle orme degli antichi esploratori”, al Museo di storia Naturale, “Mauro Fiorese. Treasure Rooms (2014-2016)”, alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti.
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