Nature multiple. Le metamorfosi di Giuliana Cunéaz

Nature multiple. Le metamorfosi di Giuliana Cunéaz, Museo civico di Storia Naturale, Verona

 

Dal 12 Marzo 2014 al 30 Giugno 2014

Verona

Luogo: Museo civico di Storia Naturale

Indirizzo: lungadige Porta Vittoria 9

Orari: da lunedì a giovedì 9-17; sabato, domenica e festivi 14-18

Curatori: Maria Fiorenza Coppari

Costo del biglietto: intero € 4.50, ridotto € 3, scuole € 1; 14-16 marzo l’ingresso è gratuito

Telefono per informazioni: +39 045 8079400

E-Mail info: mcsnat@comune.verona.it

Sito ufficiale: http://www.infinitamenteverona.it/2014/


Nell’ambito dell’edizione 2014 di Infinitamente, il Festival di scienze e arti a Verona, mercoledì 12 marzo s’inaugura la personale di Giuliana Cunéaz, l’artista che accede al nostro immaginario attraverso il mondo nanomolecolare. Sono proprio le recenti scoperte scientifiche e l’opportunità di accedere alla parte infinitesimale della materia, gli strumenti utilizzati per creare nature multiple, in perenne metamorfosi, che ampliano la sfera della conoscenza. “Utilizzando le immagini scientifiche, ho visitato boschi, fiori e pulviscoli meravigliosi che ho, poi, ricreato attraverso la modellazione e l’animazione 3D,” spiega l’artista. 
Ogni elemento si determina attraverso una rinnovata percezione visiva: in un grammo di materia si può immaginare siano contenute le forme e le energie dell’universo e questo apre uno scenario estetico nuovo caratterizzato da una molteplicità di approcci che vanno incontro ad un reale spesso solo concepito dalla nostra memoria. 
La rassegna (rimane aperta sino al 30 giugno), a cura di Maria Fiorenza Coppari, si pone essa stessa come luogo di trasformazione e questo viene evidenziato dall’impatto ambientale del progetto specificatamente studiato per il Festival che modifica la percezione del grande spazio al piano terra di Palazzo Pompei a Verona dove ha sede il Museo Civico di Storia Naturale. I segni di Giuliana Cunéaz trovano una rinnovata sintesi attraverso un tappeto dalla natura ibridata che si srotola per 12 metri, un’installazione fotografica di nove metri e una serie di quattro screen painting (schermi dipinti) montati su elementi in ferro. Le opere si relazionano con una scultura alta oltre due metri, collocata nel cortile coperto dello spazio, che sembra evocare un’antica carrozza. Con la differenza che il movimento non è nel moto, bensì nelle immagini interne che la animano. 
Il percorso si completa, poi, all’interno del museo dove tra i preziosi oggetti della raccolta permanente, s’insinua Matter waves unseen, una wunderkammer che contiene microsculture in argilla. Gli oggetti “nanomolecolari” s’ispirano al video nascosto all’interno dello stipo, in modo da creare una contaminazione tra l’aspetto plastico e quello virtuale. Tutto ciò, come sottolinea Marco Meneguzzo nel testo in catalogo (Silvana Editoriale), evidenzia “uno scarto immaginativo e prelude a mondi altri”. 
Da questa mostra appare evidente come la ricerca artistica di Giuliana Cunéaz rappresenti il desiderio di andare oltre il piano tradizionale della rappresentazione collocandosi in un universo fluido, caratterizzato dalla disarticolazione delle forme, secondo una rinnovata ipotesi percettiva. 
In tal senso, appare emblematica la serie degli screen painting, gli schermi dipinti, realizzati in base ad una tecnica inventata dall’artista nel 2006 dove l’immagine virtuale si relaziona con quella pittorica incisa come un tatuaggio sul plasma. “Il segno unico e autonomo della pittura dialoga con la tecnologica infinitamente replicabile creando un cortocircuito tra due universi solo in apparenza incompatibili. Ne nascono quadri in movimento, profondamente ambigui, sottoposti ad una lettura multipla,” afferma l’artista. 
Giuliana Cunéaz lavora sul nomadismo dei linguaggi proponendo un continuo scavalcamento degli elementi nell’ambito di universo unico e affascinante le cui costanti sono messe costantemente in discussione. 
“Macro e nanomondo, appaiono fondersi un un unicuum che l’artista, come lo scienziato, può cogliere e rappresentare”, ricorda Maria Fiorenza Coppari. 
Ciò a cui assistiamo è un mondo ibrido, biomorfo e nanotecnologico dove arte e natura tendono a coincidere, come avviene osservando, dall’alto in basso, King birds of paradise and tobacco, il lungo tappeto dagli effetti psichedelici animato dagli uccelli del paradiso. L’opera si sviluppa intorno ad una geometria delle forme organiche, quasi si trattasse di frattali, che sembra richiamare i tessuti orientali sottoponendo la decorazione ad una nuova verifica. 
Giuliana Cunéaz, tuttavia, non si limita a riproporre l’ambiguità del contesto naturalistico, ma sconvolge le costanti spazio-temporale. In Matter waves chrome, il grande lavoro fotografico in 3D del 2014, per esempio, la memoria sembra invadere il futuro riportando alla luce l’archeologia rivisitata di un’Atlantide immaginaria che prende spunto da forme esistenti in natura; la fantasia s’impone come ipotesi metamorfica, come segno modificato di un dato scientifico che risulta tanto più intrigante in quanto lo spettatore rischia di smarrirsi percependo elementi in apparenza familiari. 
Lo slittamento continuo dell’immagine e l’alterità del messaggio, passano anche attraverso Mobilis in mobili, la strana macchina del tempo su ruote ovali in plexiglass che fa della staticità il suo elemento essenziale. Non è, tuttavia, una macchina inutile, come nella tradizione delle neoavanguardie, ma un luogo di osservazione, uno strumento di conoscenza per accedere ad un paesaggio nanomolecolare in 3D che appartiene alla serie Zone fuori controllo. Il viaggio proposto da Mobilis in mobili è interno alla materia. E si può fare rimanendo immobili ad osservare l’infinito che ci sta di fronte. 
Dal 12 al 16 marzo, durante il Festival della scienza, è possibile vedere l’intero ciclo in 3D di Zone fuori controllo in una sala del museo specificatamente allestita per la proiezione stereoscopica. Si tratta di quattro animazioni (Waterproof, Crystal Growth, Rompere le acque e Fire Flows) dedicate ai disordini ecologici e ambientali dove le immagini entrano in relazione diretta con la dimensione reale consentendo un viaggio imprevedibile tra le onde di una tempesta, gli spazi misteriosi di una grotta, le colate laviche di un vulcano e la collisione di mastodontici iceberg. Tutto si connette con lo sguardo turbato dello spettatore che si trova di fronte alla vertigine dell'immagine, sempre in bilico tra sublime e terrificante in un omaggio ai grandi protagonisti della pittura romantica come Caspar David Friedrich o William Turner. 

Giuliana Cunéaz (Aosta, 1959) vive e lavora ad Aosta e Milano. 
Diplomata all'Accademia Belle Arti di Torino, utilizza tutti i media artistici, dalla videoinstallazione alla scultura, dalla fotografia alla pittura sino agli screen painting (schermi dipinti), tecnica da lei inventata. 
Dall'inizio degli anni Novanta inizia un’indagine dove la ricerca plastica si coniuga con le sperimentazioni video. E’ stata tra le prime artiste a lavorare sulle immagini stereoscopiche 3D, procedimento che utilizza sin dal 2003. 
Giuliana Cunéaz ha iniziato a presentare i suoi lavori in importanti spazi pubblici e privati italiani e internazionali dall’inizio degli anni Novanta. 
Ha partecipato, tra l'altro, al Festival di Videoformes nel 1991, 1993 e 1996. Nel 1994 ha preso parte alla Biennale di San Paolo in Brasile. Nel 2002 ha esposto al Museo d'Arte Contemporanea di Bucarest. Le sue opere sono state presentate nel 1995 al Museo Revoltella di Trieste; nel 2000 al Museo Pecci di Prato e alla Torre del Lebbroso di Aosta. Nel 2002 ha partecipato a Exit nello spazio della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Nel 2004 ha preso parte, nell’ambito della Quadriennale di Roma, ad Anteprima di Torino. Nel 2008 ha partecipato a Tina B. Festival a Praga e alla terza edizione della Biennale di Siviglia Youniverse. Nel 2009 ha esposto al PAV, Centro d'Arte Contemporanea di Torino e ha partecipato alla collettiva Corpi, Automi Robot al Museo d’Arte di Lugano. Nel 2010 ha esposto alla Nuovissimo Arsenale di Venezia, nell'ambito del progetto Tina B. in occasione della Biennale di Architettura. Nel 2011 è stata invitata al Premio Maretti nella sede del Museo Pecci di Prato e ha partecipato alla mostra Principia Stanze e Sostanze delle Arti Prossime in Piazza Duomo a Milano Nel 2012 ha preso parte alla mostra Pelle di Donna, Identità e bellezza tra Arte e Scienza, nella sede della Triennale a Milano e successivamente alla 1° Biennale Internazionale Project Daejeon 2012: Energy a Daejon in Corea. Sempre nel 2012, è stata tra i protagonisti di Invideo a Milano. Nel 2013 ha ideato Forma Fluens, una personale per lo spazio Mazda di Milano. Nello stesso anno ha partecipato al Festival Videoformes a Clermont-Ferrand, al progetto Imagespassages e Imaginascience ad Annecy e al Festival Internazionale dei nuovi media Madatac 5 a Madrid. Ha partecipato, inoltre, alla mostra Wunderkammer. Arte, Natura, Meraviglia ieri e oggi alle Gallerie d’Italia di Milano. Nel febbraio di quest’anno si è inaugurata una sua personale Au coeur de la matière al Castello Gamba di Châtillon. 

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