Gianni Giansanti. il Papa che ha cambiato la storia
Dal 18 Gennaio 2020 al 15 Marzo 2020
Marostica | Vicenza
Luogo: Castello Inferiore
Indirizzo: piazza Castello 14
Orari: da martedì a domenica 10.00-12.00 e 15.00-18.00
Enti promotori:
- Comune di Marostica
- Biblioteca Civica
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Il 2020 si apre a Marostica con una mostra straordinaria dedicata alle foto di Papa Giovanni Paolo II firmate da Gianni Giansanti (1956 – 2009), uno dei più importanti rappresentanti del fotogiornalismo italiano, vincitore del “World Press Photo” nel 1978 per l’esclusiva foto del cadavere di Aldo Moro e nel 1988 per il reportage della vita privata del Papa in Vaticano.
Proprio a “Karol, il Papa che ha cambiato la storia” è intitolata la mostra, in programma al Castello Inferiore di Marostica, dal 18 gennaio al 15 marzo 2020, promossa dalla Città di Marostica e dalla Biblioteca Civica. Ad inaugurare la mostra, inoltre, sabato 18 gennaio alle ore 15.30, nella sala consiliare, è prevista una conferenza per il pubblico alla quale parteciperanno il figlio del celebre fotografo Andrea Giansanti e Mons. Liberio Andreatta. Inoltre, sabato 8 febbraio, sempre in occasione della mostra, lo storico dell’arte Mario Guderzo, ex direttore della Gypsoteca e del Museo Canova di Possgno e dei Musei Civici di Bassano, terrà la conferenza “Habemus Papa”, un ritratto storico.
Sessanta le opere fotografiche in esposizione che ritraggono Papa Giovanni Paolo II. L'obiettivo di Gianni Giansanti ha saputo cogliere gli aspetti più intimi, propri dell'uomo oltre che del pontefice, un uomo straordinario che ha cambiato il mondo durante i 26 anni di pontificato. Le immagini descrivono infatti la fierezza, l'orgoglio e l’umiltà di un Papa che ha lottato nell'affrontare e sostenere un ruolo così importante in un momento storico pieno di cambiamenti e contraddizioni.
“Con questa esposizione dedicata all’opera di un nome prestigioso della fotografia mondiale incentrata su una figura fondamentale della storia del Novecento miriamo ad inaugurare per la nostra città una stagione di importanti mostre”dichiara il sindaco Matteo Mozzo.
“Grazie anche alla collaborazione di Maurizio Panici, presidente della Biblioteca Civica, abbiamo selezionato questa mostra destinata ad entrare nel cuore dei visitatori” commenta il consigliere Marialuisa Burei“Gianni Giansanti colpisce per il suo modo di indagare con sguardo attento e privo di orpelli i grandi fatti e i personaggi della storia”. Gianni Giansanti nasce a Roma nel 1956.Inizia la sua carriera di freelance nel 1977 e, solo un anno più tardi, fotografa in esclusiva mondiale il ritrovamento del cadavere dello statista Aldo Moro nel bagagliaio di una Renault R4 rossa il 9 maggio 1978. Scatto che gli valse una menzione speciale al "World Press Photo" di Amsterdam lo stesso anno. Nel 1981 inizia a lavorare con l'Agenzia Sygma a Parigi. Ha coperto il colpo di stato in Turchia, nonché importanti eventi in El Salvador, Guatemala, Libia, Libano, Senegal, Polonia, Grecia e Jugoslavia. Nel 1988 trascorre sei mesi a fotografare la vita privata di Papa Giovanni Paolo II in Vaticano, reportage che lo porta al primo premio del “World Press Photo”. Gianni non aveva “specializzazioni”: non era solo un ritrattista, o un fotografo di news, o di reportage, o di sport. Ha sempre affrontato tutto, con il massimo della versatilità. Era curioso, e non si vergognava di dover imparare ancora qualcosa. Anzi. Testimone della storia contemporanea, è stato uno dei migliori fotografi dell’Agenzia Grazia Neri e di Sygma. Dall'attualità alla cronaca, dal panorama al ritratto, dal pubblico all'intimo. L'ultimo ritratto di Italo Calvino e il suo lavoro esteso su papa Wojtyla, divenuto mitico nel mondo del fotogiornalismo. Anche se affermava che la tecnica ha poca importanza per fare buone fotografie, Gianni Giansanti è stato un costruttore di immagini come pochi. La sua fotografia è nuda, evita orpelli e furberie estetizzanti. E quando succede è a servizio della storia da raccontare. All'interno dell'inquadratura, si scorge la forza furente e la delicatezza di un uomo schivo a ogni forma di spettacolarità, dentro e fuori la scena fotografica. Le immagini di Gianni Giansanti raccontano storie, utilizzando il lessico e la sintassi del linguaggio di tutti i giorni. A volte, le sue fotografie evocano ricordi individuali e permettono alla riflessione personale di proiettarsi oltre e in avanti. In questo senso, ha interpretato la fotografia con un’attenzione fuori dal comune. Fino a declinare un linguaggio molto semplice per evocare immagini fulminanti. È morto a Roma il 18 marzo 2009, a 52 anni.
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