Mostra Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi a Roma. Le informazioni sulla mostra Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi, i curatori, gli orari di ingresso, il costo dei biglietti, i numeri per prenotare, il comunicato stampa sulla mostra Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi del museo Musei Capitolini di Roma.

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571 - Porto Ercole, 18 luglio 1610), Ragazzo morso da un ramarro, 1597 circa, Olio su tela, 65.8 x 52.3 cm, Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571 - Porto Ercole, 18 luglio 1610), <em>Ragazzo morso da un ramarro</em>, 1597 circa, Olio su tela, 65.8 x 52.3 cm, Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi

Mappa

Scheda Mostra

Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi

Valentin de Boulogne, Jusepe de Ribera, Battistello Caracciolo, Matthias Stomer, Giovanni Lanfranco


  • Luogo: Musei Capitolini
  • Curatori: Maria Cristina Bandera
  • Enti promotori:
    • Roma Capitale
    • Assessorato alla Crescita Culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
    • Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
  • Città: Roma
  • Provincia: Roma
  • Data inizio: 16 Giugno 2020
  • Data fine: 02 Maggio 2021
  • Prolungata: fino al 2 maggio 2021
  • Costo del biglietto: Mostra + Musei Capitolini Intero € 15, Ridotto € 13 (residenti Intero € 14, Ridotto € 12). Preacquisto obbligatorio del biglietto d’ingresso online da casa su www.museiincomuneroma.it (con 1 € di prevendita). Ingresso gratuito con MIC card previa prenotazione obbligatoria e gratuita allo 060608
  • Telefono per informazioni: +39 060608
  • E-Mail info
  • Sito ufficiale

Comunicato Stampa:

Parte il 16 giugno 2020, nelle sale espositive di Palazzo Caffarelli la mostra curata da Maria Cristina Bandera “Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi”La pittura di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, e della sua cerchia rappresenta infatti la centralità delle ricerche di Roberto Longhi, una delle personalità più affascinanti della storia dell’arte del XX secolo, di cui ricorre nel 2020 il cinquantenario della scomparsa.

Inizialmente programmata a partire dal 12 marzo 2020 e sospesa per le misure di contenimento del Covid-19la mostra apre al pubblico nel rispetto delle linee guida formulate dal Comitato Tecnico Scientifico per contenere la diffusione del Covid-19 consentendo, al contempo, lo svolgimento di una normale visita museale, come indicato nella scheda informativa della mostra. 

L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dalla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi. È curata da Maria Cristina Bandera, Direttore scientifico della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, organizzata da Civita Mostre e Musei e Zètema Progetto Cultura, mentre il catalogo è di Marsilio Editori.
 
Lo storico dell’arte Roberto Longhi si dedicò allo studio del Caravaggio, all’epoca uno dei pittori “meno conosciuti dell’arte italiana”, già a partire dalla tesi di laurea, discussa con Pietro Toesca, all’Università di Torino nel 1911. Una scelta pionieristica, che tuttavia dimostra come il giovane Longhi seppe da subito riconoscere la portata rivoluzionaria della pittura del Merisi, così da intenderlo come il primo pittore dell’età moderna.

In mostra sarà esposto uno dei capolavori di Caravaggio, acquistato da Roberto Longhi alla fine degli anni Venti: il Ragazzo morso da un ramarroL’opera, che risale all’inizio del soggiorno romano di Caravaggio e databile intorno al 1596-1597, colpisce innanzitutto per la resa del brusco scatto dovuto al dolore fisico e alla sorpresa, che si esprimono nella contrazione dei muscoli facciali del ragazzo e nella contorsione della sua spalla. Ma anche per la “diligenza” con cui il pittore ha reso il brano della natura morta con la caraffatrasparente e i fiori, come sottolineò Giovanni Baglione già nel 1642.
Nella sala introduttiva, dedicata alla figura di Roberto Longhi e alla Fondazione da lui istituita, è esposto un disegno a carboncino della sola figura del ragazzo, tratto dallo stesso Roberto Longhi, che vi appose la propria firma e la data 1930. Si tratta di un d’après, dal foglio a grandezza quasi naturale, che non solo dimostra l’abilità di disegnatore dello storico dell’arte, ma che soprattutto ne attesta la perfetta comprensione dell’organizzazione luminosa del dipinto che aveva davanti agli occhi.

In seguito, al Caravaggio e ai cosiddetti “caravaggeschi” lo storico dell’arte dedicò un’intera vita di studi, dal primo saggio del 1913 alla monografia 
Caravaggio del 1952, anticipata l’anno precedente dalla Mostra del Caravaggio e dei Caravaggeschi, allestita a Milano in Palazzo Reale, che riscosse un immediato successo di pubblico, contribuendo alla successiva e immensa fortuna dell’artista.
 
Longhi è stato non solo il più importante storico dell’arte italiano del suo secolo, ma anche un grande collezionista. Nella sua dimora fiorentina, la villa Il Tasso, oggi sede della Fondazione che gli è intitolata, ha raccolto un numero notevole di opere dei maestri di tutte le epoche, per lui occasione di ricerca e di studio. Tra queste, il nucleo più rilevante e significativo è senza dubbio quello che comprende le opere del Caravaggio e dei suoi seguaci.

La mostra si apre con queste suggestive parole, scritte da Roberto Longhi nel 1951: 
“Dopo il Caravaggio, i “caravaggeschi”. Quasi tutti a Roma, anch’essi, e da Roma presto diramatisi in tutta Europa. La “cerchia” si potrà dire, meglio che la scuola; dato che il Caravaggio suggerì un atteggiamento, provocò un consenso in altri spiriti liberi, non definì una poetica di regola fissa; e insomma, come non aveva avuto maestri, non ebbe scolari.”

Quattro tavolette di Lorenzo Lotto e due dipinti di Battista del Moro Bartolomeo Passarotti aprono il percorso espositivo con l’intento di rappresentare il clima artistico del manierismo lombardo e veneto in cui si è formato Caravaggio.
Oltre al Ragazzo morso da un ramarro è in mostra Il Ragazzo che monda un frutto, una copia antica da Caravaggioche Longhi riteneva una “reliquia”, tanto da esporla all’epocale rassegna di Palazzo Reale a Milano nel 1951.
 
A seguire sono esposti oltre quaranta dipinti degli artisti che per tutto il secolo XVII sono stati influenzati dalla sua rivoluzione figurativa.
Tra questi è possibile ammirare tre tele di 
Carlo Saraceni; l’Allegoria della Vanitàuna delle opere più significative di Angelo Carosellil’Angelo annunciante di Guglielmo Caccia detto Il Moncalvo; la Maria Maddalena penitente di Domenico Fetti; la splendida Incoronazione di spine di Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone.
Tra i grandi capolavori del primo caravaggismo spiccano inoltre cinque tele raffiguranti Apostoli del giovane Jusepe de Ribera e la Deposizione di Cristo di Battistello Caracciolo, tra i primi seguaci napoletani del Caravaggio. La Negazione di Pietro è poi il grande capolavoro di Valentin de Boulogne, recentemente esposto al Metropolitan Museum of Art di New York e al Museo del Louvre di Parigi, la cui ambientazione è un preciso riferimento alla famosa Vocazione di San Matteo di Caravaggio, nella chiesa romana di San Luigi dei Francesi. Con opere di rilievo sono presenti anche artisti fiamminghi e olandesi come Gerrit van HonthorstDirck van Baburen e soprattutto Matthias Stom.
 
Notevoli anche le opere di due pittori di incerta identità, noti come Maestro dell’Emmaus di Pau Maestro dell’Annuncio ai pastori, oltre a due piccoli ma significativi paesaggi di Viviano Codazzi Filippo Napoletano.
Tra gli altri grandi artisti si segnalano i genovesi 
Bernardo Strozzi, Giovanni Andrea De Ferrari Gioacchino Assereto. E ancora: Andrea VaccaroGiovanni Antonio Molineri, Giuseppe CalettiCarlo CeresaPietro VecchiaFrancesco Cairo Monsù Bernardo.

A una stagione più avanzata sono riferibili due capolavori di Mattia Preti – l’artista che più di ogni altro contribuì a mantenere fino alla fine del Seicento la vitalità della tradizione caravaggesca – e due bellissime tele di Giacinto Brandi con le quali si conclude il percorso espositivo.

La mostra è accompagnata da un catalogo realizzato da Marsilio Editori che presenta le opere del Caravaggio e dei suoi seguaci nella Collezione Longhi, corredate da una scheda e da una breve biografia degli artisti.