Futuristi in mostra dal 14 aprile al 2 luglio
Venti futuristi a Senigallia
Cleto Capponi, Mare in tempesta, 1951, Olio su tavola, 100 x 80 cm, Collezione privata
Samantha De Martin
07/04/2017
Ancona - Al soffio innovativo di Venti futuristi si apre la nuova stagione espositiva del comune di Senigallia che porta a Palazzo del Duca la travolgente carica del movimento firmato Balla, Boccioni, Depero, Severini.
Dal 14 aprile al 3 settembre 2017 oltre cinquanta opere - tra dipinti, disegni, incisioni, studi per abiti ed elementi legati all'arredo della casa - punteranno i riflettori sugli svilippi che il Futurismo ha avuto nelle Marche a partire dal 1922. In quell'anno a Macerata un giovane Ivo Pannaggi organizzava una mostra di opere di Balla, Boccioni, Carrà e Depero con tanto di complimenti da parte dello stesso Marinetti, protagonista di molte serate futuriste allestite nei maggiori teatri della regione.
Quella fortunata circostanza aveva inaugurato a Macerata la nascita di un gruppo di pittori e scultori futuristi che aveva scelto di aderire a quei movimenti di avanuardia i cui principi erano rimasti fino a quel momento lontani da una regione del tutto estranea al processo di rinnovamento che stava interessando l'arte nazionale.

Proprio dal 1922, annus mirabilis per l'arte futurista marchigiana, prende avvio l'esposizione Venti futuristi, un percorso tematico che approfondisce i diversi aspetti della vita quotidiana rinnovati dal movimento, dalla moda al teatro, dalla cucina alla letteratura.
La mostra, a cura di Stefano Papetti, presenterà al pubblico alcuni capolavori dei firmatari del primo manifesto futurista, dalle Linee forza di mare o dal taccuino con disegni di cravatte variopinte di Giacomo Balla all'Autoritratto di Umberto Boccioni, affiancati da alcuni lavori dei loro giovani seguaci, da Ivo Pannaggi a Sante Monachesi, da Umberto Peschi a Wladimiro Tulli, da Gerardo Dottori a Tullio Crali.
Grazie a numerosi prestiti provenienti da fondazioni, collezionisti privati e dagli eredi di alcuni tra gli artisti in mostra, l'iniziativa strizza un occhio alla “seconda stagione del futurismo” che proprio dalla provincia ha saputo trarre vigore.
Una sezione speciale sarà dedicata all'aero-pittura, ma anche alla creatività femminile, come testimona l'arazzo disegnato dall'artista Leandra Angelucci Cominazzini, del tutto estraneo alla misoginia insita nelle teorie del movimento.
Vedi anche:
• Venti futuristi
• FOTO: La singolare ventata futurista dell'Adriatico
Dal 14 aprile al 3 settembre 2017 oltre cinquanta opere - tra dipinti, disegni, incisioni, studi per abiti ed elementi legati all'arredo della casa - punteranno i riflettori sugli svilippi che il Futurismo ha avuto nelle Marche a partire dal 1922. In quell'anno a Macerata un giovane Ivo Pannaggi organizzava una mostra di opere di Balla, Boccioni, Carrà e Depero con tanto di complimenti da parte dello stesso Marinetti, protagonista di molte serate futuriste allestite nei maggiori teatri della regione.
Quella fortunata circostanza aveva inaugurato a Macerata la nascita di un gruppo di pittori e scultori futuristi che aveva scelto di aderire a quei movimenti di avanuardia i cui principi erano rimasti fino a quel momento lontani da una regione del tutto estranea al processo di rinnovamento che stava interessando l'arte nazionale.

Proprio dal 1922, annus mirabilis per l'arte futurista marchigiana, prende avvio l'esposizione Venti futuristi, un percorso tematico che approfondisce i diversi aspetti della vita quotidiana rinnovati dal movimento, dalla moda al teatro, dalla cucina alla letteratura.
La mostra, a cura di Stefano Papetti, presenterà al pubblico alcuni capolavori dei firmatari del primo manifesto futurista, dalle Linee forza di mare o dal taccuino con disegni di cravatte variopinte di Giacomo Balla all'Autoritratto di Umberto Boccioni, affiancati da alcuni lavori dei loro giovani seguaci, da Ivo Pannaggi a Sante Monachesi, da Umberto Peschi a Wladimiro Tulli, da Gerardo Dottori a Tullio Crali.
Grazie a numerosi prestiti provenienti da fondazioni, collezionisti privati e dagli eredi di alcuni tra gli artisti in mostra, l'iniziativa strizza un occhio alla “seconda stagione del futurismo” che proprio dalla provincia ha saputo trarre vigore.
Una sezione speciale sarà dedicata all'aero-pittura, ma anche alla creatività femminile, come testimona l'arazzo disegnato dall'artista Leandra Angelucci Cominazzini, del tutto estraneo alla misoginia insita nelle teorie del movimento.
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